Secondo giorno, il tempo è ancora clemente, per fortuna perché quest’anno c’è una simpatica novità per chi arriva dal centro di Tolmin: la strada che porta all’ingresso stampa/vip/beach stage è interrotta, c’è una simpatica grata che impedisce l’accesso, e per fare 20 metri di strada bisogna passare di fianco alla casa di uno, a un campo da tennis, e nel retro di una scuola, il tutto per un totale di metri 400. Il contapassi del mio cellulare ringrazia, io un po’ meno. Ah, senza contare che metà di questo percorso la sera non è illuminato, quindi lo si fa al buio più totale. Vabbè, Punk Rock Holiday è anche questo.
Oggi sul Beach Stage ci sono i Deaf Devils, band che mi aveva caldamente suggerito un amico; quindi appena salgono sul palco sono pronto. E per fortuna l’ho ascoltato, sono una band della madonna! Spagnoli, con un look fantastico e un death-punk rock’n’roll tra New Bomb Turks, Turbonegro, Nashville Pussy, degli Hives più drogati e a volte si va a finire nei Motorhead più ignoranti. La cantante (tale Lucyfer) ha una presenza scenica fantastica, è una di quelle front woman da cui non riesci a togliere gli occhi, a un certo punto c’è anche spazio per un cambio d’abito (CREDO sia una prima volta sul Beach Stage). Chiudono con una cover di “Fight for your right to party” con cantante e chitarrista in mezzo al pubblico.
Dopo di loro i Drunktank, qualche anno fa mi avevano stupito con un mix a metà tra l’hardcore melodico e l’heavy metal. Quest’anno mi spiace ma non resisto più di tre canzoni perché di metallo non è rimasta traccia…mi dicono che l’hanno tenuto per gli ultimi pezzi, ma ora di allora ero a guardare gli skaters mollemente adagiato su una sdraio. Peccato.
La sera un’altra band che mi aveva stupito qualche anno fa, e che conferma di essere la più potente in assoluto del festival: i Terror. Ogni volta mi stupisco di quanto cazzo siano pesanti, senza troppe accelerazioni facili per far fare circle pit e casino vario, ma con un Groove continuo, semplicemente devastante. Sempre fighissimi.
Ai Less Than Jake cosa vuoi dire? Li vado a vedere dal 2001 e non sono cambiati una virgola, rivederli ogni volta è come rivedere vecchi amici, e si sa che i loro concerti sono sempre super coinvolgenti e divertenti. Durante “All my best friends are metalheads” il bordello sotto e sopra il palco raggiunge livelli inediti con un crowd surfing incontrollabile…ad un certo punto incitano a fare un un circle pit più grande di quello dei Terror. E ci riescono anche. C’è anche spazio per un siparietto inedito: un ragazzino chiede di poter suonare il basso, Chris spiega che di solito non lo fanno perché è una cosa che ammoscia lo show, ma per una volta fanno uno strappo. Sale il ragazzino. “Che pezzo vuoi fare?” bisbiglia qualcosa all’orecchio, Chris “Ah, niente di che, The science of selling yourself short, è solo il nostro secondo pezzo più importante di sempre”. Si accordano per una strofa e ritornello, e via…il ragazzo non se la cava male. Però speriamo non diventi una moda. Non vedo l’ora di rivederli al Bay Fest!