Come vi avevamo annunciato QUI, alla fine il disco acustico dei Punkreas è uscito…ed è una bomba!
Ero andato a vederli in una data del tour dell’anno scorso, e l’avevo trovato nello stesso tempo divertente, coinvolgente e frustrante. La musica dei Punkreas, lo sanno tutti, è fatta per essere ballata, pogata e col sudore di qualche migliaio di persone addosso, quindi in questo periodo, beccarsi una versione acustica da seduti al tavolino, è stato (almeno per me) difficoltoso. Detto questo, i Punkreas erano L’UNICA band punk italiana che quando si suonava “normale” vedeva ai loro concerti 3 generazioni di pubblico: i giovanissimi (15-25) davanti che pogano, i medio-giovani (25-35) che affollano il parterre ma senza ammazzarsi troppo e i vecchi (35 e più, io sto fra questi) che si bevono le birre ai lati e in fondo (adesso arrivano i soliti fenomeni della serie “oh, io ho 50 anni ma pogo ancora” Ok Boomer, bella per te, non è una gara)…con questa nuova formula ho come l’impressione che i giovani desiderosi di adrenalina e mazzate ce li siamo giocati.
“Funny goes acoustic” è un disco maturo, consapevole, non “punk” ma che mantiene intatta la foga dei vecchi dischi, e lo fa con arrangiamenti spettacolari e intelligenti…non ci sono chitarre distorte o una batteria pestona ma il coinvolgimento è assicurato, specie se conosci il materiale originale (ma chi qui non conosce le varie hit dei Punkreas?).
Il disco parte con un pezzo nuovo che ci dimostra che le capacità di songwriting della band negli anni non hanno fatto che crescere, “Il prossimo show” è fresca, divertente, con un testo e un ritornello spettacolari…la veste acustica inoltre aiuta a dare originalità a una formula, quella della musica della band, che inevitabilmente era un po’ ripetitiva (è punk, non è che ci sia grande possibilità di sperimentazione con ‘sto genere, specie se hai un grosso nome e un sound ben definito e riconosciuto).
Dopo questa parte il best of…tutte le hit ognuna rivista e reinterpretat:
“Sosta” country/western, “Fegato centenario” soft/porno, “Tutti in pista” e “Disgusto totale” acustiche sono semplicemente irresistibili ed è assurdo sentire quanto risultino fresche pur essendo state scritte 200 anni fa, “La canzone del bosco” sembra uscita dal primo disco di Manu Chao, “Occhi puntati” shuffle, “Falsi preoccupati” flamenco…e dove non è possibile riarrangiare in maniera originale, basta buttar dentro un sacco di cori e percussioni e l’energia è garantita.
Ecco, se c’è una cosa che mi è mancata quando ho visto i Punkreas live l’anno scorso, sono le percussioni…in questo periodo la band è di nuovo in tour, la potete vedere live QUI.
In attesa ovviamente di poter tornare a spalmarci il sudore di estranei addosso, rovesciandoci birre annacquate sulla maglietta, e schivando (ma non sempre) calci e gomitate…come ai bei tempi pre 2020.
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