“Yesterdays” è il titolo del nuovo album dei Pennywise, il primo dopo il ritorno di Jim Lindberg. In realtà questo lavoro risulta essere una raccolta di vecchi brani dei Pennywise ri-arrangiati e incisi per la prima volta. Il periodo (relativamente breve) di Zoli Téglas si è risolto con l’insipido album “All Or Nothing”, e ora è giunto evidentemente il momento in cui il leader torni al suo posto (dopo l’altrettanto insipido progetto dei Black Pacific). Se dovessi giudicare questo album non solo dal punto di vista musicale ne verrebbe fuori una accozzaglia di critiche e offese: questa per me è stata una delle reunion più inutili della storia del punk-rock. Solo i Black Flag sono stati capaci di battere i Pennywise. Ho deciso dunque di limitarmi all’ambito musicale.
“Yesterdays” si presenta come un buon album di punk-rock tirato e potente, insomma un album alla Pennywise. L’inizio è al fulmicotone con What You Deserve, Restless Time e soprattutto Noise Pollution, pezzo che preferisco in assoluto e che mi ricorda molto da vicino i Minor Threat. La parte centrale del disco è invece un po piatta, senza infamia e senza lode, eccezion fatta per Thanksgiving e Public Defender ovvero pezzi già sentiti mille volte nella discografia dei Pennywise ma che sul sottoscritto fanno sempre un certo effetto. L’album termina con I Can Remember, il classico punto esclamativo che farebbe diventare bello anche l’album più mediocre in circolazione, dedicata molto probabilmente all’ex bassista Jason Thirsk, morto nel 1996.
Insomma lavoro onesto per i Pennywise, anche se la band di Hermosa Beach ha senz’altro vissuto anni migliori. E poi c’è quel discorso della reunion….