A meno di un anno dall’uscita dell’album “True Brew” e dall’ultima data italiana, i Millencolin tornano a farsi sentire da queste parti per regalarci un insolito ma divertente lunedì sera targato Hub Factory al Live Music Club di Trezzo sull’Adda, alle porte di Milano.
Riusciamo ad arrivare puntuali per non perderci i gruppi di apertura: ad iniziare alle 20:30 sono i LINE OUT, giovane band punk rock nostrana che si sta meritatamente accaparrando piano piano uno spazio all’interno del panorama musicale italiano e non solo. Mezz’ora tiratissima in cui ci propongono prevalentemente pezzi dal loro ultimo album “Guardians of Punk Rock”, che inizia a scaldare l’atmosfera in quel di Trezzo. Alle 21 è la volta dei TEMPLETON PEK, band inglese che ha accompagnato per l’Europa i Millencolin durante questo tour. In tutta sincerità non conoscevo questa band, se non per il recente video “Damage Control” pubblicato su Punkadeka e penso fosse così per molti altri. Quel che importa è che però il pubblico hanno saputo prenderselo, giocandosi al meglio quest’opportunità: il locale è quasi pieno, ascoltano con interesse il gruppo e inizia il riscaldamento sottopalco.
I MILLENCOLIN attaccano alle 22 e iniziano con il primo pezzo dell’ultimo album, Egocentric Man, accompagnato da una strana atmosfera di attesa. Sotto il palco la situazione è relativamente tranquilla, ci si muove e ci si diverte senza troppi problemi.
Per quanto riguarda la scaletta, fanno pezzi da un po’ tutti gli album: dell’ultimo mi ricordo True Brew, Bring Me Home (a quanto pare l’Italia è una seconda casa per la pancia del frontman Nikola), Sense & Sensibility e Silence Suicide. Poi suonano anche pezzoni più vecchi come Dance Craze, Bullion, Olympic, Lozin Must, 22 e Mr. Clean, dove la folla impazzisce letteralmente. Per quanto riguarda la qualità, la band svedese è famosa per non eccellere dal punto di vista live. A me son sembrati se non altro dignitosi, mettendo su un concerto comunque godibile senza performance memorabili da quel punto di vista. L’unica nota veramente negativa che mi sento di segnalare è Ray, che è stata suonata nettamente fuori tono, con gli alti che sono praticamente diventati bassi….
Per quanto riguarda la scena, si sono invece fatti apprezzare per i 3 o 4 banner che sono stati cambiati durante la serata… uno più figo dell’altro!
Dopo molti circle pits (“Do the crust, not the tomato sauce!”) chiudono l’encore con No Cigar e ci salutano!
Nota a margine della serata: ancora una volta, si sono verificati numerosi furti di telefoni e portafogli… Per i prossimi tempi ai concerti, sforziamoci di tenere tutti gli occhi aperti perché la mamma degli stronzi è sempre incinta.
Scritto da Amanda Milan e Maurizio Motta
Foto di Amanda Milan