Dopo i tedeschi TINY Y SON è un’altra band straniera, questa volta proveniente dalla Francia, ad entrare nel sempre più folto rooster della CHORUS OF ONE. Il gruppo in questione sono i NINE ELEVEN (o 9/11) e ci tengono compagnia per circa 40 minuti con il loro “modern old school hardcore”.Il nome della band, contro qualsiasi pronostico, fa riferimento al colpo di stato avvenuto l’11 settembre del 1973 in Cile ad opera di Pinochet e non hai fatti accaduti esattamente 28 anni dopo a New York.
Già da questi pochi indizi potete capire di fronte a quale tipo di prodotto ci troviamo.
Hardcore vecchio stile ricco di passione e genuinità, con qualche inserto melodico di impronta più moderna.
Un sound ben delineato da una batteria che galoppa a ritmo costante e frenetico per l’intera durata del disco, seguita a ruota dall’incedere delle due chitarre, sempre potenti e taglienti, che non disdegnano neppure qualche riff di stampo metal. Sino a qui tutto bene.
E’ alla fine dell’ultimo brano di questo “Use your disillusion” che iniziano però a sorgermi i primi dubbi. Infatti nonostante l’ottima tecnica di base e una registrazione di buon livello, questo disco fatica a coinvolgermi totalmente, pagando l’eccessiva omogeneità dei brani, salvo qualche rara occasione come ad esempio nel brano “Over the bridge”, che si differenzia dagli altri per un buon ritornello in cui le seconde voce la fanno da padrone.
Nel complesso però il materiale di questi cinque ragazzi transalpini risulta più che sufficiente, anche se un briciolo di personalità in più a livello di melodie potrebbe aiutarli a raggiungere la definitiva consacrazione a livello Europeo.
Consigliato per chi cerca una degna risposta continentale a band come COMEBACK KID e BANE.
Da evidenziare, come sempre per le produzioni CHORUS OF ONE, che il disco in questione esce in una edizione speciale contenente oltre al bel video di “Play the life Slowly” anche le sei tracce del precedente EP della band, che sicuramente mettono in luce i notevoli progressi fatti dai NINE ELEVEN, grazie anche agli innumerevoli concerti (oltre 100) suonati negli ultimi due anni a spasso per l’Europa, spesso anche di supporto a band del calibro di SICK OF IT ALL, RAISED FIRST, MUCH THE SAME, ecc.
Voto: 6½/10