PENNYWISE: From the Ashes

Ormai dire Pennywise è diventato sinonimo di punk-rock di ottima qualità e con questo “From the ashes” – casomai ve ne fosse stato bisogno – la band di Hermosa Beach dimostra ancora una volta di essere una delle band leader della scena punk-rock internazionale.
Loro incarnano pienamente l’essenza di quello che intendo per punk: politicamente e socialmente impegnati, potenti e grezzi nel sound, mai scesi a patti con nessuna major o fatti abbagliare dal dorato mondo di Mtv ma sempre andati “Straight ahead” per la loro via dimostrando il proprio valore non grazie a stupidi hit-single o imponenti campagne pubblicitarie ma grazie alla potenza delle loro performance live che li vede on the road da più di dieci anni.

“From the Ashes”è il classico Pennywise album, proprio quello che ogni amante di questa band si aspetta da loro: punk rock potente, veloce e diretto con alla base testi politically uncorrect. Oltre questo però la band ha saputo anche avere un’evoluzione che li ha portati a cercare nuovi ritmi senza però perdere la propria identità.
La chitarra acustica che introduce “This is only a test”, il piano in “Yesterday” (usato già in precedenza ma solo come intro o outro, mai come parte integrante di una canzone) oltre ad alcuni atipici riff di chitarra ed un impostazione vocalica decisamente più melodica e meno carica di rabbia rispetto al precedente “Land of the free?” sono infatti le novità che troviamo.
All’interno delle quattordici tracce dell’album sicuramente si contraddistinguono per originalità e personalità canzoni melodiche come “Yesterdays” che ti entra in testa sin dal primo ascolto oppure potenti come“God save the Usa” che incita ogni punkers a ricercare le proprie certezze e verità al di fuori del “Grande Fratello” orwelliano. Unico episodio sfortunato di “From the ashes” è probabilmente “Holiday in the sun” che proprio non riesce a convincere e soprattutto che ha un terribile intro identico ad “Have you ever” di “Americana” degli Offspring, sentire per credere!!
I testi sono ancora una volta carichi di riferimenti alla politica interna ed estera dello Zio Sam ma a differenza di “Land of the free?” in cui si attaccava apertamente il governo questa volta i Pennywise invece cercano di offrire le risposte per un nuovo tipo di politica che non sia fondato sullo scontro frontale di civiltà ma sul reciproco rispetto che ci dobbiamo portare noi essere umani per non arrivare ad ucciderci a colpi di bombe atomiche.

“Full circle” è stato sicuramente un album profondo e carico emotivamente che ha risentito fortemente del dolore dovuto alla prematura scomparsa del fratello e compagno di viaggio Jason Matthew Thirsck, “Straight Ahead” al contrario era energia e potenza allo stato puro, “Land of the Free?” invece è stato un album prettamente politico con un sound energico e grezzo mentre questo “From the Ashes” riassume in pratica la produzione degli ultimi sei anni dei Pennywise poichè troviamo forti richiami emotivi (è forte ancora il ricordo dell’11 settembre) , potenza ed energia la fanno sempre da padrone e alla base è rimasta comunque una forte componente politica sicuramente più matura e ragionata rispetto al precedente album.

Questo è PUNK, queste band sono quelle che ancora mi fanno credere che esiste una scena fatta di band che ancora credono in quello che fanno e dicono non si fanno comandare dal dio denaro!! Onore Ai Pennywise!!
Voto : 8+ (Pennywise: il ritorno dei maestri del punk rock!!)
Tracklist
1. Now I Know 2. God Save The USA 3. Something To Change 4. Waiting 5. Salvation 6. Look Who You Are 7. Falling Down 8. Holiday In The Sun 9. This Is Only A Test 10.Punch Drunk 11.Rise Up 12.Yesterdays 13.Change My Mind 14.Judgment Day

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