I giovanotti della S.H.A.R.P. Milano, in collaborazione con il C.S.A. Baraonda sono riusciti per l’ennesima volta ad organizzare una serata perfetta in grado di scaldare il gelido inverno della periferia milanese, cosa non facilissima di questi tempi, con in più la nobile iniziativa “Oi! Fatti un’ambulanza”, perché la solidarietà è da sempre un’arma ed i ragazzi che conosco io e di cui scrivo da tempo le gesta su queste pagine sono un vero esempio da seguire, ma andiamo come sempre con (dis)ordine.
Arrivo non tanto presto a Segrate e mi perdo tutta la parte iniziale della serata, il dibattito ed un sacco di cose interessanti, quando entro c’è già tanta gente e le distro sono belle schierate, le facce le conosco praticamente tutte, ma ci tengo a dire che rivedo Iora (Tullamore) dopo forse 500 anni e mi ha fatto davvero piacere scambiare due parole con lui, ovviamente mi mancavano anche tutte le vostre ghigne, ma non siamo da Maria de Filippi quindi non scassate la minchia coi sentimentalismi…vedo con piacere che ci sono kidz da mezza Italia, ma tempo di una birra al bancone e due risate e salgono sul palco i bergamaschi JackieBrown, li conosco da poco ed oggi presentano il loro primo EP “Red Line”, di cui sentirete parlare tra poco qui su Punkadeka, sparano un gran punk rock potente, urlato e tiratissimo, sanno tenere in mano gli strumenti e si sente, non c’è la bolgia sotto al palco anche se la meriterebbero, ma i curiosi che accennano un minimo di sculettamento ci sono, dettaglio da non ignorare per essere a Milano. Ad un certo punto sale il cantante dei Vecchio Scarpone, gloriosa OI! band bergamasca ed intonano “vecchio scarpone” tra la gioia generale dei pelati presenti, tra cui il sottoscritto…tempo un altro paio di pezzi ed i ragazzi concludono il loro set tra i meritati applausi.
Piccolo cambio di palco e salgono gli emiliani Riot Clan, li avevo già visti qualche tempo fa e mi avevano fatto una bella impressione, così come su disco, concreti e devastanti coi loro inni come “padrone di sinistra” ed una delle mie preferite “patria nostra”, finalmente il pubblico inizia ad avvicinarsi al palco e l’atmosfera si scalda un attimo, fino a quando salgono sul palco la Dali e Jessica per ricordare un amico, un compagno che non c’è più, Gnappo ci ha lasciati e manca terribilmente a tutti, mancherà la sua allegria, le sue canzoni, ma sarà sempre con noi nelle lotte.
Salgono i Sud Disorder, li ho visti un mesetto fa ad Assago ed erano stati eccezionali anche se davanti avevano 10 persone, stasera oltre che essere in forma hanno anche un ottimo seguito e si inizia a pogare duro sotto i colpi dei tarantini, che non si risparmiano nemmeno sto giro e tra pezzi vecchi e nuovi incendiano il Baraonda, che prende letteralmente fuoco quando sale il buon Eugenio per “senza amor non vale nulla”, uno dei pezzi più belli di sto 2021 di merda…i Sud Disorder concludono con “Poison city iron front” tra applausi, sorrisi e sudore, e lasciano spazio a quella che tanti considerano la miglior band del momento, io non sono nessuno per dare questo giudizio, però devo dire che ogni volta che suonano i Dalton c’è sempre un troiaio di gente, personalmente mi piacciono parecchio e come ogni volta il loro concerto è bello tosto, partecipato e finisce in bolgia col Giallo in mezzo alla sua gente, pescano da tutti i lavori pubblicati con un occhio di riguardo a “Papillon” e mi “regalano” a loro insaputa uno dei miei pezzi preferiti di sempre “in disparte messi da parte”, c’è tempo giuso per un encore, poi mi tocca scappare a casa senza salutare quasi nessuno, non è tardi ma l’indomani ho la sveglia prestissimo.
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