Presente quando conoscete una band e una volta partito il loro nuovo disco pensate “ma sono loro?!”.
Bene, questa sensazione l’ho avuta con “The Strawman Fallacy”, il nuovo lavoro dei Nasty Farmers. Il perché è semplice: il loro disco di debutto era un inno al grunge/stoner rock, con richiami alla scena di Seattle e persino al Desert Rock.
Oggi invece me li ritrovo con abiti totalmente nuovi, che fanno l’occhiolino al garage rock anni ’70, al beat e persino alla scena psichedelica. Un mix strano ma non troppo, il gruppo di Pontedera sembra infatti sul pezzo proponendo in maniera del tutto naturale brani decisamente accattivanti. A tratti sembra quasi di avere a che fare con la colonna sonora di un qualsiasi film spaghetti Western per come suona retrò e forse è proprio questo il fascino di questo disco, la sua versatilità artistica.
La voce rispetto al passato si è fatta più calda e mansueta, mentre le chitarre sono tra i protagonisti principali del buon risultato ottenuto, attraverso riff mai banali e basi melodiche davvero interessanti.
Un lavoro che sicuramente non risulterà essere immediato all’ascolto ma che alla lunga offre il meglio di sé, con un pubblico di riferimento sicuramente adulto o perlomeno a conoscenza di questa particolarissima scena musicale.