Come ogni anno, da ormai 7 anni, attendo i Mondiali Antirazzisti come un bambino attende la fine della scuola, tenda in macchina, 4 cose per sopravvivere un paio di giorni senza fare le larve e via, verso la spensieratezza. Quest’anno è stata diversa per due motivi:
1) ho deciso di fare questo esperimento, un report fotografico cercando di documentare sia la giornata fatta di dibattiti, di aggregazione, di sport e di birre, sia la serata con i concerti, i fumogeni, e quell’atmosfera unica dei Mondiali.
2) abbiamo portato la mia bambina di un anno per la prima volta in tenda, quindi giustamente non potevamo fare bisboccia come al solito fino alle 6 del mattino e forse mi sono perso degli attimi particolari che si verificano sono ed esclusivamente di notte (ho dei ricordi fumosi dalle passate edizioni), o al mattino presto, dipende dai punti di vista. E’ andata benissimo così, avremo tempo per rifarci in futuro.
Arriviamo verso le 15 di venerdì, ora “perfetta” per piantare la tenda, ci sistemiamo ed iniziamo il nostro giro, macchina al collo e birra in mano incontro già un sacco di amici accaldati ma felici, le birre scorrono fresche in gola ed escono dai pori un secondo dopo, ma è un dettaglio che interessa a pochi, i bar girano a pieno ritmo ed i pazienti volontari sono in posizione fissa da spillata sempre con un sorriso sulle labbra. I campi da calcio, basket e volley sono strapieni e gli atleti ci danno dentro come se fosse una finale di coppa del mondo, un pensiero va a Christine del Commando Ultrà 84 Marseille ed iniziano a vedersi i gruppi che suoneranno di sera, quattro chiacchiere con Filippo ed i Linea, con Rude, con Enrico che mi racconta la bellissima esperienza con i Los Fastidios in Brasile, un giro per tutto la città degli Alberi a salutare i vecchi amici Frollo, Pecchia, i miei fratellini e sorelline di Siena e tutte quelle persone che ormai vedo sempre e che non cambiano mai, vedo in giro Cass Pennant che il giorno dopo presenterà il suo film, poi vado a conoscere quelle persone che mi contattano su faccialibro, perchè FB è comodo per certi aspetti, ma dal vivo è sempre e comunque un’altra cosa, perlomeno per noi della vecchia scuola (grande Roberto’).
I due giorni scorrono come sempre troppo velocemente, tra i campi da gioco, le aree dibattiti e gli ottimi ristoranti, dove si può trovare sempre qualcosa di buono per tutti i gusti, e l’arena concerti, dove per me finiscono i Mondiali 2015 sulle ultime note di uno splendido concerto dei Los Fastidios, forse il migliore che ho mai visto (e li seguo da 15 anni buoni), mi perdo Juantxo Skalari e la Rude Band, ma il viaggio di ritorno è lungo e la stanchezza inizia a farsi sentire, sicuramente è stato un gran concerto.
Per concludere ecco la carrellata di foto in ordine cronologico, alcune carine, altre vi sembreranno inutili, ma per me hanno tutte un significato e servono a documentare più o meno quello che sono i Mondiali Antirazzisti.
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