Quando ricevi un disco da recensire è inevitabile farsi un’idea già dalla copertina, giusta o sbagliata che sia. Quando ti arriva un disco con una donna fotografata in stile anni ’30 con il culo di fuori e con il titolo “…e lo diventi tu una star” capisci che non hai davanti delle persone sane di mente!I Padrini dalla Sardegna sbarcano con un punk rock genuino influenzato dall’hard rock old school, e dal duplice lato demenzialdivertente, facendo capire a tutti che loro non diventeranno delle star ma non venderanno il loro bel fondoschiena.
Tecnicamente sono molto validi perché uniscono simpatiche linee vocali ad arrangiamenti efficaci, né zeppi di fregnacce né troppo semplicistici, e centrano in pieno il senso del fare musica nel genere che rappresenta questo portale. Certo, i testi non sono impegnati e non c’è rabbia, ma questo non vuol dire che per fare un buon disco punk bisogna incazzarsi come delle bisce.
I ragazzi parlano di ricordi (L’autoradio con le cassette, il cappellino dei sex pistols, i primi dischi dei NOFX, Tony Montana…), del loro amato cane Boxer, della parrucchiera Michela (uno dei pezzi migliori), di scuse idiote dette alla mamma…insomma le risate non mancheranno, come d’altronde qualche perplessità viste le inevitabili forzature contenute nel disco.
Lavoro consigliato da mettere a palla in macchina con gli amici mentre si va ad un concerto, bravi ragazzi!