Quattro chiacchiere con i Bull Brigade: dai frutti de “Il fuoco non si è spento” ai 15 anni di “Strade Smarrite”

È passato poco più di un anno dalla mia intervista ai Bull Brigade (https://www.punkadeka.it/quattro-chiacchiere-con-i-bull-brigade/): oggi ritornano sulle pagine di Punkadeka per parlare dei frutti raccolti con “Il fuoco non si è spento”, dei progetti legati ai 15 anni di “Strade Smarrite” e di molto altro ancora.

Ringrazio Stefano, bassista della band, per il tempo dedicato a rispondere alle mie domande sconnesse e il mio amico Gab De La Vega di Epidemic Records per aver mediato a questa intervista.

Ciao ragazzi, grazie di essere qui con noi. È passato un anno dall’ultima volta che abbiamo fatto quattro chiacchiere insieme: eravate freschi di tour in acustico, era da poco uscito “Il fuoco non si è spento” e avevate appena annunciato la data zero in Santeria a Milano. Tutto questo senza sapere cosa ci avrebbe riservato il 2022. È stato un rischio, ma ben corso. Tiriamo le somme: come è andata e cosa ci dite delle soddisfazioni raccolte nell’anno appena passato? Quando è stato il momento in cui avete realizzato che le cose sarebbero andate in crescendo?

Ciao a tutti voi, e grazie come sempre per il vostro spazio.

Be’, possiamo sicuramente affermare che è stato uno dei migliori anni per la band e per tutti noi a livello personale/musicale. Le soddisfazioni sono arrivate in maniera massiccia e anche oltre le aspettative!

Sapevamo di “correre un rischio” soprattutto dovuto al cambio di suono che in qualche modo abbiamo portato sul nuovo disco. Quando è uscito il primo singolo “Quaranta” abbiamo avuto un buon riscontro con qualche parere discordante, perché è sicuramente un sound più morbido rispetto al passato e rispetto anche al disco stesso. Nel momento in cui è uscito il disco, a ottobre, il responso è stato più che positivo, persone hanno iniziato a scriverci recensioni bellissime, abbiamo venduto tutte le copie che avevamo, nuovi fan si sono avvicinati ai Bull Brigade e l’hype che si stava creando per le date che ancora dovevamo fare era molto alto e noi siamo stati piacevolmente sorpresi dalla cosa, insomma, sentivamo che il disco suonava bene, ma ci siamo stati talmente tanto sopra che ormai non capivamo più bene cosa stesse succedendo, magari erano le nostre orecchie che erano completamente assuefatte dal “fuoco non si è spento”!

Siamo partiti con le date spagnole e già lì abbiamo iniziato a renderci conto che i ragazzi e le ragazze sotto al palco rispondevano bene nonostante il divario linguistico, l’ultima di queste date è stata Barcellona, città con grande numero di italiani e quindi anche con qualche fan dei Bull Brigade. Facciamo quasi un sold out, le prime file cantavano tutti i pezzi nuovi a squarciagola all’unisono, non ci potevamo quasi credere, non avevamo ancora sentito “Forte dentro te, questa vita che non sai…” cantato solo dalle persone sotto al palco. Rientrati a casa siamo partiti con le date italiane e il susseguirsi di Torino, Milano, Bologna fino ad arrivare ai festival estivi è stato un crescendo di tutto quanto, nuove persone ai concerti, palchi sempre più “importanti” nottate intere a parlare con ragazzi di altre band, con i ragazzi che sono venuti ai concerti… il responso è stato davvero positivo, tutti ci hanno parlato benissimo del disco e dei live che stavamo facendo, qualcuno ha speso parole molto importanti, siamo onorati di fronte a tutto il calore che ci è stato riservato.

 

Siete stati ospiti dei più importanti festival indipendenti italiani come Radio Onda d’Urto, Sherwood, Punk Rock Raduno e stranieri come Rebellion e Punk & Disorderly. Partendo dai palchi più piccoli, a cui sicuramente sarete sempre affezionati, siete arrivati a questi grandi nomi, segno che forse quelle strade smarrite stavano finalmente prendendo la giusta direzione. Che sensazione si prova a stare su palchi del genere davanti a migliaia di persone che cantano all’unisono i vostri pezzi? Vi aspettavate tutto questo in fase di preparazione e di uscita del disco?

Quando eravamo impegnati a scrivere il disco chiaramente pensavamo solo al disco senza immaginarci poi nel dettaglio quanta gente avrebbe cantato quei ritornelli e in che modo. Quando abbiamo iniziato con gli arrangiamenti, essendo abituati comunque ad avere una bella folla impazzita che fa stage diving, poga e urla più forte di noi, abbiamo cominciato a scommettere su quali pezzi si sarebbe scatenato il delirio!

Quando siamo saliti a Bologna sul palco dell’Estragon ricordo un boato fortissimo della gente, nel frattempo suonava l’intro che abbiamo usato in apertura per tutto il tour, do un’occhiata sotto e c’era una folla interminabile, non vedevo il fondo del club, ho sentito i brividi lungo la schiena. Dopo un attimo di stordimento sentiamo i quattro colpi di Mark su charleston e poi da lì tutto in discesa, un’esplosione di energia e voglia di portare a casa quel live meglio che puoi, regalare a tutte quelle persone che stanno cantando i pezzi un grande momento.

È un effetto strano quello dei palchi grandi a differenza del palco piccolo, ai quali siamo più abituati, hai meno contatto diretto con le persone, i suoni sono più definiti, sudi un po’ di meno e devi essere impeccabile perché si sente ogni singolo errore!

 

Strade Smarrite: 15 anni fa usciva il vostro primo disco, l’inizio della storia che vi ha portato fino a qua, sebbene con alcuni cambiamenti. Un album potente e arrabbiato ma che allo stesso tempo sa essere toccante. Cosa significa scrivere un disco a cavallo dei 20 anni e l’ultimo a 40? Le tematiche restano, quelle tematiche in cui ognuno di noi, in un modo personalissimo, ci si riconosce sempre, attuali oggi come 15 anni fa. Ma cosa è cambiato da allora o cosa non lo è? Cosa diresti oggi a quel giovane incazzato e cosa direbbe lui a te se ti incontrasse oggi?

[Risponde Eugenio] A 20 anni le cose le facevamo prima di pensarle, non avevamo molta predisposizione per ascoltare i consigli e pensavamo solo all’importanza di condividere determinati valori.
A 40 entrano in gioco molti più fattori, sia per quando riguarda l’esperienza, sia per quanto riguarda il tempo che inesorabilmente va avanti e non vuole aspettarci.
Le tematiche e le atmosfere sono sempre le stesse anche perché qui la musica non è mai cambiata…Se potessi incontrare un Eugy ventenne proverei a dargli qualche consiglio, giusto per vedermi rispondere che ho fottutamente ragione da un ragazzo che dentro di sé pensa: ”Che cazzo vuoi vecchio di merda”.

 

Per i 15 anni di Strade Smarrite sono uscite 5 date, di cui la prima a Berlino e le altre 4 attraverso lo stivale (Torino, Roma, Bologna, Milano). Come stanno andando e come avete scelto le band che vi accompagneranno in questa avventura? Ci sarà dell’altro come Motorcity Produzioni a riguardo? Sarebbe bello se venisse ristampato!

Apriremo con due date oltre confine per l’esattezza, Londra il 15 aprile e Berlino due settimane dopo per poi fare le 4 date italiane appunto Torino, Milano, Bologna e Roma. Queste date ce le siamo completamente autoprodotte, è un po’ una scommessa che facciamo, come per il tour acustico de “Il fuoco non si è spento”, come avete visto ci piace lanciarci in queste sfide, ma siamo molto fiduciosi. Le band che abbiamo scelto sono tra le band amiche e band con cui non siamo riusciti a condividere il palco durante il 2022 e che ci sarebbe piaciuto fare. Le date stanno andando bene, abbiamo aperto la vendita dei biglietti e per ora Bologna è andata sold out.
Con Motorcity Produzioni ristamperemo “Strade Smarrite” in vinile in un’edizione speciale in occasione dei 15 anni.

 

Vi faccio una domanda forse un po’ scomoda. Invece che essere entusiasta del salto che avete fatto, qualcuno ha storto il naso quando siete passati a palchi e locali più grandi (“Io in posti come la Santeria non ci andrò mai”), quando il pubblico è cambiato e si è allargato non limitandosi alle solite quattro facce (“Adesso li ascoltano tutti, ma dove era prima questa gente?”), tra i vari commenti. Volete dire qualcosa in merito? Io personalmente penso vi meritiate il successo che state avendo, che non significa necessariamente snaturarsi.

Crediamo sia normale, nel momento in cui in qualche modo aumenta la visibilità e la notorietà di una band, di un artista, di una persona o un gruppo di persone, che ci sia chi si oppone alla cosa. Abbiamo anche avuto dialoghi diretti in merito con qualche vecchio supporter dei Bull.
Noi quello che possiamo affermare è che la nostra crescita è stata del tutto naturale e direttamente proporzionale con l’apprezzamento del nuovo disco e dei live, chi ci conosce sa chi siamo e che siamo rimasti quelli di sempre. Non crediamo di esserci snaturati, né nei suoni, né nei testi, né nelle idee. “Il fuoco non si è spento” come già spiegavamo alla fine del 2021 è un percorso di crescita naturale di una band che non ha mai mollato un colpo. Speriamo che nessuno si sia risentito per le chitarre un po’ meno distorte!

 

Un’altra delle cose che ho notato assistendo ad alcuni dei vostri concerti è stata sicuramente l’eterogeneità del pubblico: i giovani dentro, ovvero le vecchie guardie affezionate come me e i giovanissimi, che allora esistono davvero e che possono essere avvicinati se viene fatto un buon lavoro. Persone nuove che si sono avvicinate grazie all’ultimo disco: secondo voi questo ha suscitato l’interesse anche verso i lavori precedenti, sebbene musicalmente diversi, come Strade Smarrite e Vita Libertà e verso band che non conoscevano e che gravitano intorno a voi e a questa scena? Cosa ne pensate? Rivedremo queste persone e questi giovani per il tour di Strade Smarrite?

Sicuramente una delle sorprese più grandi di questo nostro anno colmo di concerti è stata la presenza di ragazzi giovani ai concerti, ne siamo rimasti piacevolmente colpiti, abbiamo parlato con ragazzi nati ben dopo il 2000, ci è sembrato di rivivere quegli anni dove i ragazzini eravamo noi, cosa che, come ben sappiamo, è mancata negli ultimi 20 anni.
Credo che dopo il periodo di pandemia qualcosa si sia mosso e si stia ancora muovendo, c’è un ritorno al live, a parte i nostri concerti, parlando con promoter e realtà coinvolte in organizzazione di concerti ed eventi, abbiamo avuto lo stesso riscontro.
Stiamo davvero vivendo la quarta ondata punk? Forse sì, noi ci stiamo credendo!

 

Vi saluto con domanda forse un po’ difficile ma che a me incuriosisce: se poteste scegliere una band, qualsiasi e di qualsiasi genere, con cui condividere il palco, chi scegliereste e perché? Sia una attuale e quindi possibile, o una del passato, il sogno nel cassetto non più realizzabile.

Che domanda che ci fai!
Qui bisognerebbe chiedere a ognuno di noi, aspettare una settimana di riflessioni solo dedicate a questo, un’accesa discussione tra di noi in saletta o casa di Manager e poi forse potremmo darti un nome…
A parte gli scherzi, proprio in questo momento sto ascoltando una playlist nella quale sono passati un paio di brani di Joe Strummer and co…immaginateci a Victoria Park a Londra a metà degli anni 80 ad aprire il concerto dei Clash…sarebbe un bel sogno, no?!

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Ricordiamo che le date del tour dei 15 anni di “Strade Smarrite” sono:

15/04 Londra: Bull Brigade live in London – Bull Brigade Torino Oi! – Tickets (eventcube.io)
29/04 Berlino: -more info coming soon-
5/5 Torino: 
https://bit.ly/BULL_BRIGADE_Mailticket
13/5 Roma: https://www.diyticket.it/events/Musica/10075/bull-brigade-dalton-mad-rollers
20/5 Bologna: SOLD OUT
26/5 Milano: 
https://www.diyticket.it/events/Musica/10119/bull-brigade-strade-smarrite-15th-anniversary

Ascolta l’album “Strade Smarrite”:https://www.youtube.com/playlist?list=OLAK5uy_nSgv8hdU5MD320gInbJOfLHUt-ctO7LIo
Facebook: https://www.facebook.com/bullbrigadeInstagram: https://www.instagram.com/bullbrigade

 

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