PUNK ROCK HOLIDAY 2022 LIVE DIARY. GIORNO 2

La mia giornata inizia alle 15.20 quando sul beach stage salgono gli italiani A Part of Us. Hardcore bello tupa tupa urlato aggressivo, con 2 ex Superhorror (band horror-glam veneta) subentrati recentemente e integrati perfettamente, intrattengono una mezzora la gente davanti al palco che tira fuori una palla e mentre poga si mette a giocarci, mancano solo una pizza e un mandolino e coi luoghi comuni sugli italiani siamo a posto.

La sera arriva piuttosto in fretta, e alle 21 è ora di posizionarsi sotto il main stage, perchè in 10 minuti salgono sul palco i Bouncing Souls, che non vedo live da quasi 20 anni. Li avevo visti nel pomeriggio per un’intervista (che leggerete prossimamente qui), e il tempo è stato decisamente clemente con loro…non hanno perso energia, nè entusiasmo quindi appena parte il coro di “Olè!” attaccato a “That song”, sotto il palco parte il macello che aumenterà esponenzialmente fino a raggiungere il parossismo sull’inevitabile finale con “True Believer”. E’ bello vedere che in una situazione di macello sotto il palco e stage diving continuo, c’è una sorta di “organizzazione”….nessuno entra spintonando come un idiota, o si mette coi gomiti alti come 30 anni fa…certo c’è il solito stordito che si è dimenticato di consegnare il bicchiere quindi pretende di pogare con un bicchierone di plastica dura da un litro in mano, dandolo in faccia (per sbaglio) a chiunque. Per il resto c’è da dire che i Jersey Boys non tradiscono mai, “Kate is great” ci riporta direttamente nl ’97, quando uscì su una cassetta inclusa con (mi pare) Rumore (insieme a 1998 dei Rancid, Gotta Go degli Agnostic e altre…una volta la musica nuova la scoprivi anche andando in edicola), “Gone” unisce 6.000 persone in un coro enorme…se oggi non suonassero gli Interrupters penserei seiamente ad andarmene al Bay Fest a rivederli.
Coi Lagwagon cambia tutto…danno un po’ l’impressione che per loro è solo “another day in the office”, la voce di Joey Cape è andata a farsi un giro altrove (un po’ come al Carroponte). Certo, la gente si ammazza comunque, sono le canzoni con cui la metà di noi sono cresciuti, ma se ascolti con un po’ di spirito critico ti rendi conto che Joey parla, non canta, e l’entusiamso che ci mette è lo stesso che ho io quando ordino un veggie rice allo stand di cibo indiano qui. Toh, facciamo “Violins”, toh “Alien 8”. E la gente impazzisce. Bene così.
Ri-cambio di atmosfera coi Flogging Molly….partono con la loro super hit “Drunken Lullaby”, uno di quei pezzi che hai sentito ovunque negli ultimi 20 anni, e infatti il parterre esplode. Poco più di un’ora di irish-punk a cannone e anche il secondo giorno finisce alla grande…e stasera ci sono gli Interrupters. Nel frattempo vado a vedermi gli Abraskadabra sul beach stage.

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