Normalmente si pensa che per un gran gruppo con una grande discografia alle spalle, sia impresa ardua e faticosa confermare il proprio valore eguagliando e magari superando i successi del passato, sono tanti i gruppi che tendono a sputtanarsi e svendersi quando farebbero meglio a chiudere la propria carriera a testa alta e con un album in meno.
Non è il caso dei Nekromantix che dopo ben sei album riemergono dal mondo delle tenebre con un album assolutamente favoloso, di sicuro il miglior disco psychobilly degli ultimi anni.
Il cambio di formazione voluto da Kim Nekroman (Troy Destroy, chitarrista dei Rezurex, e Andy DeMize, batterista dei the Rockets) ha arricchito, raffinato e portato all’apice della sua realizzazione il nekro-style ormai inconfondibile e unico.
Di sicuro il tocco a volte un po’ jazzistico, altre tendente al country, ma sempre pulito e chiaro di Troy Destroy, ha impreziosito e valorizzato fortemente il livello tecnico del disco che si differenzia lievemente dagli altri proprio per la maggiore maturità musicale, per un pizzico di cattiveria in meno e per un livello stilistico superiore agli altri.
Life is a grave è sicuramente l’album della maturità, l’espressione più compiuta dello stile del gruppo, non tradendo quelli che sono gli elementi distintivi della band che, coltivati in tanti anni, sbocciano definitivamente in tutta la loro compiutezza.
La grandezza della band sta proprio nella capacità di rimanere se stessa senza mai rischiare di risultare banale e ripetitiva, conservando il proprio stile, ma senza arrestarsi e cullarsi su quello, c’è una continua sfida e un continuo bisogno e voglia di sviluppo che portano a questi risultati assolutamente straordinari.
Anche nei testi ci sono segnali di crescita, simpatici Gargoyles svolazzanti lasciano il posto ad una saggezza esemplare in Nekrohigh che tramite metafore e tanta ironia non risparmia lezioni di vita (e di rock’n roll) iniziando con un tipico “life is like a school….”; il regno dell’oltretomba diventa ironico, un po’ trash e quasi simpatico alle nostre orecchie e anche ai nostri occhi grazie al video-cartoon di Horny in a Hearse ambientato in un cimitero tra mummie e Cadillac e con la partecipazione di una sexy Patricia (horrorpops) in vestitino di lathex nero a risvegliare letteralmente i morti!
Difficile stabilire quali sono i pezzi più riusciti, sicuramente la strumentale Panic at the Morgue potrebbe essere eletta a manifesto del gruppo proprio per la sintesi di tecnica, riff orecchiabili e un sound diretto e originale, ma tutto l’album riassume al meglio lo stile del gruppo, è senza ombra di dubbio quello che meglio rappresenta i danesi Nekromantix.
A questo punto non possiamo che sperare di vedere presto i Nekromantix dal vivo sui nostri palchi, altrimenti con un po’ di pazienza dovremo aspettare di fare un viaggio all’inferno….ma credo che tutti concorderanno nell’augurarsi che tra le tourdates ne compaia una in Italia!
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