Serata da incorniciare per i nostri amici della S.H.A.R.P. Milano, un Baraonda così pieno e partecipe credo di non averlo mai visto, come non ho mai visto aprire il portone dietro la batteria per far vedere il concerto a chi non poteva più entrare, dato che a metà serata circa si è arrivati al sold-out, quindi per ovvi motivi di sicurezza non è stato fatto entrare più nessuno.
Arrivo a Segrate che c’è ancora chiuso, nel piazzale tanta gente che viene da fuori, il Romagna contingent sta dando fondo alle scorte d’alcool e alla spicciolata inizia ad arrivare anche la parte meticcia e vera di Milano, una volta dentro si tira l’ora di inizio a suon di abbracci e stronzate, il clima è molto sereno e tutti hanno voglia e bisogno di un momento di svago dopo ciò che è successo in Romagna, di nuovo, a causa delle piogge…sul palco sventolano fiere le bandiere palestinesi e attorno al pit troviamo le distro, con un caloroso “bentornati” ai ragazzi di Rock Out Fascism, e tra una birretta e l’altra è già l’ora di iniziare con i maestri del warm-pit, i Medium Beer non hanno bisogno di essere in forma per conciare i kidz per le feste, sono naturalmente folli ed il loro concerto lo vivi solo se ti lasci trasportare, giovani e strafottenti incendiano tutto, e non gli si chiede altro; poco dopo tocca ai Prodotti Locali, la band bergamasca non la vedevo da prima dell’apocalisse e mi mancava terribilmente il loro street punk genuino, sul palco sono delle furie e sotto si divertono tutti, ad un certo punto sale anche Albe dei Miners per fare un pezzo assieme, importante anche la presenza degli orobici tra le già folte fila di teste pelate.
La serata sta volando fin troppo velocemente, non sto nella pelle perché stasera finalmente vedrò dal vivo gli Iena, freschi di uscita dell’ultimo tassello della trilogia della morte, la band fiorentina è esattamente come me la aspettavo: potenti, trascinanti, granitici, musicisti incredibili che sanno aumentare il voltaggio che muove il pit, poche foto (scusatemi) perché me li sono voluti godere il più possibile, così come i mitici Mele Marce, ragazzi che bordello che han tirato su, penso uno dei set più devastanti della serata, molto bello vedere tanti giovani partecipare e buttarsi dal palco, mi raccomando che contiamo su di voi, che noi ormai siamo anziani ed il Brufen costa caro…spazio agli ospiti d’eccezione della serata, ero molto curioso di vedere i Brux, al primo impatto non può non saltare all’occhio il chitarrista che sembra uscito da un disco dei Deep Purple, ma appena attaccano resto letteralmente stregato dalle movenze e dalla sua bravura, all’inizio il pit è leggermente congelato, forse ancora provato dal concerto delle Mele Marce, e forse perché qui in Italia i Brux non sono molto conosciuti, ma sono bastate una manciata di note per far tornare tutto al livello corretto, apoteosi con la hit “no cierres el bar”, che mette d’accordo noi ubriaconi ed il compagno barista…a proposito, il bar è inagibile, penso stia per esplodere dalla calca che c’è, ma i sorrisi dell’intera brigata del Baraonda non mancano mai, è questo che mi fa amare questo posto.
Siamo quasi ai titoli di coda, chiudono la serata i maestri Gozzilla e le tre bambine coi baffi, inutile che vi stia a spiegare che cazzo hanno combinato sopra, sotto e dietro al palco, la band di Aprilia è nata per queste situazioni, il Baraonda trema, ma non c’è una persona che non sorride, anzi vedo che sorride anche il vero eroe della serata, Fabio il fonico giunto in aiuto, che ha fatto si che tutto filasse liscio, e direi che l’applauso più caloroso va a lui.
Dopo le ultime note saluto velocemente tutti quelli che riesco, ho un sorriso stampato in faccia che non andrà via nemmeno il giorno dopo, e che mi sta tornando adesso che sto scrivendo le poche cose che mi ricordo a 2 mesi di distanza, i miei sinceri complimenti a chi ha tirato su una festa del genere, è stato un evento incredibile a 360°, e sono felice di aver partecipato.