Sicuramente una delle realtà punk-rock più attive degli ultimi anni, un nuovissimo album uscito da poco e tanta voglia di divertirsi e far divertire: sto parlando dei Biffers, quartetto labronico (Kung Fu Records, Inconsapevole Records).
Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con loro.
Ciao ragazzi, presentatevi per chi ancora non vi conoscesse.
Ciao, siamo i Biffers, veniamo da Livorno e siamo pronti a rovinarvi la vita a tutti! Cerchiamo anche di portare la nostra musica in giro il più possibile, per cui potremmo incontrarci ad un concerto di tanto in tanto.
Recentemente è uscito il vostro nuovo album “Vice“. Se non ho capito male, l’intero album è caratterizzato da un unico filo conduttore. Parlateci un po del disco.
“Vice” è il nostro anti-concept (quelli “classici” sono per le band prog, quindi ci siamo presi la libertà di personalizzarlo secondo la nostra idea). Il tema principale dell’album riguarda la schiavitù (non necessariamente consapevole) da parte dell’uomo nei confronti dei propri vizi. Nella nostra storia il protagonista si rende conto della propria condizione, e dopo un iniziale rifiuto la accetta, finendo per crogiolarvisi.
Chi, come me, vi conosce dagli inizi si sarà sicuramente reso conto della maturazione che state esprimendo album dopo album, ep dopo ep: che ne pensate a riguardo?
Pensiamo che avere un percorso sia naturale: nel nostro cerchiamo di esprimerci al meglio, integrando il più possibile i suoni che fanno parte del nostro bagaglio con quello che è stato il suono del nostro inizio, oltre che quello a cui siamo maggiormente legati. Ci identifichiamo al massimo nel mondo del punk rock, la nostra generazione è stata protagonista di una delle “ondate” di questo suono; per questo partiamo da quelle che sono le nostre radici e la nostra identità assorbendo gradualmente quella che è la nostra storia in ambito artistico e musicale, comprese sonorità che sembrerebbero non aver niente a che vedere con la nostra scena ma che sono molto importanti per noi a livello personale e musicale.
Girate molto per l’Europa: cosa cambia secondo voi nel concetto di suonare oltre i confini piuttosto che in Italia?
L’unica differenza è che sia più probabile che in alcuni paesi il pubblico capisca quello che dici se fai musica in inglese. Inoltre capita spesso che il pubblico, specialmente in Europa centrale e nord Europa, sia musicalmente più preparato rispetto ai paesi mediterranei.
Venite da una città che sembra ultimamente vivere una “nuova giovinezza” per quanto riguarda il punk-rock. Band emergenti, band storiche che continuano o riprendono a suonare, locali e centro sociale che organizzano in maniera costante e gruppi internazionali che passano spesso (penso soprattutto a Joey Cape e ai Lagwagon, ma anche Useless ID): cosa ci dite di Livorno?
Sicuramente la nostra città è sempre stata all’avanguardia nei rapporti con la scena underground ed indipendente internazionale. Ne consegue che gli addetti ai lavori di oggi siano ben preparati ad accogliere realtà con reti ben solide a livello mondiale; il discorso vale per il punk rock quanto per altri generi di musica.
Negli ultimi anni state uscendo per Kung Fu Records: spiegateci come è nata questa collaborazione.
Siamo entrati in contatto con Joe dopo aver proposto il nostro primo videoclip su una pagina social dei Vandals. Poco dopo si è fatto vivo proponendoci un contratto di distribuzione mondiale.
Cosa riserverà il futuro dei Biffers? Cosa dobbiamo aspettarci?
Abbiamo in programma diverse sorprese: intanto vi anticipiamo che quest’estate faremo un’unica serata. Nel frattempo staremo chiusi in studio a lavorare su alcune novità. Nel frattempo è possibile scaricare “Vice” attraverso i più comuni portali, mentre la versione in CD, uscita con il supporto di Inconsapevole Records è acquistabile al nostro banchetto e sul sito di Monster Zero.
Un saluto ai lettori di punkadeka.it
Grazie a Punkadeka e ciao a tutti, vi aspettiamo ai nostri concerti!