Punk Rock Holiday – Giorno 3

Il terzo giorno inizia presto, sul Beach Stage ci sono gli Arc de Triomf che CREDO siano la prima band che non canta nè in inglese nè in sloveno, a esibirsi al PRH. Gli Arc de Triomf infatti sono una ska-punk band di Barcellona che canta in catalano…di conseguenza non capisco una parola di quello che dicono. Però sono fantastici. Fanno uno ska-punk piuttosto moderno, che sembra un ossimoro, ma con un uso intelligente di qualche inserto elettronico aiutano a svecchiarne il sound indicando quella che potrebbe essere una via percorribile per chi fa questo genere. Gli Arc de Triomf salgono sul palco in un orario infelice: 12.50 del penultimo giorno, quando ormai la gente inizia a essere stanca, e non è così facile generare entusiasmo; ma questo alla band non interessa, salgono sul palco con due sole finalità in testa: divertirsi e fare un bello spettacolo. E così fanno, la poca gente sotto il palco va man mano aumentando, la maggior parte delle persone preferisce stare all’ombra, ma quando è chiaro che sotto il palco ci si diverte di più, nel giro di qualche canzone il parterre è pieno. Il chitarrista ad un certo punto si unisce al circle pit continuando a suonare, e a fine concerto partono anche i coriandioli (prima volta nella storia del Beach Stage credo). Una bella lezione ai Reach AD e a quelle band che si incazzano se la gente non va subito a piazzarsi davanti al palco.

Anche oggi è una giornata che mi serve per conservare le energie, visto che l’ultimo giorno (domani) sarà stancante come il primo, allora nei miei piani c’erano gli Young Enough solo che sapete come vanno ste cose, quest’anno hanno piazzato un sacco di sdraio e postazioni varie davanti alla rampa, alle spalle c’è il bancone di un bar, menarsi via guardando gli skaters e bevendo birra è un attimo…la giornata passa in un secondo, ad un certo punto c’è pure un set acustico non previsto di Jen Razavi allo stand della American Socks, cosa fai non ti fermi a guardarlo? E’ un po’ la replica del suo set sul Beach Stage, ma più intimo, racconta di quando ha preso i funghi (non quelli in sconto dell’Esselunga), suona qualche pezzo in più delle Bobmpops e in generale è adorabile come sempre.
A inizio serata è ora di spostarsi sotto al Main Stage perchè le Bad Cop/Bad Cop salgono belle agguerrite, hanno una intro techno mega esaltante ma poi il loro concerto inizia con qualche scricchiolio, un po’ di imprecisioni e stonature, ci mettono un po’ a ingranare, Stacy Dee ammette di aver bevuto un po’ troppo (ad un certo punto urla “Se non conoscete gli Scream siete dei poser! Ah no, nessun giudizio, questo è uno spazio sicuro!” uhm ok) ma quando ingranano sono una macchina da guerra e il pezzo conclusivo “Womanarchist” è ormai un vero e proprio inno femminista cantato a squarciagola da chiunque.
Dopo di loro due band nuove, fresche, innovative, mai viste da queste parti: Good Riddance e Pennywise. Ormai avete capito dove sono le scalette, cosa vi devo dire? Volete sapere se l’esecuzione tecnica è stata all’altezza? Se la gente ha pogato? Se è successo qualcosa di particolare? Uhm, si, durante Stand by me è salita l’onnipresente Jen Razavi a fare i cori, e ad un certo punto hanno portato via uno in barella perchè si era tatto male volando sul palco. Anche la stage invasion durante BroHymn ormai è un po’ uno standard…oh, ovvio, chi lo fa per la prima o la seconda volta lo troverà una roba esaltante, gente che si ammucchia sul palco, musicisti che spariscono, corpi che cadono da 3 metri di altezza e non si sa dove vanno a finire, musica che va e viene, i cori…bello eh, ma dopo la 15esima volta che lo vedi ti amoziona di più la birra che ti hanno appena spillato al bancone davanti al palco, quella almeno è nuova.

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