È arrivato anche il nostro momento di parlare del concerto più chiacchierato dell’ultimo periodo -o meglio scusate- di uno dei concerti probabilmente più significativi di questa era geologica di punk rock.
Ebbene, i NOFX chiudono la loro carriera con un FINAL SHOW (e due anni di tour) lungo tre giorni e decidono di farlo nel dock di San Pedro, alle porte di Los Angeles. Presente anche una piccola delegazione italiana: qualcosa avrete sicuramente visto in questi giorni, altro troverete qui e nella parte II (con il contributo del mitologico Tano).
Ci ho pensato io a portare la bandiera di Punkadeka ad LA, almeno durante il secondo giorno dello show. Con me anche una macchina point&shoot analogica.
….un sogno!
Così SABATO 5 OTTOBRE, al termine di una vacanza on the road in California (spoiler alert?) in compagnia del buon Cuzzo, approdiamo finalmente a San Pedro. Sapevamo che qualche amico dall’Italia sarebbe stato là, recuperiamo il compare Froze e ci si avvia a piedi, verso…. la fila più lunga che io abbia mai visto, al Berth 46, giuro. Fortunatamente non è niente che l’efficienza americana dei maxi eventi non possa risolvere: 45 minuti e siamo dentro (OT: possiamo far sapere agli organizzatori dei concerti all’Ippodromo di Milano come hanno craccato il codice?).
Ci troviamo in un porto a tutti gli effetti: entrando vediamo subito i due grandi palchi all’orizzonte, spalle mare. Dalla parte opposta una gigantesca nave da crociera, parcheggiata a pochi passi da noi, a godersi il concerto fino all’ora del tramonto. Il clima è accogliente e di festa per carità, ma subito malinconico alla vista delle bandiere dei NOFX issate a mezz’asta.
È una giornata chiara e limpida ad LA, perfetta per un festival d’addio con tutti gli ingredienti essenziali: bancarelle di ogni tipo e vastissima scelta di cibo, drink, merch, giochi, esposizioni, degustazione di birra. Menzione speciale per l’esposizione di opere d’arte dell’organizzazione benefica Punkrock & Paint Brushes tra foto originali dei Nofx, ritratti, pezzi originali di artisti come Matt Skiba.
WELCOME TO THE FINAL FREAK OFF d’altronde.
Il merch non lascia delusi: diverse magliette celebrano il final show e altre i singoli giorni, stupendi poster dedicati a ogni data. Troviamo anche anche un gigantesco “banner” della band, per delle foto ricordo perfette, e l’installazione migliore di sempre: una specie di tappeto gigante, che ricorda l’erba sintetica, con i colori di So Long & Thanks For All The Shoes. Insomma, diversi accorgimenti per rendere vivibile una giornata di festival da cui potremmo imparare qualcosa.
Intanto iniziano i concerti, siamo felicissimi di essere capitati nel FAT-URDAY, il roster è pieno di band che ben conosciamo, con la fortuna questa volta di trovarci a casa loro.
Poli e soprattutto i Get Dead riscaldano la situazione, Bad Cop Bad Cop e Swining Utters la portano a casa egregiamente, forse Strung Out i più scarichi. Mi diverto come i pazzi ai Less Than Jake (grazie pochi amici che ancora apprezzano le trombette: siamo pochi ma resistiamo!). Grandi emozioni invece a rivedere Good Riddance (sempre una garanzia) e Lagwagon (Joey sempre affaticato purtroppo) e Descendents che, come dice anche Fat Mike durante la serata, sono quelli che ti consegnano sempre uno show perfetto.
Vi assicuro che la sensazione che si respirava era quella di una cappa dolce amara. A tratti, ti sentivi quasi ospite e invitato ad una festa che però era la loro: avete visto le foto del delirio dell’ultima sera? Quanti miti assoluti della scena punk rock Californiana avete contato sul palco?
In tutto questo: un tramonto con la città di sfondo da lasciare senza parole.
Posso dire? Essendo il mio primo concerto negli States ho constato l’assenza del “pogo europeo”. Solo circle pit, a tratti ignoranti o violenti, ma comunque molto divertenti e friendly.
Arriva il momento dei NOFX e non sappiamo quali canzoni ci aspettano (non era suddiviso per album come nelle altre date del final tour). Lascio a Tano l’affondo sui NOFX, posso dire però che l’emozione sul palco era palpabile, tra frecciatine e abbracci tra di loro.
Il momento pugnonellostomaco è stato quando Darla, figlia di Fat Mike, si è avvicinata per chiedere che venisse suonata in anticipo la canzone per Tony Sly, dato che le sue figlie si trovavano lì. Parte il pezzo: silenzio, nessuno dice più una parola, un vuoto incredibile, poi musica e lacrimoni. Potete vedere tutta la scena nel video completo pubblicato da questo user su youtube.
Una serata veramente emozionante nonché THE BIGGEST SHOW IN LA EVER e i NOFX portano a casa un’esibizione di tutto rispetto. Hanno anche cantato/suonato bene, ci sta era la loro festa, d’altronde “abbiamo avuto 40 anni per imparare i pezzi”. Anche la scaletta non delude, tra pezzi iconici che fa un certo effetto pensare non risentirai mai più come Dinosaurs will Die, Eat the meek, Don’t call me white e altri che non avevi visto arrivare come Beer bong e Drop the world, il tutto condito da un po’ di sano “white boy reggae”.
Ho chiesto infinte un commento a caldo ai nostri amici lì presenti, sulla serata di sabato:
Cuzzo (Lillans): “Il momento più emozionante è stato sicuramente quello di Tony Sly… poi come dice Fat Mike: se vuoi vedere uno show perfetto ti guardi i Descendents. Da un lato umano io ho apprezzato tanto Joey Cape sul palco, mi ha fatto sentire ancora più felice di essere lì, ho empatizzato molto con lui e secondo me è stato uno dei frontman migliori della giornata.”
Froze:“Cosa mi è piaciuto più di oggi? Beh facile… Don’t Call Me White”
Mattia (Secoli Morti): “Se parliamo di scaletta.. Linoleum e Herojuana, in generale nella giornata è stato bello rivedere i Good Riddance”
Zizzi punk: “Dico solo: Unico commento che riesco a fare… Da punk in drublic a crying in public”
Si chiude così (pare) la carriera di una band che ha rappresentato una costante per tanti di noi, nel corso della vita e ai concerti punk.
Questo era il mio racconto del sabato, tornate qui per il report completo di Tano di tutti e 3 i giorni + altre foto da San Pedro!
“THANK YOU… THIS IS ALL WE EVER WANTED TO DO” (Melvin).
IL NOSTRO VIDEO DELLA GIORNATA: https://www.instagram.com/reel/DA0xHDAA2kX/
–Articolo + Foto di Amanda Milan
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