Il tatuatissimo Frank Carter li ama alla follia e francamente c’è da credergli visto che questi Outcry Collective sono la versione pettinata dei suoi Gallows! Non so cosa stia succedendo in Gran Bretagna ma questo ritorno alle vecchie tradizioni mi piace parecchio, nessun computer a mettere a posto questo o quell’altro difetto, suoni sporchi e veri al tempo stesso e un senso di nichilismo generale che gasa parecchio.
A dispetto dei loro visi puliti questi Outcry Collective in “Articles” ci regalano una buona mezzora di punk’n’roll infuocato, senza mezzi termini, sporco e rozzo come solo gli inglesi sanno essere dopo una serata alcolica. Un urlatore sgraziato e incazzato è il biglietto da visita della band, nata con un forte background rock 70s e un amore smodato per il punk rock vecchia scuola.
I brani hanno una durata media di tre minuti, scelta azzeccatissima che permette a chi ascolta di rimanere concentrato e apprezzare la bravura di questi pazzi.
Belle cavalcate rock assai ruffiane vengono ben presto violentate da piccoli elementi che rendono godibilissimo il tutto, un urlo uscito dal niente, un giro di chitarra alla Led Zeppelin o più semplicemente quella batteria, che se paragonata a quelle ultra pompate dei gruppi metalcore odierni sembra quella della Chicco ma che sa rompere il culo come si deve! Insomma questi Outcry Collective sanno il fatto loro, la classica band da vedere in un piccolo club e da seguire con estrema attenzione perché statene certi, in futuro saranno in molti a osannarli!
Voto: 8/10