E’ sempre una grande emozione per me parlare dei Negazione. Vuoi perché, per ragioni strettamente anagrafiche, non sono riuscito a vivere il momento della strepitosa e fondamentale hardcore band torinese, vuoi perché tutti noi sappiamo l’importanza, quasi metafisica, del gruppo in questione.
Ecco, “Collezione di Attimi” funge proprio da ponte temporale per chi, come me, non ha potuto godersi la nascita, l’evoluzione e l’epilogo dei Negazione.
Il libro fotografico in questione è uscito per Goodfellas e ripercorre la gloriosa storia dell’hardcore band più influente della storia del punk italiano: i Negazione.
Poche, pochissime, parole, e un’infinità di foto, molte delle quali inedite, fanno da cornice a una cronologia di eventi che hanno portato i Negazione nell’Olimpo della musica.
Si parte, ovviamente, con un intenso ricordo di Marco Mathieu, bassista della band, scomparso lo scorso anno, al quale il volume è interamente dedicato e poi via, inizia il viaggio dalle origini, fino all’ultimo tour dei Negazione. Il viaggio è cronologico, parte dal 1983, anno di fondazione della band, per poi proseguire nel 1984, anno della fondamentale compilation “Mucchio Selvaggio”, 1985, 1986, 1987 fino ad arrivare al fatidico 1992, andando a tagliuzzare scientificamente ogni uscita discografica, ogni tour e ogni cambiamento nella line up.
Come detto, le parole che accompagnano le bellissime fotografie sono poche, ma hanno un peso indelebile nel racconto dei Negazione: “i Negazione sono questi: nichilismo che guarda al futuro, una contraddizione in termini che solo loro avrebbero potuto creare”.
Quello che più risalta dallo sfogliare le pagine di questo imperdibile volume è la narrazione del vero senso dell’hardcore, quello che molti di voi stanno probabilmente leggendo nell’autobiografia dei fratelli Koller dei Sick of It All: il senso di appartenenza a una scena difficile da vivere, soprattutto nel nostro paese: “Era sempre una festa quando nei tour capitava di incontrare gli altri gruppi che in quegli anni giravano l’Europa, come noi. CCM, Kina, Impact, Indigesti: oltre a una forte amicizia ci legava un istintivo senso di appartenenza a qualcosa di più grande dei singoli gruppi” (Zazzo).
“Collezione di Attimi” viaggia di anno in anno, come se non volesse perdersi neanche un evento, neanche un tour, neanche un concerto dei Negazione e, come tutti noi sappiamo, il movimento hc italiano è andato di pari passo con i progressi (e regressi) sociali del nostro paese: “El Paso è stata la prima reale esperienza di occupazione a Torino in quegli anni (fine anni ’80, n.d.r.). Poco dopo suonammo noi, e fu il primo concerto ufficiale” (Zazzo). Musica e società si intrecciano spessissimo nella narrazione di quegli anni: sono stati gli anni del Virus e del Leoncavallo, gli anni d’esordio di El Paso Occupato di Torino, gli anni in cui l’eroina mieteva vittime in ogni angolo di strada e gli anni in cui il punk e il punk hardcore cercavano di creare una barriera tra il loro e il noi, barriera fatta da distorsioni potentissime, ritmi serrati al limite e liriche incazzate, ma allo stesso tempo introspettive.
Da segnalare le meravigliose fotografie che immortalano il release party di “Little Dreamer” all’Hiroshima Mon Amour di Torino l’11 marzo del 1988 (11 giorni prima della mia nascita….) che si accompagnano all’ennesima svolta nella line up dei Negazione: “Non ci siamo lasciati benissimo. Forse succede sempre nelle vere storie d’amore. Contribuì non poco anche il come si arrivò alla fine. Dopo svariate discussioni nelle settimane precedenti alla presentazione di “Little Dreamer” all’Hiroshima Mon Amour di Torino, Fabri ci dice che è di nuovo finita (…)” (Tax). Stupende anche le istantanee dell’arrivo a NYC e dei primi concerti dei Negazione negli States.
Non voglio proseguire oltre perché rischierei di essere prolisso e ripetitivo. Se non lo avete ancora fatto, vi consiglio caldamente di fare vostro questo bel volume di storia del punk italiano.
“Collezione di Attimi” non è la prima uscita cartacea a tema Negazione, ma probabilmente può essere definita l’opera magna su questa band che, in soli 9 anni (1983-1992), ha scritto pagine indelebili per il punk italiano e non solo. Alcuni movimenti di pensiero hanno portato avanti la teoria secondo la quale le fotografie derubano e deturpano l’anima dei soggetti immortalati (basti pensare agli Indiani d’America): credo che, al contrario, le fotografie presenti in “Collezione di Attimi” abbiano catturato la vera essenza di quello che sono stati, sono e saranno i Negazione, band che con le sue parole introspettive e mai banali e suoi ritmi martellanti ha saputo regalare maestosità a tutta la musica underground italica. Grazie Goodfellas.
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