La street punk band americana sarà in Italia per tre date a dicembre, ecco cosa hanno raccontato in una intervista esclusiva per Punkadeka!
A breve inizierete il tour europeo di numerose date e prima di partire sarete ospiti al PUNK IN THE PARK in California…. Siete pronti?
Sì, ci prepariamo, prepariamo, prepariamo e prepariamo, ma non sei mai completamente preparato per un tour di sei settimane perché c’è sempre qualcosa che si rompe, c’è sempre qualcosa che va storto, ma i tour sono proprio così.
È solo follia punk rock e non importa perché ci sarà il caos. È sempre un buon momento alla fine. Speriamo solo di fare un bello spettacolo e di riuscire ad arrivare in tempo alla prossima città. Sollevo pesi, faccio esercizio e dormo più che posso prima di passare la vita nel furgone a guardare fuori dal finestrino
…Poi la gente si chiede perché siamo pazzi…
Quali sono le grandi differenze tra suonare negli Stati Uniti e in Europa?
Penso che i punx siano gli stessi in tutto il mondo. Puntiamo alle stesse cose.
Direi che l’Europa ha più ergastolani come me e la gente ha una comunità punk rock più seria dove è più uno stile di vita che una fase musicale.
Le location sono più punk e trattano meglio le band e cresciamo insieme. Vedo alcune delle stesse teste che ho visto quando sono andato lì per la prima volta quando avevo vent’anni.
Personalmente mi piacciono molto i tour europei. Mi piace molto anche l’hard-core punk europeo anche di più di quanto mi piaccia la roba americana, quindi è divertente per me andare a collezionare dischi lì e vedere le band. È più il mio stile.
Il tour si chiama “Tour of the unknown soldier”perché questo nome? (qualche riferimento al tuo pezzo dall’album “In the front line”)?
È un bellissimo pezzo con melodie meravigliose che è stato classificato come il brano numero uno nella rivista Rolling Bone. Riesci a sentire quella canzone ora nella tua testa? È una grande canzone, e farà eco nelle sale dello streetpunk per anni e anni a venire, anche dopo la mia morte.
A dicembre sarai in Italia per tre date… quali sono i tuoi ricordi del nostro Paese?
Cavolo, adoro l’Italia, la prima volta che ci siamo stati abbiamo suonato sotto un ponte con i Rotten Boys, e poi pensavamo di andare in un albergo, ma in realtà abbiamo dovuto dormire sullo stesso palco dove poco prima avevamo suonato ed era coperto di sputo e birra. Poi nei tour successivi, ho capito come viaggiare tra uno show e l’altro per andare a vedere posti interessanti come Venezia che non vediamo molto spesso vivendo in America, quindi l’Italia è sempre stato un piacere per noi … il cibo, le bevande e tutto è un posto meraviglioso.
Quale concerto hai fatto che ricordi di più e perché?
L’ultima volta che abbiamo suonato a Bologna è stato uno spettacolo fantastico, una grande nuova ondata di streetpunk e abbiamo potuto suonare con i Call the Cops e altre band fantastiche, è stato un grande spettacolo. È stato divertente perché quando siamo arrivati lì per la prima volta non sapevamo davvero cosa pensare. Era proprio come una piccola tenda e poi all’improvviso c’erano tonnellate di punk ed è stato un momento fantastico. Abbiamo suonato un grande spettacolo e tutti si sono divertiti. Qualcosa come una favola punk rock.
In un vecchio video (non ricordo la canzone ? ) avevi la maglia di una storica band italiana: i Nabat, conosci altri gruppi italiani che ti hanno colpito particolarmente?
Il video era per “We are all we have” e sì, indossavo una maglietta dei Nabat. Sono tra i miei preferiti e lo sono ancora. Ogni disco che ottengo da loro è fantastico. Sono molto felice di suonare con loro presto ad un festival l’anno prossimo.
Punk e politica, per molti un binomio indissolubile, per altri un tabù, hai mai avuto problemi ai tuoi concerti? (politica, come sempre, non vuol dire politica da salotto)
The Casualties rimane una band che dà voce agli emarginati. Cerchiamo di non lasciarci coinvolgere troppo in politiche diverse dall’unità, dalla parità di diritti e dall’antioppressione.
Gli ultimi album sono Written In Blood e Until Death – Studio Sessions… stai progettando un nuovo album?
Sì, stiamo attualmente scrivendo una super opera streetpunk rock composta di quattro LP con 50 canzoni su ciascun lato del disco. … sto scherzando.
A dire il vero stiamo scrivendo canzoni in questo momento e daremo ai nostri fan il miglior disco che possiamo fare. Siamo sempre stati al 100% e sempre lo saremo!
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..se vuoi aiutarci con l’acquisto di una maglietta per supportare la band, dai un’occhiata a http://www.thecasualtiesmerch.com
(grazie anche a Matt Murphys & Matteo Paganelli per alcune domande)
Ognuno libero di seguire chi vuole, però che ua una domanda dicano e parlino di parità di diritti e antioppressione.
Forse ricordare, che il dubbio rimane, seppure sempre un dubbio, su passate accuse di abuso su ragazze da parte del cantante di questo gruppo è sempre meglio.