NEMESI: L’alba dei morti viventi

Da tempo c’è del rumore attorno a questo disco d’esordio deilombardi Nemesi (da non confondere con i punkorckers anni 90 chiamati Dott.Nemesi) e finalmente è arrivato il momento di confrontarci con “L’alba deimorti viventi”, edito da Rude Records.

 

Crossover?Post-hardcore? Nu-metal? Non saprei dirvi di preciso di cosa si tratta.

Più semplicemente di un disco sopra le righe. 12 brani initaliano. Un po Linea 77 un po Dufresne.

 

Un disco spigoloso, tagliente, che non può lasciartiindifferente anche se non appartieni al filone sopracitato. Si perchè ti avvolge passo dopo passo, immergendoti nei suoitesti ribelli, di accusa, di condanna sociale. Lessicamente diretti, giovanili,irriverenti. Quasi Articolo 31 a tratti. Ovviamente inseriti in un contesto musicaletotalmente differente. Tecnicamente non ci sono momenti particolari dasottolineare, perchè è il risultato finale quello che conta, così tutto sicombina per dare sostanza. Nessuna mania di protagonismo ma tanta complicitàtra i membri della band.

 

La title track, che più di tutte ricorda i già sopracitatiLinea 77, è incisiva quanto la copertina (che evidenzia quanto sia difficileavere una propria identità al giorno d’oggi) e parte con un riff metal econtinua nel finto ritornello con un bel botta e risposta tra le due voci. “Questa città” è un brano tanto triste e disillusoquanto piacevole, con una voce distorta/parlata che echeggia su un arpeggiocrescente, pronto ad esplodere da un momento all’altro. “Quanto fa male” è un altro brano lento che smorzal’atmosfera aggressiva dalla bollente “Paranoia”, dalle chitarre rock’n roll.

 

Poi arriva il momento di “Milano”, calma edappannata, ma così sincera nel descrivere una città complessa da analizzare etroppo incomprensibile per chi la vive dalla periferia. Un brano semplice mache davvero colpisce per il suo infinito incidere altalenante.

 “Venerdì” e “Bla bla bla” sonosufficientemente rumorose per spianare la strada alla finale “somma disecondi”, un brano che riassume perfettamente l’anima della band.

 

I Nemesi si sono dimostrati una piacevole sorpresa, unacreatura che viaggia sulle proprie gambe, personale nel mescolare più generi enel dargli nuovo brio a livello nazionale.

Assolutamente da provare. A cestinarli si fa sempre tempono???

La prossima “next big thing” italiana?

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