Da anni infuocano il mondo con le loro performance cariche di potenza ed energia, sono una delle migliori punk band della scena e da poco sono tornati con il loro ottavo full-length intitolato “From The Ashes”.
Ovviamente stiamo parlando dei Pennywise e a pochi giorni dall’uscita del loro ultimo disco ci siamo fatti una lunga chiacchierata, tra politica e musica, con Randy Bradbury, bassista e “quinto” membro della band di Hermosa Beach.
Siete tornati da poco con un nuovo full-length intitolato “From the Ashes” che riassume l’essenza della vostra band. Mi contraddiresti se ti dicessi che questo è il più completo e probabilmente il migliore album dei Pennywise?
Randy: Concordo pienamente con te perchè penso che questo sia l’album dei Pennywise più completo e maturo sotto il punto di vista del sound. Dobbiamo ringraziare molto Darian Rundall che dalla cabina di regia ci ha saputo indirizzare verso questo risultato. Ci abbiamo messo molto tempo a comporlo e poi a rifinirlo, è stato un lavoro lungo e doloroso perchè Fletcher ha perso suo padre mentre eravamo alle prese con le registrazioni. Un lutto che ci ha colpito tutti perchè sentiamo la band come una sorta di seconda famiglia e il dolore di uno e il dolore di tutti.
Musicalmente in “From the Ashes” sono presenti nuove sonorità. Innanzitutto ho notato una impostazione decisamente più melodica della parte vocale rispetto ai precedenti album, poi l’utilizzo del piano in “Yesterday” e della chitarra acustica in “This is only a test” oltre a nuovi riff. Da cosa dipende questa evoluzione?
Randy: Non te lo saprei dire. Ogni giorno noi cresciamo come uomini e lo stesso facciamo come artisti e quindi è naturale poi sperimentare nuove cose però mantenendo sempre la stessa integrità e lo stesso sound che ci ha contraddistinto per anni. Abbiamo voluto portare queste nuove componenti all’interno del nostro sound senza cercare di cambiare troppo perchè poi avremmo snaturato il nostro sound. Abbiamo cercato di trovare una nuova dimensione che rappresenti sia un altro passo per la nostra band sia l’essenza di questo album. Per noi l’importante ad ogni album è di fare un piccolo passo avanti.
La critica internazionale però vi accusa, per me ingiustamente, di fare sempre gli stessi album e di esservi ormai fossilizzati su quel determinato sound che vi ha reso celebri…cosa gli rispondi?
Randy: Sono anni che ormai ci accusano di questo e come vedi noi ce ne siamo sempre fregati perchè non abbiamo alcun dovere nei confronti della “critica”. La cosa più importante per noi sono, e lo saranno sempre, i nostri fan che ci seguono con calore e passione da anni ed è solo verso loro e la nostra band che abbiamo dei doveri. Noi amiamo la nostra musica e come ti ho già detto sono orgoglioso di “From the Ashes” . Poi se avessimo cambiato ci avrebbero accusato di esserci venduti, mantenendo fede al nostro sound ci criticano ugualmente quindi il problema non sussiste perchè in entrambi i modi per la critica avremmo sbagliato. Poi sinceramente non ritengo che l’album “Pennywise” e “From the Ashes” abbiano lo stesso sound, poi può darsi che mi sbaglio (ride).
I testi nei vostri album parlano sempre di politica e della nostra società ma in quest’ultimo album sembra che non abbiate più la stessa rabbia di “Land of the free?” dove avevate denunciato i paradossi della situazione politica internazionale attuale. Mi è sembrato che più che uno spirito di denuncia sociale questa volta abbiate cercato le risposte alle domande che questo nuovo mondo ci pone e soprattutto nuove soluzioni al di là dello scontro frontale di civiltà che ci si prospetta in un prossimo futuro. Concordi con quello che ho detto?
Randy: Hai assolutamente ragione perchè non abbiamo voluto essere ridondanti e ripetere nuovamente le stesse cose. Considera pure che “Land of the Free?” è stato registrato prima delle Twin Towers quindi qualcosa inevitabilmente è cambiato nel mondo. E’ Jim che si occupa dei testi, d’altronde è l’unico che è andato all’università, e questa volta ha voluto sottolineare come sia importante in questo momento cercare nuove soluzioni che non portino a stupide guerre come in Iraq o stragi di massa come quelle dell’11 settembre. Non potevamo dire nuovamente “Ehy guys le cose qui fanno schifo” , che senso avrebbe avuto? Solo un cretino e i nostri politici non se ne sono ancora accorti! Abbiamo sentito tutti l’esigenza questa volta di trovare un modo per andare avanti e non fermarci a guardare inermi quello che ci succede davanti a noi ogni giorno, sia nelle strade e sia nelle altre parti del mondo che siano Iraq, l’Afghanistan, Israele o qualsiasi posto dove la gente muore per conflitti tra “animali” quali possiamo essere noi uomini.
Il mese scorso tutto il mondo ha partecipato commosso alle celebrazioni dell’11 settembre, data che più di altre ha segnato l’ingresso di questa civiltà in un nuovo millennio dominato purtroppo da venti di guerra. In questi ultimi due anni oltre al disastro delle Twin Tower stiamo tutti quanti purtroppo assistendo a due assurde guerre di offesa della triade Bush-Blair-Berlusconi verso l’Afghanistan e l’Iraq dove molti ragazzi come noi hanno perso e purtroppo stanno perdendo la vita. Dopo l’11 settembre cosa è cambiato nella tua vita e soprattutto nel tuo rapporto con la vita?
Randy: Non puoi non cambiare quando vedi quelle scene. Non è importante che quelle erano persone degli Usa, perchè prima che essere americani quelli erano esseri umani, non dobbiamo dimenticarcelo mai. Sicuramente è cambiato qualcosa nella mentalità americana. Ti faccio un esempio cosi capirai meglio, voi in Europa non date la politica come qualcosa di scontato,già dato e immobile. Vi attivate per protestare e manifestare le vostre idee sia andando a votare, sia con movimenti di piazza che uniscono gente da tutti paesi. Voi europei volete essere costantemente informati, dall’adolescente all’anziano, su quello che i vostri politici fanno. Questo non è una cosa di oggi, è sempre stato cosi da voi. In America ciò non è mai successo, nessun americano si interessa alla politica del proprio paese a meno che questa non venga a toccare i propri interessi quotidiani. Ci hanno fatto sempre vivere sotto una campana di vetro dandoci quello di cui avevamo bisogno e soprattutto il superfluo ma isolandoci dal resto della comunità internazionale. Il ragazzo californiano va sullo skate, va a surfare, si diverte ai concerti, mangia, beve e della politica non si interessa sia perchè mezzi come scuola o televisione non gli danno la possibilità di potersi informare, sia perchè non sente ciò come un bisogno primario a differenza dello skate. Non stò dicendo che siamo più stupidi, è solo che purtroppo siamo limitati nel pensare noi americani. L’americano medio non ti saprebbe dire nemmeno in quali paesi sono impiegati i propri militari per difendere la “pace”. Nel periodo in cui l’opinione pubblica non presta attenzione, cioè sempre, il Governo Usa fa i propri porci comodi e poi riporta tramite la stampa ciò che gli fà più comodo. E’ cosi e purtroppo sarà cosi ancora per lungo tempo. Dopo l’11 settembre sembra che qualcosa è cambiato, soprattutto molti si sono svegliati, ma è ancora troppo poco. Penso di parlare a nome di qualsiasi ragazzo del mondo: io a morire per i soldi e per il petrolio in Iraq o in Afghanistan non ci voglio andare. Il 90% di quei ragazzi, come me e te, che ora sono li non credono affatto che stanno combattendo per il loro paese, non ci crede nemmeno Bush, sono li solo perchè questa società non gli ha offerto nulla e per poter vivere, per poter pagarsi gli studi, per poter sfamare la propria famiglia, i propri figli hanno dovuto accettare di morire per lo Zio Sam. Questo mondo non ci piace cosi e solo attraverso la cultura e la voglia di protestare e cambiare potremmo migliorarlo. Dobbiamo uscire da questa cultura dell’ignoranza che sta portando solo morti tra i nostri ragazzi.
Il prossimo anno andrete a votare per il vostro prossimo presidente. L’impressione è che la popolarità di Bush, che non è mai stata alle stelle già prime delle presidenziali, sia in costante declino. Perchè se sembra esserci un fronte cosi compatto contro la sua politica poi la gente non ratifica ciò andando a votare e lo lascia vincere?
Randy: I problemi come ti ho già detto sono due. Per quale motivo un americano dovrebbe andare a votare, qualcuno gli ha mai insegnato che solo cosi può esprimere le proprie idee?! Ovviamente no e quindi perchè dovrebbe sprecare tempo. Per fortuna che il nostro presidente ci considera l’emblema della democrazia, ma quale democrazia è fondata sull’ignoranza e sul voler in tutti i modi isolare il popolo, colui che legittima il potere, dalle stanze dei bottoni per poter fare indisturbati i propri interessi?! Votare una persona tra George Bush o Al Gore che senso aveva?! Io personalmente detesto entrambi. Tutte le persone che hanno un minimo di cervello poi sanno che quelle sono solo due marionette che devono rispondere solo alla logica del denaro e del profitto perchè chi gli ha pagato le campagne elettorali vorrà sicuramente qualcosa in cambio e non penso sia una spilletta con la loro faccia impressa. Sia con Bush che con Al Gore il mio paese avrebbe vissuto le Twin Tower e queste due guerre, ne sono sicuro!!
Pensi che verrà eletto ancora?…anzi pensi che se vi fosse qualcuno al posto suo la situazione politica americana e internazionale sarebbe differente?
Randy: Che vuoi che ti dica, spero di no!! Non prendere le mie parole come segno di rassegnazione ma solo come parole di una persona stanca di vedere morire i propri amici e cosi tanta gente su questo pianeta per colpa del proprio paese. Se penso che se verrà eletto qualcun’altro la situazione cambierà? Assolutamente no perchè poi come fai a spiegare al tuo popolo che hai buttato miliardi di dollari in queste guerre senza portare indietro un centesimo. Lo sò che è cinico ma molte persone qui ragionano cosi. Personalmente preferisco perdere miliardi e miliardi ma portare tutti quei ragazzi indietro sani e salvi e non in bare con la bandiera americana sopra, sono stufo di vedere i dolori delle madri,delle mogli e dei figli piangere i propri cari. Se le ficcasse in c**o le sue medaglie all’onore Bush oppure mandasse le sue figlie in guerra!!
Adesso in queste ore stai per andare a votare per le elezioni di Governatore della California, voterai per Jack Grisham (front-man dei TSOL – ndr) o per Arnold Schwarzeneger?
Randy: Jack Grisham è un mio grande amico e abbiamo suonato assieme moltissime volte e ti assicuro è una delle persone più simpatiche e divertenti che conosca. Mi piacerebbe molto che vincesse lui solo per vedere cosa farebbe con tanto potere in mano dopo che per anni andava dicendo “Fuck the Government”. (ride) A parte gli scherzi non voterò ne per Jack Grisham ne per Schwarzy. Figuriamoci poi se voterò per la regina del porno, anche se non mi dispiacerebbe scambiarci quattro chiacchiere(ride). Teoricamente Jack ha uno dei programmi migliori tra tutti quelli presentati però bisogna essere onesti: cosa può fare realmente una persona che non ha mai avuto dimestichezza con gli affari della politica?! Poi Schwarzeneger che è solo un pupazzo creato da Hollywood con tanti soldi, con quello spirito può andare a governare? Non potrà mai riuscire a calarsi in realtà quotidiane che non lo appartengono ma che fanno parte della California. Purtroppo però penso che vincerà lui perchè la gente è stanca sia dei democratici che dei repubblicani e vuole rompere questa routine Votare Schwarzy è come dire “Ehy guardate, siccome siete incapaci di governare metto questo pupazzo per dimostrarvi che tanto peggio di voi non può fare”. In fondo dopo che il governatore Davis ha fatto registrare perdite per 38 miliardi di dollari cosa può succedere ancora!! Non mi crederai ma io invidio l’interesse che dimostrano gli europei per le faccende della politica sia interna al proprio paese che estera. Siamo stati da poco in tour in Olanda e ci è sembrati quasi di capitare in un altro pianeta per quanto era diversa la loro concezione della vita quotidiana. Non penso anche che in Italia un attore potrà mai diventare Governatore, o sbaglio?!
Ritorniamo in ambito musicale, pensi che la musica punk, di cui voi siete tra le più rappresentative band, abbia ancora un valore politico e soprattutto sociale? Non pensi ci siano troppe band che si preoccupano solo di fare soldi e del trittico “birra-musica-ragazze” simboli del sistema Americano?
Randy: Il punk ormai esiste da più di 20 anni e ha subito enormi variazioni e influenze in tutto questo lasso di tempo. Siamo arrivati ad un punto che anche i Limp Bizkit sono considerati PUNK. Questa è una di quelle classiche domande che non hanno risposta. Io sinceramente trovo che debba avere questo valore perchè io la ho sempre vista in questa maniera ma non mi sento di giudicare ciò che fanno le altre band. Quando ero ragazzo io ascoltavo in continuazione i Sex Pistols, i Clash , i Minor Threat i Black Flag, i vostri Raw Power e mi hanno dato questa impostazione. Finchè non sarà chiaro ciò che si intende per punk questa discussione continuerà all’infinito. Se invece vogliamo parlare di attitudine punk il discorso è già differente. Il punk ha sempre odiato gli atteggiamenti da rock-star che invece sono all’ordine del giorno ormai nella scena punk. Vedo tanti di quei ragazzini che si atteggiano a star dopo, non dico un disco, ma dopo un demo!!Una delle mie band preferite sono i Vandals che stimo sia come persone che come musicisti e anche se non fanno musica “politica” non mi sognerei mai di dire che non sono punk. Loro sono proprio l’essenza del punk perchè dopo anni di carriera e aver guadagnato rispetto e celebrità sono rimasti le stesse persone umili e gentili di quando hanno iniziato a suonare più di venti anni fà. E’ importante però che si continui a cercare di far sempre valere l’aspetto socio-politico almeno all’interno della scena indipendente.
Il governo degli Stati Uniti adesso ha ingaggiato la “punk band” Blink 182per fare un tour in Afghanistan e Iraq come supporto morale ai ragazzi che si trovano a combattere questa assurda guerra, cosa ne pensi di tutto ciò? E se avessero chiesto ai Pennywise di fare ciò avrebbero accettato?
Randy: Non sò che dirti e non mi sento nemmeno di criticare la scelta che hanno fatto i Blink182. Non vorrei mai che la mia band fosse vista come sostenitrice di questo Governo e della sua folle politica ma in questo caso sarebbe stato diverso. Penso che ne dovremmo parlare tra di noi della band per poi decidere ma alla fine credo che accetteremmo. In questo caso noi non aiuteremmo George Bush ma porteremmo la nostra musica a dei poveri ragazzi che si trovano lontani migliaia di chilometri dai propri affetti e dalla propria casa e se ciò servisse per regalargli un briciolo di gioia e felicità ne saremmo sicuramente onorati. Quei ragazzi non hanno colpa se a governarci ci sono queste persone e non è giusto che paghino per tutti. La mia risposta è SI, accetteremmo onorati di suonare anche se sò che molti non capiranno le ragioni della nostra scelta.
Penso che siano più che ovvie queste ragioni. Non vi è mai passata per la testa l’idea di firmare un contratto con una major per poter aver un pubblico più grande a cui far arrivare le vostre denunce sociali?
Randy: Non ci crederai ma non ci abbiamo mai pensato seriamente. Ci sono state richieste in passato ma noi non vogliamo vendere ciò in cui crediamo tutti quanti per soldi e fama. Chi ci conosce sa come siamo e capisce la nostra scelta. Noi siamo più che onorati di lavorare per la Epitaph, penso che ci siano poche band che abbiamo la fortuna di lavorare con un team di professionisti come loro. Ci hanno sempre supportato al massimo, sia a livello di band che personalmente. Questa band ha subito la grave perdita di un membro a cui poi sono subentrato io e loro ci sono sempre stati vicino. Sono la nostra famiglia e penso non la tradiremmo mai. L’idea di aver un pubblico maggiore per far arrivare il nostro messaggio ci piacerebbe perchè vorremmo creare cosi un precedente. Quando sei su major però te non sei un gruppo, te sei solo un prodotto e basta. Loro ti aiutano nel tuo lavoro solo per massimizzare il profitto non perchè credono in te. Alla Epitaph è diverso, loro credono in noi e in quello che crediamo. Siamo molto amici dei Boysetsfire che stimiamo molto musicalmente e anche per le loro idee però vediamo che nonostante siano su una controllata di una major la loro etichetta pensa solo ai soldi sena dargli alcuna mano nelle loro lotte. Ti posso assicurare che vedrai ancora a lungo il logo Epitaph sui nostri dischi.
E allora cosa pensi del passaggio dei Rancid ad una major distribution?
Randy: Non sò che dirti. E’ una loro decisione e a me non piace giudicare l’operato degli altri. Hanno ritenuto semplicemente che questa fosse la decisione migliore per la loro band e la hanno presa, quindi gli porto il massimo rispetto. Non credo che ciò sia possibile per i Pennywise però. Se continuano a fare buona musica non vedo dove è il problema. Non sempre hai la possibilità di aver la fortuna di collaborare con label come Nitro o Epitaph e io personalmente ne sono orgoglioso.
Pensi davvero che i ragazzi che ascoltano i Pennywise recepiscano il messaggio che voi vi sforzate di mandare da anni o vi ascoltino solo perchè siete “cool”? Ti domando questo perchè vedo tanti di quei ragazzi in Italia con le vostre magliette che si professano “punk” e si riempiono la bocca con frasi come “Fuck Authority”, “Fuck Police”,“Stop the war” o simili ma in pratica nella vita di tutti i giorni poi non fanno nulla per cercare di rendere questo mondo un posto migliore per vivere. Io ho sempre inteso il punk come un punto di partenza per cercare di cambiare qualcosa…concordi con me?
Randy: Sarei un folle se ti dicessi che tutti i ragazzi che ascoltano i Pennywise lo fanno perchè credono al nostro messaggio. Purtroppo sò che quasi la metà, mi costa dirlo, lo fà perchè ci ritiene una “cool” band. Molti ragazzi però sò che lo fanno perchè credono nella nostra musica e nelle nostre idee e sono quelli che ci portano ad andare avanti. La nostra speranza è che magari un giorno un ragazzo che ci ascolta si inizi a porre delle domande che poi lo possano magari portare a vedere che c’è del marcio in questa società e che lui stesso all’interno della propria comunità, della propria città e del proprio Stato può cercare di cambiare qualcosa. Può sembrare un utopia a molti ma noi ci crediamo. Io stesso ho iniziato a pormi queste domande quando mi avvicinai al punk rock, prima pensavo solo al surf e allo skate ma non era colpa mia, ero troppo giovane e questa società mi dava solo un tipo di educazione. Quando sentii il sentimento e la passione che ci mettevano quelle band nel gridare la loro rabbia verso questa società ho capito che questa sarebbe stata la mia musica. Poi penso che i ragazzi che comprano i nostri album solo perchè siamo di tendenza dopo un pò si stuferanno di noi e quindi non mi preoccupo. Mi fà molto piacere quando mi si avvicina un ragazzo e mi ringrazia per la nostra musica e le nostre parole perchè significa che quello che hanno significato un tempo per noi i Clash ora lo siamo noi ora per questa nuova generazione. Anche io penso che il punk debba servire da stimolo per un cambiamento e anche se molti, direi troppi, la interpretano solo come musica o ubriacarsi e andare in giro con vestiti stracciati per essere alternativi, sono orgoglioso di far parte di una scena che si interroga e che si mette all’opera per degli ideali di pace e giustizia.
Torniamo prima di concludere a parlare di musica. In questi ultimi due anni la scena indipendente che fa capo al punk è stata dominata quasi esclusivamente da un genere: l’emocore. Pensi che questa melassa che ci proprinano per emocore abbia un futuro o che sia una moda come tante?
Randy: E’ solo una moda secondo me. Il 99 % delle band che fanno emocore ora stanno solo sfruttando un trend positivo di un genere musicale. In fondo l’emocore è solo un pop-punk / power-pop che parla di amore e di ragazzi un pò sfigati. Penso che ci siano delle buone band, però trovo anche che ce ne siano troppe che si sono svegliate ora e fanno questo genere non perchè ci credono ma perchè pensano sia la strada più facile per il successo e per fare presa sulla gente. Tre-quattro anni fà spuntarono centinaia di copie dei Blink182 adesso allo stesso modo sono spuntate brutte copie di band come Thursday o Jimmy Eat World. Non mi preoccupo affatto di loro perchè presto spariranno cosi come sono nate e molte altre invece si ricicleranno nuovamente nel prossimo trend. Speriamo che non sia il Grind perchè penso sarà difficile passare dall’emocore al Grind!! (ride)
Quali band consigli di ascoltare in questo periodo e quali ti hanno colpito maggiormente ultimamente?
Randy: Ultimamente siamo stati molto impegnati tra le registrazioni e il tour sia in America che in Europa e non ho avuto la possibilità di vedere quello che è uscito in questo periodo. Anche se non è una delle ultime cose uscite ti dico che trovo stupendo l’album dei Queens of the Stone Age. Per quanto riguarda il punk sto scoprendo molte band locali che fanno dell’ottima musica, non emocore tranquillo, e consiglierei di ascoltare i “Western West” o i “The Line”. Penso che hanno un grande futuro davanti.
Molte persone e anche io sinceramente ho trovato una straordinaria somiglianza tra l’intro di “Holiday in the Sun” e “Have you Ever” degli Offspring…cosa ne pensi?
Randy: Davvero?! Non lo sapevamo, è da tempo che non sentiamo album degli Offspring e non sappiamo cosa facciamo attualmente. Non sò che dirti ma se è cosi ci scusiamo. Conoscendo Jim penso che sia stata una cosa fortuita e sicuramente non voluta, rassicuro i nostri fan che non abbiamo voluto copiare nessuno.
Siamo giunti alla fine di questa piacevolissima chiacchierata e ti chiedo di dirci quanto dovremmo ancora aspettare per vedere un concerto dei Pennywise qui in Italia e concludi se vuoi salutando i vostri tanti fan italiani.
Randy: Rassicuro i nostri fan dicendo che sicuramente verremo nuovamente in Europa nel 2004 per un lungo tour. Ho sentito parlare di Deconstruction ma la volontà della band questa volta sarebbe di fare un club tour per aver una dimensione diversa del live. In Europa purtroppo ci troviamo sempre a fare sempre solo 8-9 concerti in grosse arene e basta. Vorremmo questa volta venire per un club tour per aver un contatto maggiore con il pubblico, nelle grosse arene penso ci sia troppa distanza tra band e pubblico. Sò che questo ci porterà a fare molte date in più e ci costerà molta fatica ma penso che 3-4 date in Italia sicuramente le faremmo. Spero che il nostro progetto possa andare in porto, me lo auguro per i fan e per noi perchè ormai sono anni che in Europa suoniamo solo in grossi festival. Per concludere vorrei ringraziare i nostri fan italiani che ci supportano da tanti anni e ci fanno sempre sentire il loro calore e ringraziare la vostra web-zine per lo spazio che ci avete dato per esprimere le nostre idee. Difficilmente in America ci pongono domande di politica perchè sono scomode, voi lo avete fatto con domande intelligenti e mirate e vi ringraziamo. Finchè ci saranno giornalisti come voi, fan che credono nella nostra musica, i Pennywise saranno on the road per portare la loro rabbia. Grazie