Allora partiamo dicendo che per me è stata la prima volta al Malt Generation Fest, e sono partito da casa con l’idea di trovarmi ad una festa della birra di un piccolo paese dell’hinterland milanese come ce ne sono mille in sto periodo, idea completamente stravolta dopo esattamente 5 minuti, perché mi sono ritrovato nel bel mezzo di un festival coi controcoglioni, molto ben organizzato e con volontari più che disponibili con me, ma andiamo come sempre con ordine.
Pensando quindi che fosse una festa “normale” decido di portare anche la famiglia, è all’aperto e non dimentichiamolo è gratis, quindi non mi sembra un’idea malsana portare la pargola di 4 anni (tra due settimane) al “concerto degli amici di papà”, come appena scritto mi tocca ricredermi ben presto ma ormai siamo qui; per prima cosa vado a rompere i maroni agli organizzatori per ricevere il mio pass da “fotografo” (e fa già ridere così), mi accompagnano nel backstage dove trovo Maurizio, Debora e Giò di IndieBox e pezzi di Andead e Second Youth a far passare il tempo tra due chiacchiere, un calcio balilla e qualche birra, i ragazzi del MGF sono gentilissimi e faccio subito i dovuti complimenti per l’organizzazione, sono stato in posti ben più quotati dove il biglietto si paga caro e salato, ma poi si dimenticano cose basilari tipo la pedana per i disabili, mentre qui è a qualche decina di metri dal palco con un’ottima acustica e visuale. Comunque prendo felice il mio pass e andiamo a mangiare un panino, tra l’altro ho letto delle cose deliranti tipo che non si può pagare una birra 5€…è vero, 5€ non è a buon mercato, ma visto che siamo dotati di cervello facciamo una semplice analisi: per prima cosa non siamo in uno spazio sociale, seconda cosa non avete pagato un cazzo, niente tessera e parcheggio gratis, terzo vi siete visti 4 gruppi direi abbastanza conosciuti, di cui uno di fama mondiale, come cazzo pensate che li pagano i cachet? Quarto ed ultimo pippone se ne prendevate 5 assieme vi venivano a costare 4€ l’una, in linea se non meno con altri posti dove fanno questo tipo di eventi.
Andiamo avanti a raccontare…dunque finito di cenare andiamo a fare due passi per l’area, c’è già qualcuno nonostante non siano ancora le 20.00, arriva anche Reb di Out Of Control con la famiglia e alla spicciolata mille facce più o meno conosciute, rivedo con piacere Pelle e Giulia, il mio amico Mazza con pezzi di Discomostro e ancora quasi tutta la Rebel Crew e non poteva mancare Tiziano, grandissimo fan dei Clash, gruppo molto presente nelle note dei 4 di Pittsburgh, ma è già ora del primo live, salgono sull’imponente palco gli Andead…non scrivo “il gruppo di Andrea Rock” di proposito, perché questa è una band fatta e finita composta da 5 ottimi musicisti! Senza nulla togliere alla notorietà del frontman, che credo sia d’accordo con me, il gruppo ha le sue gambe e la sua vita e stasera mi ha impressionato ancora di più dell’ultima volta che li ho visti al Decibel, il palco grande gli dona e generano un’energia contagiosa con un punk rock robusto e preciso, i suoni sono pressoché perfetti, altra nota di merito a chi sta dietro le quinte ed io mi sto già divertendo un sacco perché il sound dei milanesi, l’ho già detto in altre occasioni, è trascinante e freschissimo, da grande evento insomma. Ma come sempre quando si tratta di gruppi che seguo non è mai solo musica, infatti c’è tanto spazio per la solidarietà e per il supporto alle tante cause che segue da sempre Amnesty International, oggi presente con un banchetto per la firma di una petizione per il rilascio dell’attivista palestinese 17enne Ahed Tamimi, quindi giù il cappello.
Il finora poco pubblico presente si scalda un po, partecipa e si diverte proprio come dovrebbe essere già dalla prima band sul palco, io posso continuare a fare fotografie anche da fuori, cosa che non dappertutto è permessa, e forse troppo velocemente si esaurisce il tempo per i milanesi Andead che intonano la conclusiva “punk rock revolution”, e chiudono un ottimo live, e bravi underdogs.
Il tempo di una birretta ed il palco è già quasi pronto per la seconda band della serata, i Second Youth li conosco molto poco, quasi per nulla, hanno pubblicato di recente il primo disco (recensito qui dal nostro Matteo) e sul palco fanno di tutto per mantenere accesa la fiamma innescata dagli Andead, riuscendoci con una tecnica sopra le righe ed un punk rock coinvolgente dalla fortissima impronta californiana, devo dire che se all’inizio sono sembrati un po “rigidi”, col passare dei pezzi però mi sono entrati sempre più nelle orecchie, quindi gli va dato anche questo merito, credo che a sto punto approfondirò l’argomento. Voto 10 alla camicia del cantante.
I Derozer li ascolto da sempre, sono uno dei tanti gruppi che mi porto dentro ed uno dei miei primi concerti, sono le estati afose in attesa che la bolgia cominci e posso dire che anche oggi, a distanza di 20 anni, attendo un loro concerto con la voglia di urlare sotto al palco…infatti ero l’unico deficiente tra i fotografi veri a cantare come un pazzo. Per quel che mi riguarda li godo di più nel posto piccolo col palco basso, il contatto col pubblico è una parte importante dei loro concerti, ma ormai stanno bene su qualsiasi tipo di palco ed anche oggi il loro punk rock show è dinamite pura, l’ ultimo disco mi è piaciuto e ne fanno un gran sfoggio con pezzi diventati già anthem come “vecchio punk”, “la notte” e “zombie”, pezzo che in realtà gira da una vita, ben prima della pausa. Ovviamente non mancano i pezzi che li hanno resi quello che sono come “bar”, “Mururoa”, “144” e “2100”, li ho trovati davvero in grandissima forma ed il pubblico, con teste bianche, crestate, pelate più o meno volutamente ha risposto alla grande, riempiendo tutta l’area del concerto fino dietro al mixer, e sentir cantare praticamente tutti le classiche di chiusura “alla nostra età” e “branca day” mi ha dato una bella sensazione.
Tocca agli Anti-Flag, li ho visti in tutte le salse, nel piccolo club, nel locale grande, all’aperto in un mega festival, e sempre immancabilmente sono giunto alla conclusione che sono tra le migliori band del pianeta, sia su disco che live, sia per quello che scrivono che per quello che fanno una volta spente le casse, e non si smentiscono nemmeno stasera, con Chris#2 che si presenta sul palco con una sobria canotta con scritto “fuck nazis”, chi li conosce non si stupisce ovviamente. Hanno un disco da promuovere “american fall” uscito il novembre scorso, e come sempre la scarica di adrenalina ad ogni loro live è potente, nel pit c’è già il finimondo sotto i colpi del quartetto di Pittsburgh, che pesca a piene mani dalla lunga discografia perle come “the press corpse”, “die for the government”, “fuck police brutality”, “all of the poison, all of the pain” che scatena davvero l’inferno col suo ritmo incalzante, e la per me splendida “this is the end…”. Prima del gran finale lasciano la scena ad Andrea che presenta nuovamente la causa di Amnesty International, poi una parentesi per il sempre presente Joe Strummer con “should i stay or should i go” e la conclusiva “Brandenburg gate” con Pat Thetic e Chris#2 immancabilmente in mezzo al pubblico, e quanto cazzo amo rivedere questa scena ad ogni concerto! Finisce tutto relativamente presto, la mia bimba si sta addormentando e piano piano ce ne andiamo verso casa, voglio fare di nuovo i complimenti a chi ha reso possibile tutto questo e a tutti i volontari, convinto che di sto passo questo festival, molto giovane ma partito col piede giusto, diventerà un riferimento per le nostre estati punk rock.
Bellissime le foto e carino il report!
Good job 🙂
Troppo gentile, grazie
Sono anche riuscito a trovarmi mentre suonavano gi anti-flag nel pubblico assurdo ??