Due indizi. Hc-melodico. Canada. Potreste aver già capito che tipo di disco andrete ad ascoltare mettendo sul vostro lettore il nuovo lavoro dei MUTE.
Tecnica individuale eccelsa, tanto da poter essere affiancati agli A WILHELM SCREAM, riffoni ultrametallari alla STRUNG OUT, melodia e timbro di voce che ricordano invece i rimpiantissimi MUCH THE SAME (se non conoscete è meglio fare un piccolo corso di aggiornamento). Ovviamente la batteria viaggia a frequenze ultrasoniche.
Dimenticavo, il cantante è il batterista, un surfers per intenderci…
Mentre nel resto di Europa questi ragazzi hanno già raggiunto la loro notorietà (almeno nell’underground) in Italia faticano ancora a far girare il loro nome. Peccato perchè di sostanza e di qualità ce ne sono da vendere.
Se “The raven” era un ottimo prodotto questo “Thunderblast” supera alla grande il predecessore! “Bates Motel” e “Homesick & Tired” (con tanto di seconda voce femminile) sono perfetti in tutto e per tutto. Faranno impazzire sia il precisetto di turno che guarda ogni singolo passaggio di batteria sia il ragazzo che semplicemente accende la radio per ascoltare qualcosa di orecchiabile e piacevole.
“Calcul(h)ating” è più un brano da intenditori, voce più forte, più in-your-face, come anche “Nevermore”, il cui bridge centrale sta alla lettera “A” ddel manuale di skatepunk canadese (quello dei Belvedere per intenderci).
“Neonvalley” mi fa impazzire semplicemente per quelle parti bloccate che sbocciano in un ritornello pauroso (ovviamente con sottofondo di chitarra in tap-in), che risplende totalmente nell’uscita conclusiva!
Il brano finale “Shadow of a doubt” è qualcosa di sperimentale, epico, evolutivo. 10 minuti di canzone che fluisce in modo sapiente tra una prima metà più punk e una seconda parte hard-rock.
Non tutti sanno riproporre la stessa formula disco dopo disco migliorandosi, senza troppi fronzoli o ambizioni da rock-star, loro lo hanno fatto con risultati eccellenti. Da lode. Un disco da avere a tutti i costi!
Voto: 8/10