I Matleys potrebbero essere definiti come dei grandi “Paraculi”, vale a dire la classica band capace di avvicinare a sé diverse tipologie di ascoltatori. Sì, perché il loro è un rock dove trovano spazio elementi cari al sound brit, a quella corrente rock-minimal anni ’70 e perché no persino a nomi come Vines, Babyshambles e Subways. Il loro sound è volutamente acido, con suoni a mio modo di vedere volutamente old-school in sede di produzione (fondamentalmente perché pomparli quando il bello del rock è proprio il suo lato ruvido?!) e dove le chitarre a mio modo di vedere potevano essere leggermente curate meglio in quanto prive di quel calore che è solitamente utile a gruppi del genere per fare la differenza.
A questo aggiungeteci una sezione ritmica attenta a non confondere troppo l’ascoltatore attraverso stravolgimenti ritmici ma che bensì offre una performance massiccia sotto ogni aspetto. A chiudere il cerchio il cantato: volutamente monocorde e “freddo” nell’interpretazione ma quanto mai efficace nel dare quel mood apocalittico a ogni singolo brano. Rispetto ai frequenti episodi più “pettinati” in “Desirevolution” a spiccare il volo è soprattutto un brano come “Mr. Wolf” privo di ogni catena ed efficace nel suo lento incedere.
Un punto di partenza interessante in vista di un nuovo disco a mio avviso. A dare ancor più gusto retrò ai Matleys oltre all’immagine dei musicisti ci pensa l’artwork stesso, a mio avviso super in target con la proposta del quartetto. Un bel lavoretto insomma, ma per favore, nel prossimo disco destinate maggiori cure alla produzione dei suoni!