I punkrockers canadesi Mute sono tornati nel 2016 con il loro quinto album studio: Remember Death.
Rimanendo fedeli al loto sound, il disco è veloce, tecnico, incazzato e melodico dal primo all’ultimo minuto. Si inizia con Resistance, che dopo un mini-assaggio di archi in apertura scatena tutta la propria potenza. Si continua con Fill The Void, di cui è stato realizzato anche un video, e The Dagger. I testi sono molto personali e parlano di affari e disagi con cui però facilmente ci si può relazionare anche da esterni.
Arriva poi la parte centrale dell’album che, intendiamoci, è buona, ma rimane un “meh” rispetto al resto. Si sentono forti le influenze power metal, riff pazzi e i classici tapings: ascolto piacevole ma nulla di più (perlomeno a me con i miei gusti musicali..).
Verso la fine però il livello si alza palesemente: Black Heart è una vera mina, con suoni pulitissimi (la batteria!) e metronomo degli stacchi perfetto; Santa Muerte è un mezzo sing-along con un ritornello incalzante molto orecchiabile.
In fine, la conclusione è un vero capolavoro: sarà che ho un debole per le closing songs fatte bene, quelle con outro come dio comanda. Sarà che ho un debole pure per le parentesi strumentali lunghe e veloci. In ogni caso Walking On A Thin Line riesce a tirarti fuori quello che era rimasto in gola per tutta la durata del disco. Il tutto svanisce sull’aria degli stessi archi che avevano aperto il primo pezzo e così, come un cerchio che si chiude, si ritrova la pace interiore.
In definitiva, se avete adorato Thunderblast quest’album non potrà certamente deludervi. Sebbene alcune parti non siano al livello del precedente, in altri punti il livello lo supera abbondantemente.