E’ uscito per One Chord Wonder e Monster Zero Records “Hum”, il nuovo disco dei torinesi Ponches.
Attendevo tantissimo il successore di “The Long Goodbye”, dal sottoscritto considerato il miglior disco del 2012 e uno dei miei dischi punk-rock italiani preferiti. Sarebbe stato difficile fare meglio, ed infatti quartetto piemontese non è riuscito nell’impresa, ma ha comunque realizzato un signor disco.
La miscela è sempre la stessa e non guasta mai: punk-rock in 4/4 veloce e melodico che accompagna l’ascolto dalla prima all’ultima traccia; gli unici “rallentamenti” sono The Russian Way (da considerarsi la Star War Inside Me di “Hum”), la successiva Gettin’ Jiggy With It, cantata dal buon Larry in stile Riverdales/Lillingtons (così come Amazingly Useless) e la conclusiva Anyway, Anyhow, Anywhere.
Il resto del disco è una scheggia, a partire dalla iniziale Through The End, fino ad arrivare alla mia preferita UVB-76 che narra della misteriosa stazione radio, nella quale i Ponches confermano la loro straordinaria dote di comporre pezzi semplicissimi ma allo stesso tempo di grande impatto e orecchiabilità.
Il sound mi risulta più aggressivo rispetto all’album precedente e lo si nota in canzoni come Got Sushi?! e He Came From The Cold.
Unica pecca è la fede calcistica di 3/4 della band, ma questa è tutta un’altra storia…
Ci sono voluti 3 anni per il post “The Long Goodbye”, ma se i risultati sono questi ben vengano altri 3 anni per il post “Hum”.
Tracklist:
Through The End
Got Sushi?!
Billy Milligan
(See You) In a While
Shame, Same Shame
The Russian Way
Gettin’ Jiggy With It
He Came From The Cold
Get It Barry!
Amazingly Useless
UVB-76
Anyway, Anyhow, Anywhere