Ok, dopo il picco dei due giorni scorsi l’interessometro inizia a scendere.
Il beach stage continua a vivere di vita propria, dalle 12 alle 18.30 fa da sfogatoio per chi vuole fare del macello/bere gia dal primo pomeriggio, e da colonna sonora per chi vuole farsi un bagno nelle acque dell’Isonzo, o rilassarsi sulle sue spiagge (di sassi).
Mi godo la performance di Dave Hause da bordo palco, postazione non ottimale per ascoltare la musica ma perfetta per cogliere i dettagli della performance e la relazione col pubblico. Anche Hause è un po’ “fuori contesto” (anche se nessuno lo è realmente qui) dal punto di vista musicale, ma il suo folk rock punkeggiante è perfetto per iniziare la serata. Hause viene dal Jersey, e si sente…le influenze di Springsteen sul suo songwriting sono evidenti, anche se lui ha meno pathos e le sue radici punk sono ben marcate. SCALETTA DAVE HAUSE
Dopo il concerto vengo assorbito da varie cose da fare di cui non frega niente a nessuno, e questo mi fa perdere, con mio grande rammarico, i Booze & Glory. Ne approfitto per raccontarvi due cose sui Descendents, headliner del giorno 1, che non ho potuto raccontare prima causa spazio:
Han spaccato come al solito. E come tre anni fa ce li siamo rivisti sotto un vero diluvio.
Diluvio che nulla poteva, però, contro la carica esplosiva di fans e band.
Con una scaletta aperta da “Suburban Home” e in cui ritroviamo dai classici intramontabili come “Hope”, “I’m the one”, “Silly Girl”, “Myage” alle più recenti ed altrettanto entusiasmanti “On Paper”, “Without Love”, “Victim Of Me, Nothing With You” e cosi via c’era davvero poco da chiedere. Uno show tiratissimo di ben 29 pezzi, intervallato solo dalla scenetta con la mega coffe mug, e chiuso nel giro di un’ora con “Thank You” e “Descendents” in concomitanza con la fine della pioggia.
Headliner del giorno 3, i Nofx. Chi legge Punkadeka i Nofx li ha visti dal vivo almeno un paio di volte, tutti sanno quindi delle loro chiacchiere, del macello continuo che si scatena su tutti i pezzi, di quanto siano (forse Rancid a parte) la band punk(/hardcore) più amata sulla scena, ma io voglio raccontare un’altra cosa. Fat Mike. Fat Mike credo si sia fatto tutta la settimana a Tolmin, sicuramente è stato visto aggirarsi nel backstage un po’ di giorni prima dell’esibizione della sua band, ad un certo punto ha fatto da fonico a una band del beach stage (non ricordo più qual era, sorry)…per chi non è mai stato al PRH immaginatevi di stare in una festicciola all’aperto, con qualche centinaio di persone, vi girate e al posto del dj c’è Fat Mike. Poi c’è l’instagram story postata dal PRH in cui interviene in un litigio che stava per degenerare tra un tizio della sicurezza e un punk in prima fila. Il nostro interviene e obbliga i due a una gara di “pollice di ferro” contro di lui riportando la pace e il sorriso dove stava per scoppiare il casino. Tutto questo ovviamente “crossdressed” (googlare per chi non sapesse).
Poi si, con la voce non ci arriva più…o cantano Jefe e Melvin o il pubblico, ma sai cosa? Sticazzi. Per me Fat Mike protagonista assoluto offstage di questa edizione del PRH. SCALETTA NOFX