RADIO SHAKEDOWN: Burn Again

Dici “punk”, relativa al punk Italiano e non puoi non attaccarti dietro la scritta Radio Shakedown.

Dopo il primo EP “Cheater Never Lose”, uscito 3 anni fa, e una buona vagonata di performance live, la formazione pescarese decide di affinare il tiro, bombardando il pianeta terracqueo con il loro primo mini album intitolato “Burn Again”, registrato presso l’ Acme Recording Studio. Fatte le dovute presentazioni, preamboli, introduzione, insomma chiamatela come cazzo vi pare, ora voglio spendere due decise paroline, ma due contate davvero, nei confronti di questa band…ME COJONI!!!

A parte questo, voglio ringraziarli personalmente e pubblicamente per essersi resi disponibillissimi ad ogni mia richiesta, che in fin dei conti era solo quella di ricevere l’album per ascoltarlo e magari scriverci due cazzatine sopra, comunque, detto fatto e in 3 giorni sono riuscito ad avere tra le mani questo mini gioiellino di puro punkrock del cazzo, dalla East Coast Pescarese che mi appresto a recensire. Allora si diceva, Radio Shakedown, usciti con Burn Again, tratto di strada casa lavoro, 30 minuti di macchina, inserisco il cd, leggo la prima traccia “Something’s Gonna Come”…sussulto con bestemmione incorporato, intro con un sound graffiante, da fibrillazione ventricolare con defibrillatore a portata di mano e quel pizzico di melodico, a innescare cori e voci rauche, da tener testa tranquillamente al Roger Miret popolare. Boccata di O2 e passo alla seconda track “Wrecks“, traccia che tiene alto il livello dell’album, con chitarre che spaccano, intonando riff che ricordano molto le melodie made in Social Distorsion, come tutto il pezzo del resto. La vena più punkrock dell’album è sensa dubbio “Burn Again”, mi è piaciuta un casino, sound che si sviluppa in crescere per poi sfociare in cori distintamente Hell-cat, ritornelli ciclici ma mai banali, da cantare all’infinito nelle serate alcoliche, per terminare poi con lo strippo finale.

This is not the and” e “Stay sure” è un ingegnoso mix di sound street punk e ritmi tipicamente Oi, legame che trasuda la vecchia scuola, a ritmi decisamente più recenti, da orgasmo i cori in “Stay sure“, gli vai dietro che un piacere. Conclude il disco “Are you heaving a good time“, docile e melense canzoncina a dare quasi l’impressione del saluto finale. La reale sensazione dei 4 pescaresi è quella di cercare di riuscire a coinvolgere il maggior numero di fan, creando un’atmosfera familiare, che fa venire voglia di alzarsi in piedi e unirsi ai cori, pogando allegramente con una pinta di birra in mano. È proprio questo il sapore che da questo album, una tracklist capace di coinvolgere anche lo più scettico degli ascoltatori. Buona la seconda, passo e chiudo.

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