Il Rainbow Club di Milano è stato per molti anni il tempio della musica live milanese, ci hanno suonato gruppi storici e ha ospitato date da leggenda: da Rancid a Toy Dolls a Ska-P a Faith No More solo per citare alcuni tra i concerti migliori che ho visto qui, ma ultimamente era un po’ scomparso dalle scene e i concerti latitavano; …
Mad Caddies + Belvedere + Throw Rag Rainbow Club, Milano
… ora sembra che però questo storico club sia deciso a riprendersi lo scettro di miglior rock-club milanese, infatti in 6 giorni mi sono ritrovato qui dentro per ben tre volte, tutte e tre opportunamente riportate su queste pagine…quello che mi appresto a narrarvi è il secondo concerto di questa triade che riporta in auge questo locale, proprio come ai bei vecchi tempi.
E’ quindi un freddo lunedì sera milanese, quello che vede passare i Mad Caddies di supporto al loro ultimo live Songs in the key of Eh proprio dal Raibow Club…inizialmente ho avuto un po’ paura che l’affluenza non fosse buonissima, ma ora che i Belvedere sono saliti sul palco il locale era già bello pieno, e coi Mad caddies l’affluenza è stata ottima e abbondante…ma procediamo con ordine.
Primi in scaletta sono i Throw Rag: il gruppo che da un nuovo significato alla parola “freak”…sul retro del palco c’è una normalissima band con chitarra, basso e batteria che macinano un punk con sfumature rock’n’roll bello veloce e aggressivo, ma davanti…lo spettacolo più assurdo a cui abbia assistito dai tempi del concerto dei Gwar a Biella una vita fa: il cantante principale vestito da capitano di nave, con tanto di giacca elegante (rossa) con spalline e cappello da ufficiale di marina canta con delle movenze assurde, tra Braccio di Ferro e un karateka, e di fianco a lui c’è l’assurdo fatto persona: un personaggio abbastanza corpulento, in canottiera e dall’aspetto quanto mai trasandato fa i cori mentre con quelli che sembrano cucchiai percuote una tavola come quella che usavano per lavare i panni le vostre nonne, però d’acciaio e con un cow-bell (campanaccio) all’estremità, traendone dei suoni in realtà adatti, che interagiscono con la base ritmica e creano un groove abbastanza particolare. Purtroppo di questi fenomeni mi sono perso quasi tutta l’esibizione, avendo dovuto intervistare i Mad Caddies, quando rientro nel locale c’è un timido ragazzino sul palco con al collo il marchingegno infernale che vi ho descritto prima, e il corista senza più canottiera gli urla: “Più veloce piccolo mio, più veloce”, poi gli si avvicina e fa dei balletti assurdi…il concerto finisce col pubblico entusiasta che applaude e si precipita in massa a comprare spillette e cd della band. Assurdi!
Dopo di loro arrivano sul palco i Belvedere; c’è grande attesa per questo concerto e molta gente è qui anche per loro, macinano il loro Hardcore pesantissimo con influenze metal (alcuni riffs), con parti vocali urlate pesanti come un macigno e con cambi di tempo frequenti e repentini…la gente sembra gradire ma non partecipa molto inizialmente, ci vorranno i continui incitamenti del bassista per far scoppiare un accenno di pogo. Da parte mia ho trovato l’esecuzione dei quattro notevole dal punto di vista tecnico, ma veramente fredda e poco coinvolgente, e il pogo della gente c’era solo perchè richiesto (abbastanza disperatamente) dal bassista che continuava a chiedere: “Hey, vi state annoiando?”. Un po’ si, grazie.
C’è stato un momento questa sera che un pensiero mi ha attraversato la mente: “E se i Mad Caddies fossero meglio dei Less Than Jake?” e anni e anni di certezze in ambito skacore mi sono crollate addosso. Per me i LTJ sono sempre stati meglio di una band discontinua come i Caddies…questa sera però, seduto sul muretto del Rainbow, guardando centinaia di persone saltare su e giù e vedendo con quanto cuore e energia i Mad Caddies si davano al pubblico ho avuto questa impressione. Beh, del concerto cosa vi posso dire? Avete tutti Songs in the key of eh, giusto? Prendete quei pezzi, mischiateli a dovere, rispettando però l’inizio con quella intro epica e il finale con All American Badass (ormai un inno) e avete il concerto dei Mad Caddies.
Quello che mi ha steso è stato prima di tutto l’energia sprigionata dal palco, la vitalità con cui venivano suonati pezzi grandiosi come Macho Nachos, 10 West (bellissima), e le altre, tante, gemme tratta dalla discografia dei Caddies. Grandissima partecipazione di pubblico per Weird Beard con la classica introduzione: “Are there any fucking pirates in Milan?”, e ovvio macello finale su All American Badass. Da una parte si può dire che il concerto è filato liscio secondo i normali canoni di un buon concerto skacore, però se calcoliamo che:- lo skacore non gode di buona salute ultimamente- è lunedì serapossiamo tranquillamente affermare che questo è stato un grandissimo concerto, per una band che non ha più bisogno di conferme, e che ha superato i Less Than Jake nella mia classifica personale.