a cura di Antonio Nevone
Vengono dal Canada, fanno un Dub-Reggae solido e ben suonato. Cosa ci fanno sulle pagine di una Punk Rock Webzine, vi chiederete? Beh in realtà il nome della band non dovrebbe lasciare troppo spazio ai dubbi: Punk in DUBlic è un gioco di parole proprio tra il titolo del classicone dei nofx datato 1994 e il genere “DUB” per l’appunto.
Nasce tutto circa un anno fa, attorno alla figura di Jeremy Costa, talentuoso produttore e musicista DUB di Montreal, Quebec. Affascinato da quanta complessità melodica ci sia dietro i pezzi apparentemente semplici di Fat Mike e soci, il buon Jeremy ha l’idea di formare una band dedicata a suonare cover dei Nofx in chiave DUB-Reggae, il suo genere, coinvolgendo alcuni tra i migliori musicisti con cui aveva avuto occasione di collaborare in passato. Nasce il progetto “Punk in DUBlic”.
Questo loro primo full-lenght “Emergency Broadcast Sound System” è stato prodotto e mixato proprio dallo stesso Costa e propone un Dub-Reggae old school di livello. Il classico vibe da Sound System c’è tutto, e fuso con le melodie e i testi dei Nofx crea un contrasto affascinante e inaspettato, portandoci a scoprire nuove sfumature del songwriting del nostro Fattie preferito. La copertina è ad opera della leggenda locale Danny Rebel, e dipinge una serie di citazioni dell’immaginario “noeffexiano” davanti allo storico locale di Montreal, il Foufones Electrique.
A suonare con Jeremy (Basso, Chitarra, Synth e Voci) ci sono il newyorkese Sammy Wags alle percussioni e il tastierista/cantante Ryan Nava, oltre ad un paio di cantanti di alto profilo: Sandrine Chouinard dei RADIUM MOON e Joyce N’sana che si cimenta in una ottima versione di Lori Meyers.
Forse l’idea di rileggere i pezzi dei Nofx attraverso un genere differente non è esageratamente innovativa (neanche per gli stessi Nofx). Eppure questo disco risulta sorprendentemente ascoltabile e coinvolgente fin da subito, grazie alla genialità degli arrangiamenti e alle emozioni “differenti” che riesce a suscitare, specialmente in chi già conosce ed ama i Nofx da tempo. Del resto, la tracklist sembra scelta proprio per questo tipo di ascoltatori: non è un disco infarcito dei soliti singoloni, che tuttavia non mancano, vedi Lori Meyers o Stickin in my eye. Ma è nella rilettura dei pezzi più rari della band californiana che vengono fuori delle vere e proprie perle, come nel caso della splendida “Freedom like a shopping cart”, seconda solo ad una incredibile, flesciatissima versione di “Pimps and Hookers”, a mio avviso vero apice dell’album. Il disco è divertente e mai noiso, molto valide anche “Dinosaurs will die”, “The Longest Line” e “Leaving Jesusland”, un gran pezzo a mio avviso troppo spesso sottovalutato. La scelta dei brani, l’ottimo livello produttivo e gli arrangiamenti complessi e “stilosi” quanto basta lo rendono un disco godibile al 100%. A riprova di questo, il singolo “Dinosaurs will die” è già in rotazione nelle radio canadesi. Decisamente da ascoltare per i fan dei Nofx, ma fondamentalmente straconsigliato a chiunque sia a caccia di nuova musica.