Quanta attesa c’era nell’aria per questo nuovo cd degli ska-punk heroes Rancid? La risposta ve la do io…tantissima! Così tanta che mesi fa, vedendo che il cd non usciva, qualcuno ha pensato di mettere in giro la voce che Tim Armstrong (voce, chitarra, genio e principale compositore del gruppo) fosse stato accoltellato e fosse morto, voce che ha fatto il giro d’Italia in centinaia di versioni diverse.
Ovviamente erano tutte stronzate, Tim & soci sono più vivi e incazzati che mai! Questo disco è un vero e proprio calcio nel culo a chi li accusava di essersi ammosciati con “Life won’t wait”, infatti consta di ben 22 canzoni nel giro di 35 minuti (fate un po’ la media di quanto dura una canzone) e sono 22 mazzate punk, niente ska o reggae o ragamuffin, solo punk rozzo e violento come lo suonavano i vari Exploited, Black Flag, Dead Kennedys, ecc.. ovviamente mantenendo lo stile che da anni contraddistingue i Rancid: giri di basso paurosi, melodie stupende (Ok, non in tutte le canzoni), e ovviamente il cantato sporco di Tim Armstrong che divide il microfono anche con Lars (voce e chitarra) e addirittura per la prima volta nella storia dei Rancid con Matt Freeman (basso).
E’ inutile dire qual è la canzone migliore qui in mezzo, perché si rischia di fare dei torti: c’è “It’s quite alright” che non avrebbe sfigurato su “Let’s Go” (secondo album dei Rancid), “Let me go” col suo andamento vagamente ska, molto vicino nelle sonorità a “..And out come the wolves”, oppure c’è “Rattlesnake”, con cantato quasi rappato e con un assolo molto alla Motorhead, c’è “Antennas” col suo “..let California fall into the fuckin ocean” che è già storico.. e infine c’è il pezzo più bello di tutto il cd: “Rwanda”, un coro antemico da far rizzare i capelli e un ritmo da macello sotto il palco.
Certo, in tutta questa cattiveria, c’è qualche canzone che viene un po’ persa per strada perché non è all’altezza delle altre e non ha una melodia particolare, come “Rigged on a fix” o “Not to regret”, però la qualità generale del cd è ottima.
Facendo uscire questo cd dopo 2 capolavori da storia della musica (“…And out come the wolves” e “Life won’t wait”), i Rancid dimostrano ancora una volta di fottersene altamente delle regole del music business, e di fare esattamente ciò che gli pare, dimostrando che oggi nella musica l’integrità artistica non è un’utopia
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