A distanza di qualche anno dal precedente “Life” tornano alla carica i catanesi None Of Us con “Black Foundation”, album che sembra godere della maturità artistica acquisita da ogni membro della band. Il loro è un alternative rock che come il buon vino più invecchia e più diventa fantastico, merito come detto in apertura di un gruppo che nel corso degli anni (ben sedici) ha saputo trovare la giusta quadra esprimendosi ai massimi livelli.
La cosa che più mi piace di loro è la ferrea volontà di tenersi alla larga dalle contaminazioni recenti, partorendo uno splendido disco che avrebbe dato loro fortuna se fosse stato pubblicato qualche anno fa. Sì perché il loro modo di intendere la parola rock è simile a quella che andava per la maggiore nel periodo Staind/Incubus/Creed, ossia chitarre che sanno alternare classici passaggi rock oriented a suoni contaminati dallo stoner e dal crossover stesso. A tutto tondo la performance del cantante, assoluto mattatore di “Black Foundation” attraverso situazioni urlate e altre più melodiche e nonostante un missaggio non proprio consono alla prova offerta. Brani come “Getting Over”, “To Be Brave” e “Warm Agreement” sono esempi lampanti della qualità offerta dai None Of Us, un gruppo che seppur non giovanissimo sa ancora come accendere il sacro fuoco del rock’n’roll!