I Punkreas hanno appena fatto uscire un nuovo EP, “INstabile”, che insieme all’EP dell’anno scorso “INequilibrio” forma un disco intero di 13 tracce chiamato “INequilibrio INstabile”.
La presentazione di “INequilibrio” fu esattamente un anno fa in un Alcatraz totalmente pieno; così come stasera al Live Music Club: non so se è stato raggiunto il sold out, ma il fatto che la band sia riuscita a riempire entrambe le volte nonostante nel 2018 abbiano fatto almeno altre due date a Milano (Agosto ’18 e Ottobre’18) è la dimostrazione che quando raggiungi un certo status puoi fare un po’ quello che vuoi, che andrà comunque bene.
I Punkreas sono ormai una band irrimediabilmente “vecchia”, eppure sul parterre dei loro concerti si alternano 3 generazioni: i 15-25enni sotto il palco che pogano e hanno il tipico entusiasmo della loro età, i 25-35enni che si godono il concerto e vogliono sentire se i pezzi nuovi sono all’altezza di quelli con cui sono cresciuti, e i 35-50enni (ciao, eccomi! n.d.Ga ) che sono più che altro interessati a vedere com’è invecchiata la band simbolo della scena da cui tutti noi proveniamo.
E com’è invecchiata la band? Fottutamente bene. Dal vivo fanno sempre il loro discreto casino, ma questo lo si sapeva già, data l’alta percentuale di concerti che tengono. I pezzi nuovi si amalgamano piuttosto bene con i vecchi, “Fermati e respira” e “U-soli” sono accolti dal pubblico quasi come se fossero già dei piccoli classici, per i pezzi più nuovi come “Marta” (il cui ritornello è comunque cantato a squarciagola) è solo questione di tempo.
In mezzo i Punkreas hanno deciso anche di dare una mano a gente che se lo merita, come ad esempio Paolo Gerson: il suo nuovo pezzo “Con tutta una morte davanti” viene suonata quasi verso la fine della prima parte di concerto, con i Punkreas a fargli da backing band, e il pubblico che dimostra di conoscere già il pezzo nonostante sia uscito da pochi giorni. Poco dopo è il turno degli storici Ritmo Tribale, in un ‘inedita formazione con un Noyse superesaltato alla chitarra e Gagno alla Batteria. La chiusura del concerto è affidata alle solite super hit (“Il vicino”, “Canapa”, “Sosta”…vabbè, non ve le devo dire io, no?).
In apertura ci sono stati i Water Tower, che da quando hanno preso questo batterista “nuovo” sono molto migliorati, e i Cara Calma, che sono una pallida e noiosa copia dei primi Ministri.
Di Gabriele Squillace
Foto di Amanda Milan