OVERTURNED

“Siamo un collettivo di cinque elementi, e facciamo musica. Ecco ciò che offriamo. Inoltre portiamo avanti differenti progetti, molti dei quali hanno a che fare con l’autoproduzione.”… conosciamo i liguri Overturned.

Prima domanda scontata ma sempre efficace, chi sono gli Overturned e cosa hanno da offrire alla scena hc italiana?

Siamo un collettivo di cinque elementi, e facciamo musica. Ecco ciò che offriamo. Inoltre portiamo avanti differenti progetti, molti dei quali hanno a che fare con l’autoproduzione.

Che significa il nome “Overturned” e come è nato?

Nessun significato. Ci serviva un nome, e questo è stato.

E’ da poco uscito il vostro split con gli All d’ways, coprodotto da varie etichette della scena DIY italiana, nel vostro caso la scelta dell’autoproduzione è stata voluta oppure obbligata? Parlando ancora di questo split, com’è nata la collaborazione con i torinesi? Ma soprattutto che effetto vi fa essere coprodotti da etichette DIY sparse in tutta Italia?

L’idea dello split ci venne dopo che suonammo assieme a Viareggio e subito pensammo al DIY. L’ autoproduzione è una scelta, ma in fondo un obbligo morale; non stiamo a riportare le ragioni dell’idea, che speriamo siano ben note, tuttavia siamo orgogliosi dell’opportunità che abbiamo cercato e voluto con forza, e che ci sta dando grandi soddisfazioni. L’essere parte d’un processo di coproduzione ti fa sentire che la scena esiste, è viva e attiva; in particolare, l’essere coprodotti da amici sparsi in tutta la penisola è importante.

A lavoro ultimato siete soddisfatti dello split e come sta andando il tour promozionale in giro per l’Italia? Nel nuovo anno quali date ci sono in programma?

Assolutamente sì, ma in realtà non è un tour promozionale: se qualcuno ci chiama, come abbiamo sempre fatto, noi andiamo a portare la nostra musica, le nostre idee….e la nostra distro (altra arma dell’autoproduzione); anche se effettivamente molti degli ultimi concerti li abbiamo fatti con gli amici All d’ways.

Cd, cassetta e vinile, tre generazioni a confronto, voi a quale mezzo sonoro siete più legati?

Sentimentalmente, la musicassetta vince su tutti. Bisogna però far fronte alle nuove opportunità della tecnolog(g)ia, e non solo per ciò che riguarda i supporti audio; ad esempio la diffusione della musica su internet, gratuita, libera, felice.

Se aveste a disposizione la macchina del tempo, in quale epoca vi catapultereste?

Abbiamo varie opinioni: in generale, tuttavia, preferiamo vivere coi piedi ben piantati nel presente, che è già abbastanza impegnativo…il sardo (amico) propone al giorno in cui sono nato, per uccidermi!

Che aria si respira in terra ligure? Com’è la scena hc da quelle parti? Con quali band o realtà siete in grande amicizia?

Aria di mare!….La scena c’è e, genericamente, teniamo rapporti di convivenza con ogni realtà della stessa…poi, certo, a qualche etichetta e a qualche gruppo siamo più legati di altri.

Anche voi siete dentro il maestoso mondo di myspace, che ve ne pare di questo buon    servizio? Parecchie persone lo criticano, ma secondo me è un modo in più per far girare la propria musica e farsi conoscere, voi che ne dite? Da poco tempo è nato il hxcspace.com  una semplice ma funzionale copia del myspace, una sorta di autoproduzione,  anche se nata dalla poca originalità.

Occhei, è un modo per far girare la musica, ma ogni gruppo può tranquillamente farsi il suo sito internet, e far parte della rete in questo modo. Purtroppo, ora come ora se non hai myspace non esisti, ed è colpa di chi lo usa; per questo abbiamo in progetto di eliminare ogni riferimento all’idea myspace, pur tenendo il contatto…insomma, cercare di sfruttare il più possibile senza renderci complici. Di hxcspace.com non conosciamo molto per cui non ci esprimiamo al riguardo.

 

In che maniera vi siete avvicinati all’ambiente punk-hc e cosa vi aspettavate da questa vuota e troppo volte citata “scena musicale”? Le premesse sono state mantenute?

Ci siamo avvicinati per evoluzione naturale: quando abbiamo iniziato, facevamo punk-rock. poi il suono è maturato, abbiamo fatto delle scelte mirate ed altre invece sono venute da se. Molto ha contribuito la scena spezzina, che ha sempre offerto musica di alta qualità: pensiamo a gruppi come i Generation Waste ed i Fallout, con cui siamo cresciuti.

 

In molti si lamentano della saturazione dell’ambiente e in questo caso anche delle solite domande. Ora visto che le interviste sono sempre le stesse, le canzoni suonano e dicono sempre le stesse cose, in giro ci diciamo le medesime cose.. quindi noi che ci stiamo a fare qui? A ricordare le solite cose?

Solo nel momento in cui riporti qualcosa, una citazione, una cover, la modifichi, la fai tua. Non diciamo le stesse cose, le portiamo avanti continuamente; ed è così che la musica diventa cultura.

Avete anche creato una Label DIY “Produzione Agricole”, che musica tratterete? Hai già qualche coproduzione in cantiere o per il momento è nata soltanto per coprodurvi il vostro album?

La fondazione delle produzioni agricole ha come base la qualità della musica e l’integrità dei contenuti; non pensiamo di darci limiti sul genere, anche se l’idea dell’ autoproduzione sembra appoggiata solo dalla scena accacì. Ad ogni modo siamo già alla nostra terza coproduzione; un ottimo risultato!

Ultimamente varie persone dicono che sta nascendo una moda Hc in Italia. E in effetti le band sono in aumento (a Torino ce ne sono sempre state tante), moda piuttosto stramba in quanto ai concerti ci siamo sempre noi, i soliti cani. Ma allora che moda è?

Sì, ai concerti ci siamo sempre noi, ed anzi anche chi suona ai concerti ci va sempre meno.

Si tratta di moda nella misura in cui il gruppo famoso ha la sala piena e i gruppi spalla vuota, e nella misura in cui la maglietta di quel gruppo è preferibile al ciddì, sul banchetto delle distro.

Nello split ci sono 4 canzoni vostre, una di queste ha tratto il testo dalle “ultime ore di Pompeo” di Andrea Piacenza (che non conosco). Motivateci la scelta e spiegateci qualcosa a noi ignoranti.

Tutte le nostre canzoni hanno qualche riferimento più o meno esplicito, e sicuramente "racchiuso nel proprio destino" nello split ha il più evidente. Andrea Pazienza è un geniale fumettista che ha concentrato la sua produzione negli anni settanta (nel cosiddetto "nuovo sessantotto") per poi morire di overdose da eroina. I suoi personaggi, prima Pentothal e poi Pompeo, sono suoi alter ego, surreali eppure vivi, veri.

Le ultime ore di Pompeo è appunto il volume in cui Pazienza descrive la morte per overdose volontaria del suo alter ego, fin nel minimo dettaglio, e tutto ciò che ha preceduto questo evento.

Nel contesto della canzone, si oppongono le parti iniziali e finale del testo caratterizzate da un nichilismo attivo, creativo, lucido alla parte centrale, il culmine del nichilismo autodistruttivo di PompeoPazienza, che tuttavia (ma questo non c’entra nulla nella canzone)si rivela creativo. Questo è anche il significato del testo, l’essere racchiuso tra due opposti che come punto di partenza hanno la consapevolezza che qualcuno vive le nostre vite, respira per noi, ma non ha mai visto il nostro sguardo. La concezione alienata di qualsiasi soggetto nella società non solo contemporanea, originata dalla proprietà privata. Insomma, questo mondo sembra andare avanti come un treno che viaggia verso un ponte crollato, colpendo le nostre identità come una freccia, ben consapevoli che la fine, anche se non si vede, non si sente, non si ascolta esiste, e può arrivare. Nel libro "La freccia gialla", la soluzione è saltare giù dal treno, trovare un’altra dimensione, più vera, dell’esistenza; ma chi potrebbe mai definire se una cosa sia più o meno vera, reale, comprensibile? Magritte creò il surrealismo con un gesto semplicissimo: disegnare una pipa, ma affermare "ceci n’est pas une pipe"(questa non è una pipa)…e le nostre non vogliono essere canzoni, ma spunti, suggerimenti, piccole tragedie che scivolano nel suono. Non più fantasia. Manteniamo l’illusione, nonostante tutto; ma ora la vediamo, e la riconosciamo. Non è più nemica, è la nostra vittima.

La grafica del Cd chi l’ha creata? Che orari fa e che tratte fa questo treno hc? (il biglietto costa caro?

La grafica l’hanno creata Andrea (chitarrista All d’ways) e Milena. La tratta è scritta sopra ed è Torino – La Spezia e ritorno, senza orari e con un costo di circa 5 euro.

 In questi giorni di depressione personale, persone più anziane e mature di me mi dicono che non bisogna essere realisti, ma ottimisti. Che in parola povere mi sembra una sorta di inganno. L’indifferenza nasce da questa e altre similari mentalità?

Non siamo ottimisti, anche perché non c’è un cazzo da ridere. Perché ottimismo significa sperare in qualcosa che deve venire, come dici bene in un’illusione. L’indifferenza, invece, nasce dalla stima di sè, dalle certezze che ognuno vuole avere, per non cercare nient’altro che possa instillare il dubbio.

Manda un saluto, un grido, un insulto, un ringraziamento, un complimento… tutto quello che vuoi pur di chiudere questa intervista…

Un saluto a te Perno e complimenti per la fanzina. Comunque, cioè, alla fine, dio ci odia. Ma tanto non esiste; quindi noi odiamo lui

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