PLUG OUT HEAD: Apocalictic Dream

Dalla assolata patria dei Duff e dei Lumpen e più precisamente dalla città degli Scassamenti arrivano i Plug Out Head, band composta da giovini punk rockers reggini fondata nel 2013 che conserva da allora la formazione immutata. Dopo un full length datato 2016 (Milkshake) tornano con “Apocalictic Dream”, EP che si distacca dalle prime sonorità prettamente pop punk di scuola 90/2000 per approdare ad un sound più complesso e ricco di più influenze. Qui il punk è più una filosofia, uno stile di vita che viene utilizzato per declinare il concetto di musica, ampliandolo mettendo le mani in pasta nelle origini musicali che probabilmente hanno formato i singoli elementi della band in tenera età. Fin dalla prima traccia “Music To Me“, un’ode alla settima arte come si può intendere dal titolo, troviamo una massiccia dose di rock’n’roll che del riff ne fa il motivo portante e che già dalle prime note fa notare una produzione sonora dell’ep di tutto rispetto. Lo shuffle di “Here in the south“, con il suo testo ironico/critico ci porta verso territori più folk rock, sarà forse per il mix di inglese e calabrese che unito alla scelta ritmica dà la sensazione che i POH puntino a farci tarantellare sul posto. “Addiction” e la title track navigano verso il grunge l’alternative d’oltre oceano, quel sound comunque “cugino” del nostro amato punk, partorito dai Nirvana e dagli Smashing Pumpkins nella loro forma meno soporifera.”Just A Mask” si presenta come un anthem dal tono epico che tocca sonorità tipiche di quel class rock che non stonerebbe nella colonna sonora di uno dei capitoli di Rocky (mi immagino Stallone che si fa il culo per le strade di Philadelphia con in mano una pannocchia). Chiude “Mad Wolf” composizione tesa che affronta l’argomento sempre troppo attuale della violenza, song per cui è stato anche realizzato un clip (per i più nerd come il sottoscritto il video ricorda Beastars, anime che nell’analisi delle diversità spiega perché siamo più o meno tutti con la testa nella merda, raccomandato) la canzone si dà ad un Hardcore furioso, probabilmente anche per l’influenza che il testo ne riversa al suo interno, che in una manciata di minuti non fa sconti chiudendo l’EP con un senso di pugno in pancia.
La cricca ha optato per l’inglese per comunicare i propri scazzi, sentimenti e speranze e niente da criticare per la scelta, mi viene da dire però che se i pezzi fossero stati cantati in italiano non sarebbero sfigurati affatto sia per metrica, a mio avviso si prestano bene, che per argomenti trattati. Ma del resto chi sono io per dire tutto ciò? In effetti questa rece è solo un ammasso di parole che mi escono dalla testa a sensazione. Fate voi la vostra andando ad ascoltare la band preferibilmente non utilizzando la fottuta cassa di uno smartphone, cosa che ovviamente fa fatta per tutta la musica se ve ne fotte davvero qualcosa. Qui sotto trovate i loro contatti , il video e pure il disco, così vi sbattete il giusto.

https://www.instagram.com/plugouthead/

https://www.facebook.com/PlugOutHead

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