Prima volta assoluta al Partiztika per me, festival giunto ormai alla sua 5a edizione dove possono suonare i gruppi appena formati come le grandi band affermate, a patto che sia comune l’ideale Antifascista, perno sul quale si svolge tutto il festival.
Io riesco ad andare solo il secondo giorno, ma so che per il primo, dove hanno suonato nientemeno che Il Muro del Canto, i ragazzi del Partiztika si sono dovuti fare un bel culo per spostare tutta la strumentazione al coperto per via del temporale, e sono riusciti penso sfondando qualche record a tirar fuori una gran serata, questo va detto perché a volte ci si dimentica che dietro sforzi sovrumani e sbattimenti assurdi ci sono ragazzi volontari, che impiegano il loro tempo libero per portare musica, divertimento e speranza in posti dove il momento clou dell’anno è l’asfaltatura delle strade.
Finito il dovuto pippone iniziale arrivo nell’area del festival con famiglia e amici, c’è una bella area cibo con dei profumi invitanti e le distro allineate vicino al palco, c’è anche il camper della Brigata Dax con lo striscione per RodriGol, poi ci sono dei food tracks, degli artigiani, ovviamente qualche stand che ci spiega, se per caso qualcuno si dovesse scordare, perché siamo antifascisti, i ragazzacci di Novara City Punkers Crew e Anfibio Records; i Guavamaya sono già arrivati e vado a rompergli le balle per il disco, da li a poco salgono sul palco i Rap Caverna Posse, il rap purtroppo non è tra i miei generi preferiti, ovvio che sto li sotto a sentire che hanno da dire e sono anche interessanti, altroché, altrimenti qui non avrebbero suonato.
Finito i Rap Caverna Posse salgono i più conosciuti Medium Beer, sti giovani li ho già visti suonare prima della Banda Bassotti, mi erano piaciuti ed avevano anche un bel seguito, ma a quanto pare avevano il freno a mano tirato per via della serata, insomma era in memoria di Dax, non che abbiano suonato male, anzi, ma in confronto a oggi coi freni inibitori completamente mollati hanno liberato il loro potenziale, prima volta che mi capita in Italia di vedere gente pogare alle 7 di sera col secondo gruppo, se avete bisogno di movimentare la serata chiamate sti ragazzi che oltre a tirar su bordello sono pure bravi sul palco.
Dopo aver cenato con un ottimo hamburger mi rifiondo sotto al palco per vedere i Guacamaya, oggi orfani del Cannuccia, egregiamente sostituito alla batteria dal maestro Lou dei Soundeep, ed i magentini non si fanno problemi a scaricare giù le bordate del loro ultimo lavoro, so che magari l’ho già detto tante volte, ma per quanto ho potuto sentire “clessidra senza sabbia” è un disco pazzesco, senza scordarsi dei pezzi più vecchi ovviamente.
Momento relax coi giamaicani di Milano One Droppers, calano il caldo e la sera, il pit si riempie di culi sculettanti e per un ora abbondante si va nei caraibi, era un sacco che non vedevo sti giovanotti, ma non sono cambiati per nulla, sempre perfetti e trascinanti, e dopo il relax tocca agli headliners Nabat! Il buon Steno è in forma come sempre ed i pelati nella bolgia iniziano ad agitarsi, peccato solo che come sempre mi sono scordato il flash e le foto fanno più cagare del solito, ma vi assicuro che c’era una bellissima atmosfera, carica di Oi! e di gente che ha voglia di sfogarsi dopo una settimana di merda, scaletta lunghissima e 3 canzoni nell’encore, per una band che porta a scuola ancora tutti e non accenna ad abbassare la guardia.
I miei sinceri complimenti ai ragazzi del Partiztika, grazie per avermi fatto fare le foto e per trattarmi sempre come uno di famiglia, ci vediamo sicuramente l’anno prossimo!
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