16 giugno 2013, Parco Nord Stadio Euganeo, Padova.
Lo Sherwood Festival arriva come ogni anno per un mese di musica, dibattiti e interviste, ma anche bancarelle e stand con birra + kebab – non temete, ci sono anche opzioni veg. Tra main e second stage si sono alternate (e si alterneranno fino al 12 luglio) band della scena alternativa, soprattutto italiana, tra cui Marta Sui Tubi, Modena City Ramblers, Motel Connection e Ministri. E, ovviamente, loro, che tra le varie tappe del tour europeo ci hanno concesso un’unica data nello stivale.
I NOFX, manco a dirlo, sono stati spettacolari. Ma andiamo con ordine. Alle 20 la gente comincia a spostarsi dalle collinette per raggiungere il palco: in veste di Melvinator, Eric Melvin (chitarrista del gruppo californiano) si lancia in un dj set non particolarmente entusiasmante, ma che riesce comunque a tenere gente sotto il palco in attesa del primo vero show; forse il momento più partecipativo è stato quello in cui è partito un remix di Blitzkrieg Bop dei Ramones, con le voci unite in vari “Hey ho, let’s go”.
Alle 20:30 salgono sul palco i Raw Power, reggiani, che dopo vent’anni, per la seconda volta, aprono un concerto dei NOFX e ci regalano un’ora di sano e potente hardcore punk… d’altronde quel “Since 1981” scritto sullo striscionealle loro spalle era una garanzia. Incredibile a dirsi, alle 22 spaccate salgono sul palco El Hefe, Eric Melvin, Erik Sandin e l’inconfondibile Fat Mike: cresta azzurra, unghie smaltate e bicchierone di cocktail (Campari Soda) da posizionare nel porta-bicchiere montato appositamente sull’asta del microfono.
Si inizia alla grande con 60%, poi a seguire una serie di must tra cui Linoleum, Stickin’ In My Eye, Seeing Double At The Triple Rock, The Separation Of Church And Skate.
Tra un brano e l’altro i californiani si accorgono che alle loro spalle non è stato cambiato lo striscione della band: ed ecco che, sotto l’enorme manifesto dei Raw Power, compare un piccolissimo rettangolo giallo con la scritta NOFX – due (almeno) le interpretazioni possibili: A) i NOFX non amano le cose troppo mainstream; B) sono talmente inconfondibili da non aver bisogno di troppe presentazioni. Dell’ultimo album, Self-Entitled, solo tre brani (72 Hookers, Cell Out, I Believe In Goddess); ma d’altronde, dopo trent’anni di carriera e un repertorio punk rock di tutto rispetto, i pezzi storici la fanno da padrone, compresi quelli più reggae come Eat The Meek e Kill All The White Man (che Mike dedica ai bestioni della security schierati nel sottopalco). Morale, stare zitti e fermi era impossibile, oltre che un insulto allo slogan del festival: “If I can’t dance, it’s not my revolution” (cit. Emma Goldman, anarchica russa).
Guarda la gallery:
https://www.punkadeka.it/nofx-sherwood-festival-pd-16-06-2013/
https://www.punkadeka.it/raw-power-sherwood-festival-pd-16-06-2013/