1) Ciao ragazzi. parlateci del vostro progetto. Chi sono i menagramo?
E: i Menagramo sono un duo punk acustico nato nel 2016 in seguito alla formazione di un trio punk rock chiamato Slugline che contava me, Walter e Masu (Teenage Gluesniffers, Breakmatt Fastgyver). Il trio è durato poche prove e avendo in mente questa cosa del duo ho tirato in mezzo Walter, di cui ho sempre apprezzato la voce.
2) Le vostre uscite discografiche sono cominciate in digitale per poi arrivare alla stampa su vinile: cosa vi ha spinti a questo processo discografico?
E: Inizialmente le nostre “regole” interne erano: non andremo mai in studio, non pubblicheremo mai nulla di fisico, non ci rivolgeremo mai a delle etichette…non è andata proprio così, ma diciamo che il motivo principale è stato quello di cercare di spingere al massimo “Ribcage“, il nostro primo disco uscito in un periodo non proprio fortunato (Marzo 2020)
W: E’ avvenuto tutto in maniera piuttosto naturale e spontanea. Inizialmente sentivamo proprio il bisogno di buttare fuori materiale nel più breve tempo possibile, e da questa esigenza sono nati i nostri primi 4 EP usciti esclusivamente in digitale.
Effettivamente la nostra idea all’inizio era proprio quella di proseguire per quella strada, ma ad un certo punto abbiamo avvertito la necessità di pubblicare un vero e proprio disco ed abbiamo dato alla luce “Ribcage”, uscito per Professional Punkers su CD oltre che in digitale.
Col tempo è arrivata poi la proposta da parte di Wild Honey Records di fare uscire un LP contenente i pezzi già presenti in “Ribcage” più 4 inediti, e siamo felicissimi di essere riusciti a farlo!
3) Quali sono le band che vi hanno maggiormente ispirato per la creazione dei Menagramo?
E: per quanto mi riguarda inizialmente posso dirti Social Distortion, Against Me! e cantautori come Johnny Cash. Appena ho scoperto la scena anarco-folk americana è scoccata poi la scintilla e da lì è stata tutta in discesa. Le mie band preferite non rientrano però nel genere, amo molto band come Lawrence Arms, Drug Church e Dillinger Four soprattutto per quanto riguarda i testi.
W: Se non ricordo male qualcosa è scattato nella testa di Enri dopo aver visto dal vivo i Days ‘N Daze, quindi l’idea del washboard potrebbe essere partita da li’ (ovviamente potrei sbagliarmi, ho una memoria imbarazzante).
4) Io che vi conosco molto bene posso dire che l”etica D.I.Y. è un qualcosa a cui siete visceralmente legati. Perché consigliereste questa etica a una giovane punk band in procinto di formarsi?
E: essenzialmente perché è l’unica possibilità! Pensare che dopo la prima prova ci siano schiere di persone interessate alla tua band è da pazzi. Molto meglio costruire il più possibile dal basso, sporcandosi le mani e facendosi le spalle larghe cercando di far parte attivamente di una rete. Se poi arriva qualcosa in più o nasce un interesse maggiore la soddisfazione è doppia.
W: Come ha detto Enri, senza dover farne per forza un discorso etico credo sia l’unica possibilità per una band appena nata. A questi livelli non penso infatti esista un’alternativa al DIY e non penso nemmeno si possa parlare appunto di scelta in senso stretto.
5) Tornando al vostro esordio su vinile, come sono nati i rapporti con Wild Honey Records?
E: Con Franz ci si conosce da anni, abbiamo collaborato spesso insieme per date e quant’altro. Abbiamo conosciuto Simo a La Spezia ad un nostro live e ci siamo giurati amore eterno…per fortuna, come tante cose, tutto nasce dall’amicizia.
6) Il washboard è uno strumento musicale sconosciuto in Italia, almeno per quanto riguarda il genere punk. Come è nata in te (Enri) la passione per questo modo di fare musica?
E: il mio amico Elias mi ha introdotto alla scena anarco-folk americana facendomi ascoltare band come Days’n’Daze e We The Heathens. Mi ha colpito da subito la possibilità di tenere il palco anche in termini di suono grattando un pezzo di lamiera esattamente seguendo lo stesso principio di quando suono la batteria. Appena ho iniziato a girare mi sono reso conto di quanto fosse comodo non dover smontare e rimontare la batteria tutte le sere e da lì in poi non ho più abbandonato. Ma mentirei se ti dicessi che dietro c’è un pensiero più complesso di questo ahahahahaha.
7) Quale è il pezzo a cui siete più legati e perché
E: Menagramology è una bonus track del disco appena uscito in vinile e penso sia uno dei pezzi migliori che abbia scritto. Walter non è d’accordo ma è esattamente come ho sempre voluto scrivere e sono molto contento dello storytelling del pezzo, molto semplice, quasi ripetitivo, ma riesce a fotografare un periodo della mia vita utilizzando delle immagini molto semplici all’apparenza ma che al tempo stesso hanno mille chiavi di lettura. Ne sono molto orgoglioso.
W: Per me la risposta a questa domanda è molto legata al periodo. Ad esempio nei primissimi anni di attività della band avrei risposto sicuramente Out of place perchè era il pezzo nel quale mi rivedevo maggiormente in quel momento. Ad oggi ti direi forse “Dwayne Johnson” o “R.I.B.C.A.G.E.” semplicemente perchè mi piace molto suonarle dal vivo, ma sono sicuro che già quando uscirà questa intervista avrò cambiato idea.
8) I vostri pezzi sono nati tutti per i Menagramo oppure sono stati originariamente scritti per le vostre altre band e arrangiati folk punk?
E: due pezzi, A soundtrack for hating myself e Informers sono nati rispettivamente come un pezzo degli Slugline e uno dei Teenage Gluesniffers. Il resto sono scritti per i Menagramo.
9) Vi definite una band folk punk?
E: domanda difficile. La definizione folk punk è sicuramente comoda ma al tempo stesso molto fuorviante. Anche se la uso molto spesso anche io, continuo a ritenerci un gruppo punk rock. Al netto della grande offerta acustica tra musicisti punk rock, arrivo a pensare che tutti siano folk punk e nessuno sia folk punk allo stesso tempo. In fondo, di cosa stiamo parlando? Senza fare retorica, il folk è musica popolare, fatta per lanciare un messaggio; penso che ci siano una tonnellata di gruppi che possono essere racchiusi in questa definizione, e forse il senso del termine è questo…
W: Io personalmente quando parlo dei Menagramo preferisco descriverli come una band Punk Rock che suona strumenti acustici o comunque diversi dal solito.
10) Come è stata la vostra esperienza al The Fest di Gainesville?
E: pazzesca. Arrivare dall’altra parte del mondo e suonare in un posto pieno di persone, alcune delle quali cantano persino i pezzi, è stato veramente stupendo. Per quanto mi riguarda, una delle esperienze più belle di sempre. Il The Fest è qualcosa di speciale, completamente lontano dall’ottica dei festival a cui siamo abituati. Consigliatissimo a tutti, almeno una volta nella vita.
W: E’ stata incredibile, una soddisfazione immensa. Non avrei mai immaginato che un giorno avrei avuto la possibilità di suonare negli Stati Uniti, ed invece è successo. Vedere poi persone con le nostre maglie cantare le nostre canzoni è stato davvero molto emozionante.
11) Cosa dobbiamo aspettarci nell’immediato futuro?
E: sicuramente molte date, anzi se volete portarci nella vostra città scriveteci! Poi non nascondo che già qualche pezzo nuovo c’è, per cui chissà…
W: Molti concerti e qualche sorpresa! E tra un po’ anche nuova musica.
12) Lasciate un messaggio ai lettori di punkadeka
E: RICICLATE SEMPRE
W: Grazie per essere arrivati fino in fondo!
Menagramo