Punk Rock Holiday – Giorno 1

C’è così tanto da dire su questa giornata che non so neanche da dove iniziare.
Iniziamo dal fatto che ho 45 anni, e non so voi (mi rivolgo ai miei più o meno coetanei) ma per me è sempre più difficile trovare una canzone che mi faccia emozionare già dal primo ascolto, una canzone che ti entra nel cuore per motivi che non riesci neanche a spiegarti e resta lì…io una canzone così l’ho trovata qualche mese fa, ascoltandomi un po’ di band che non conoscevo quando è uscita la lineup di questo festival: “Remember me” degli Urethane. Il mio obiettivo primario quindi era ascoltare questo pezzo dal vivo.
Oltre a questo, la lineup di oggi è, per i miei gusti, la migliore del festival, quindi alle 12.30 ho preso i miei 45 anni, le mie scarpe bucate, la mia birra d’ordinanza e mi sono piazzato davanti al Beach Stage.
Aprono gli Earth A.D. sono veramente incazzati, sembrano dei Pantera che si sono svegliati con una cartella di Equitalia e sono scesi col piede sbagliato dal letto, il più incazzato è il bassista che urla delle cose (probabilmente insulti) alle persone che non si avvicinano al palco…i pezzi si assomigliano un po’ tutti, variano solo in velocità, il cantante urla tantissimo, ma a differenza del bassista sembra divertirsi.
Confronto a loro i Red Summer Tape sono una boccata di ossigeno, sono venuti a vederli principalmente perchè sono italiani (di Roma) ma mi stupiscono positivamente, loro si definiscono heavy pop punk e lo capisco, ma nel loro sound io ci sento anche Bon Jovi e in un pezzo c’è pure un synth che ricorda i Van Halen. Belli freschi, allegri, non annoiano, ma la gente ancora non si muove molto. Che fare allora? Facile, una strofa e un ritornello di Linoleum, ora si che la gente inizia ad ammazzarsi, e resta bella attiva fino alla fine dello show.
Dopo di loro ci sono i The Hostiles, che mi confermano una cosa che so da molto tempo: se non sai scrivere pezzi decenti ficca dentro una chitarra in levare, 2 fiati e vedi che la porti a casa. Intendiamoci, voglio bene allo ska-punk, lo suono dal 1993, ma veramente sti Hostiles un ritornello decente, una roba che si fa ricordare non lo tirano fuori neanche per baglio (forse giusto “Night out”), ma fra ritmiche ska e fiati risultano comunque abbastanza piacevoli e il parterre apprezza.
Mi perdo un paio di band, e arriviamo agli headliner del Beach Stage, gli Urethane.
Alla chitarra c’è un vero e proprio mito: Steve Caballero, se non sapete chi è andate su Wikipedia subito, scoprirete che è una leggenda dello skate, ha inventato tricks, è stato eletto Skater del Secolo nel ’99, è un personaggio nei videogiochi di Tony Hawk (pro skater 2, underground, ecc) e ora ha pure la sua band punk hardcore melodico. Sono buoni? Si, molto, ve lo dice uno che il punk hardcore melodico lo tollera giusto per 3 minuti. Sarei qui se non fosse per Remember Me? Credo di no, ma sarebbe un peccato perchè mi perderei altri pezzi fantastici come la opener “Avalanches” e “Gravity”, chiude “Remember me”.

Ci si trasferisce poi al Main Stage perchè sta iniziando quella che al momento in cui scrivo è la band più divertente di tutto il festival: Buster Shuffle. Jet Baker è un front man fantastico, dal minuto in cui sale sul palco tiene in mano la folla che si sta radunando e piano piano la guida attraverso un’ora di ska, punk e rocknroll con pezzi spettacolari tra cui anche “Out of space” dei Prodigy. In mezzo c’è anche un momento fantastico in cui Jet accenna Bohemian Rhapsody e it Must be Love, fa partire un singalong, coinvolge la gente e la porta a scatenarsi su “You never can tell” di Chuck Berry. Maestria totale.

Altra grandissima band Ska sul palcone sono gli Slackers: tutto in loro trasuda CLASSE. Il loro modo di stare sul palco, le loro canzoni, come interagisono con la gente…è tutto estremamente cool e rilassato eppure allo stesso tempo le loro canzoni sono impossibili da ascoltare stando fermi. Per chi non li segue particolarmente ci sono almeno due hit che tutti conoscono perchè presenti sulle varie compilation  “Give ’em the boot”: “Watch this” e la conclusiva “Have the time” (fanno anche una cover rocksteady di “Attitude” dei Misfits).
Durante gli Agnostic Front, mi spiace amici che seguite l’hardcore NY ma c’è l’acustico degli Urethane allo stand della American Socks, e non me lo perdo per niente al mondo.
Chiusura con gli attesissimi Dropkick Murphys…che posso dire, per me è da “Going out in style” che non tirano fuori un pezzo decente, e senza Al Barr per me bah. Con mia grande delusione rendono irish pure “Skinhead on the MBTA”, e come sempre non fanno niente da “Sing Loud, Sing Proud”. Per carità sono l’unico a pensarla così eh, il concerto è una bomba, la gente impazzisce, ci sono un sacco di stage invasion, ma non fa (più, una volta li amavo) per me.

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