MATTEO CALDARI (7YEARS): Mud And Rain

Non è molto semplice cimentarmi nella recensione di un album acustico per svariati motivi, proverò a sfatare il tabù con Matteo Caldari.
Il cantante/bassista dei livornesi 7Years ha da un po di tempo intrapreso anche la carriera solista e “Mud And Rain” rappresenta il secondo album di Matteo.
L’album si forma di 12 pezzi in cui affiorano tutte quelle che sono le influenze del cantautore labronico: Joey Cape e Chuck Ragan (con i quali ci sono state collaborazioni in passato), ma anche il compianto Tony Sly dei No Use For a Name, veri e propri punti di riferimento.
Si inizia con Different places, different skins pezzo difficile per i miei ascolti quotidiani in cui la chitarra acustica è accompagnata da una base elettronica un po lontana dal mio mondo (tecnica ripresa in As never before).
La successiva Somewhere Else inaugura i pezzi puramente acustici che preferisco: tra tutte The Party is Over potrebbe benissimo essere un pezzo dei 7Years, con tanto di palm muting iniziale e ritornello a sing along, Too late è forse il pezzo più malinconico del disco (bellissimo l’arrangiamento con la tastiera), mentre The Fartbreaker può essere considerato invece il pezzo in cui Matteo Caldari si racconta e lo fa con un motivetto orecchiabile che mi riporta ai lavori acustici di Yotam degli Useless ID.
Da sottolineare la struggente Mud and Rain, pezzo dedicato all’alluvione che ha colpito la città di Livorno di settembre del 2017.
Bel lavoro di Matteo Caldari, consigliato a tutti gli amanti dell’acustico.

Tracklist:

Different places, different skins
Somewhere else
The party is over
As never before
Too late
Devotion
The Fartbreaker
Trash Samba
Mud and Rain
I feel the breeze tonight
All alone
You and me

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