ORRENDO SUBOTNIK: Orrendo 2

Dobbiamo prima di tutto chiarire una cosa, diciamocelo in faccia senza mentire a noi stessi: l’Italia è un paese di amanti del prog, del barocco e dell’alta fedeltà. Persino i punk, che dovrebbero aberrare certi argomenti da onanismo chitarristico, in ogni recensione sono lì ad elogiare la tecnica dei musicisti, suono del rullante, pulizia dei cori e altre cagate simili.

Gli Orrendo Subotnik sono qui per rimettere tutti al proprio posto con otto-e-dico-otto minuti di punk registrato da dentro il culo di un garage e riversato alla meno peggio su una cassetta avvolta nella carta di giornale. Il garage punk, o budget punk se vogliamo essere precisi, qui da noi non ha mai attecchito nonostante la spinta magica di Hate ormai una vita fa. Il motivo? Quanto detto all’inizio. L’Italiano ha paura di non saper suonare, vuole la performance, teme la scelta coraggiosa. Siamo pieni di inutili maestri di chitarra che fanno studiare a dei ragazzini inermi le cover dei Deep Purple. A tal proposito sul tubo ho visto una bellissima intervista a King Buzzo dei Melvins che critica aspramente i maestri di chitarra dicendo: “non capisco perché insegnino a suonare la chitarra con l’accordatura standard, è difficile e la gente si stufa, se permettessero ai ragazzini di accordarla in modo da suonarla con due dita si divertirebbero di più e metterebbero su delle band”. Purtroppo la maggior parte delle persone ha come obiettivo il suono patinato del punk mainstream e troppo pochi conoscono la magia del lo-fi, del garage australiano, del sound di Memphis e via discorrendo. Eppure abbiamo sul territorio eccellenze come l’etichetta Goodbye Boozie e abbiamo appena vissuto l’era d’oro di riviste come Sottoterra.

Ma veniamo agli Orrendo Subotnik, cialtroni pisani, che oltre ad avere un nome stupendo, non hanno paura di dare fastidio, di essere marci, di fare schifo. Io Mi Detesto è un’epica sfuriata punk con uno dei testi più belli degli ultimi anni (ps se comprate la cassetta ricevete un foglio con i testi scritti a mano!) e in un minuto e pochi secondi dice tutto quello che un disco punk dovrebbe dire. Marcio sì ma anche melodico (vedi Stoppa e Viscide), tagliente (Peso Morto) e sboccato (tatuaggetto). Ma nulla è completo senza un colpo di genio: la ballad! Tanto Per La Quale chiude al meglio con la sua chitarra liquefatta che accompagna stanca una melodia stonata che strizza l’occhio a certa vocalità tipica della cold wave anni 80′. Tutto l’epì è permeato da un senso dello humor funereo, che non scade mai nel comico o nel baracconesco ma gioca tra non sense, odio per la società della normalità e quella voglia di farla finita talmente pigra che si rimanda sempre il suicidio a domani, tanto per vedere se succede qualcosa, se la vita regalerà un colpo di scena o se resterà sempre tutto dannatamente uguale e detestabile. Potete ascoltarlo qui: https://orrendosubotnik.bandcamp.com/album/orrendo-2 

Lunga vita ai punk come gli Orrendo Subotnik, ancora capaci di disturbare e di proporre motti come questo:

Nessuna immagine da proporre

Nessuna promozione cui assolvere

Nessuna grafica da Mostrare

Nessuno da accontentare

Questo non è mercato

Questo non è un prodotto

Questa è un’autoproduzione

di Nick Northern

3 comments
  1. alla faccia di tutti quelli che spendono quattrini di tasca propria per avere un prodotto un minimo decente….

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