Eccovi una nuova interessante realtà della scena hardcore melodica nazionale, gli Out Of Reach. Milanesi di nascita e recentemente autori del sorprendente “Neverending”, loro album d’esordio su Goodwill Records dove potenza e melodia sembrano trovare un compromesso. Per saperne qualcosa in più su di loro, abbiamo fatto quattro chiacchere con il loro cantante Luca…
Innanzitutto presenta gli Out Of Reach ai lettori di punkadeka…
Luca: Eccoci qui! Siamo tutti e quattro di Milano con questa line up: Luca voce, Edo batteria, Marcello chitarra e Stefano chitarra e Come puoi vedere siamo senza bassista al momento anche se dovremmo averne uno nuovo a breve. Al di fuori del gruppo io e Lello lavoriamo rispettivamente come grafico pubblicitario e come web designer mentre Edo e Stefano studiano. Il progetto Out Of Reach nasce nel 2000 dalla passione per la musica punk/HC e per tutto quello che c’è dietro questa realtà. Dopo esperienze in altri gruppi abbiamo deciso di mettere insieme questa band con l’intento di avvicinarci a sonorità che riprendessero quanto fatto di buono da dei gruppi seminali come i Face To Face per farvi un esempio. Nel corso degli anni si sono avvicendate molte persone al basso, alcune con l’intento di seguire il progetto e alcune per darci una mano nei momenti di bisogno come Nadir dei PHP e Dario dei La Crisi. Il primo posto dove abbiamo suonato è stato lo SGA di Arese un po’ d’anni fa insieme ai PHP. Con “Neverending” siete recentemente giunti all’esordio ufficiale. Vuoi parlarci del disco?Luca: La soddisfazione è molta, soprattutto quando raggiungi un traguardo che ti sei prefissato e che hai portato avanti con passione, impegno e che guardandoti intorno ti sei ritrovato a fare con i tuoi amici. Il disco sarebbe dovuto uscire molto prima del 2003 ma come citato in precedenza le vicissitudini al basso hanno rallentato tutto il processo di registrazione. Un cambio di bassista proprio nel periodo di registrazione ci ha costretto a registrare una seconda volta la linea di basso. Per la registrazione ci siamo affidati a Grunt, che ha poi eseguito anche il mixaggio; Con lui ci siamo trovati decisamente bene direi. La sua esperienza nel genere avendo suonato negli Stuntplastic Park e il fatto di lavorare costantemente con band che propongono generi più o meno accostabili al nostro ci ha aiutato molto, e diversi suoi consigli sono risultati utili. Registrazione e mixaggio sono stati effettuati all’Avatara Studio di Milano mentre per la masterizzazione ci siamo rivolti a Danilo del Moonhouse studio. Leggendo i vostri testi si nota quanto siano riflessivi e per niente scontati. Che valore hanno all’interno degli Out Of Reach?Luca: La musica è un mezzo di comunicazione, ti permette di dire ciò che pensi e di esprimere le tue sensazioni quindi ritengo che i testi siano fondamentali tanto quanto la musica. Naturalmente poi ognuno fa delle scelte, alcuni gruppi parlano d’esperienze personali, alcuni di politica e altri propongono testi demenziali, ma comunque vada ognuno propone quello che pensa sia più giusto e opportuno esprimere. Per quanto riguarda i nostri testi e più precisamente quelli di Neverending, ci siamo sentiti di raccontare esperienze personali eccezion fatta per “Try”, “One day” e “Tension with society” che trattano riflessioni personali sul Mondo e la società odierna cercando di rimanere al di fuori dell’ambito politico.
Luca: “Try” parla dell’indottrinamento che molta gente subisce quotidianamente da televisione e media senza neanche accorgersene. Siamo sempre rimasti colpiti da come riescano a condizionare molte scelte sociali e a modificare a proprio piacimento la realtà. Personalmente sono molto soddisfatto del brano che apre il disco, vale a dire “Deep inside”, sia per il testo che per il tiro della canzone. Dal vivo invece ci piace molto eseguire “Blackest nights” e “Castles of sand”, brani che non sono però presenti in “Neverending”. Guardando la grafica del booklet, dove un ponte e diverse foglie su fondo bianco sono il tema principale, si percepisce una certa freddezza. Che nesso ha con la vostra musica tale sensazione?Luca: Molte nostre canzoni non sono “allegre” nei testi, ma come detto prima non è niente di programmato, ma solamente quello che ci sentivamo di scrivere in quel determinato momento. Per quanto riguarda il booklet ci piaceva la foto di quel ponte scattata in Svezia e ci sembrava che legasse molto bene con il significato del titolo dell’album apportando un senso di profondità all’artwork. “Neverending” sembra fatto su misura per essere proposto dal vivo. Come vengonoaccolti i nuovi brani dal pubblico? Luca: Lascio sempre giudicare agli altri solitamente. Certo senza un’attività live non avrebbe senso tutto questo e quindi si cerca sempre di dare il massimo e soprattutto divertirsi suonando girando e incontrando nuova gente. Stiamo aspettando che la bella stagione ci porti un nuovo bassista, ne stiamo provando alcuni e penso ci siamo quasi! Tra l’altro un infortunio al braccio di Stefano ci ha reso inattivi per diversi mesi. Per l’estate stiamo fissando alcune date in Italia e ad agosto dovremmo partire per un tour europeo in compagnia dei PHP. Come siete giunti al contratto discografico?Luca: Niente di particolare, abbiamo mandato molti demo in Italia e all’estero e siamo successivamente stati contattati da alcune etichette. Con Dario Adamic di Goodwill Records ci siamo trovati subito bene ed è bastato un attimo per accordarci. Lui è una persona nell’ambiente da tanti anni e con un’immensa passione per la scena punk/hardcore quindi cosa vuoi di più dalla vita?! Un Lucano?! Riascoltandoti i vostri vecchi demo, noti differenze con gli Out Of Reach d’oggi?Luca: Penso che le sonorità siano bene o male le stesse degli inizi, forse siamo migliorati tecnicamente anche se i pezzi nuovi che stiamo scrivendo sono un pelino meno ricercati musicalmente ma secondo me molto più d’impatto. Pensi che essere di Milano vi abbia agevolato come contatti e conoscenze perarrivare al traguardo del primo disco?Luca: Beh se si tiene conto del fatto che siamo prodotti dalla Goodwill Records che è di Roma ti risponderei sicuramente che non centra molto. Ma penso anche che poter vivere in una città dove è presente una buona scena musicale e moltissime band aiuti molto. Capisco anche le difficoltà di gruppi che sono al di fuori delle grandi città e che molto spesso si trovano ad affrontare problematiche di diverso tipo a cominciare da quelle economiche per quanto riguarda i rimborsi. Quali sono i gruppi che più vi hanno influenzato nel corso degli anni?Luca: Mah, le band che ci piacciono sono veramente tante e sarebbe anche difficile fare una graduatoria soprattutto dovuto al fatto che ci sono dei periodi in cui preferiamo ascoltare alcune cose e in determinati momenti altre. Dovendo fare qualche nome direi Face To Face, Samiam, Bodyjar, Shades Apart, Rise Against e Descendents. Quale concerto/i ha sconvolto la vostra esistenza?Luca: Te ne dico quattro che rispecchiano i gusti di ognuno di noi: Good Riddance + 88 Fingers Louie al Tunnel, Shelter al Bulk, Nirvana e Bruce Springsteen Spesso citate i PHP come amici di sempre. Come trovate da “ultimi arrivati” la scena nazionale? Luca: Io frequentavo la stessa scuola di Gonzo e Lizzy ai tempi dei primi PHP quindi ho potuto seguire tutto il loro cammino, instaurando con loro un bel rapporto. Per quanto riguarda la scena, mi sembra buona soprattutto quando penso a band e persone che hanno dimostrato di fare qualcosa perché ci credono veramente e sono sempre stati molto disponibili ad aiutarci. Quindi come non citare PHP, Minnie’s, La Crisi, Bau e i Nashwuah, Gianluca e Threah of Riot, Dario Adamic, Michele di Wain e ce ne sarebbero molti altri ancora. Forse gruppi appartenenti ad altre realtà europee sono più supportati e c’è più interesse nei confronti della scena di casa, per farti un esempio è più facile per un gruppo italiano organizzare un tour all’estero che uno da noi. Ci sono stati momenti difficili finora? come ne siete usciti?Luca: Certo, momenti difficili ci sono in tutte le cose e soprattutto quando varie vicissitudini rallentano o influenzano negativamente il lavoro che stai facendo. Il tutto è sempre passato pensando che quello che stavamo facendo era una passione e soprattutto un divertimento tra amici quindi i vari problemi interni si sono risolti sempre velocemente senza lasciare scorie. Alla fine oltre al suonare usciamo sempre insieme, quindi tutto è visto sotto l’ottica di normali discussioni tra amici che capitano a tutti! Progetti futuri?Luca: Mettere insieme questo tour europeo e poi “tentare” di registrare il nuovo materiale che abbiamo pronto! Vedremo insomma! Lo spazio finale lo lascio a te!Luca: Niente, ringrazio te e punkadeka per lo spazio concessoci e ricordo l’indirizzo del nostro sito internet nel caso qualcuno vuole farci un salto: www.outofreach.it