MAD CADDIES

Il tour bus dei Caddies è bello spazioso, disseminato di carte, dadi e giochi d’azzardo di vario genere, ed è anche la location in cui si svolge l’intervista col simpatico Keith Douglas, trombettista della band, che dopo aver spazzato via con grande grazia i dadi e le carte che si trovano sul tavolino si appresta a rispondere alle nostre domande…

Come sta andando il tour?

Bene, bene…ormai siamo perennemente in tour, la vita on the road non ci spaventa più e abbiamo imparato tutti I trucchetti possibili per far passare il tempo sul tour bus e per non impazzire stando troppo lontani da casa…musicalmente parlando qui in Europa va tutto bene, ormai siamo di casa anche qui e i locali in cui suoniamo sono abbastanza grossi, direi che non ci possiamo lamentare.

A questo proposito, l’inevitabile domanda: preferite grossi festival o concerti in piccoli locali?

Più piccolo è meglio è.
Davvero??!!

Si si, io ovviamente parlo per me, però mi piace quando la situazione va un po’  fuori controllo, la gente inizia a salire sul palco e a impazzire…non mi piacciono le situazioni troppo “controllate”. Qualche anno fa abbiamo suonato all’Indipendent Days Festival a Bologna, c’erano 30.000 persone, era grandioso, peccato che neanche riuscivo a vederla la gente tanto era lo spazio fra palco e pubblico…se aggiungi poi che appena il pubblico si muoveva si alzava un polverone assurdo, vedi che il contatto coi nostri fans era ridotto al minimo! A questo punto preferisco un piccolo club dove il contatto umano è al massimo anche se ogni tanto possono succedere piccoli inconvenienti tecnici

Come decidete le canzoni da eseguire ogni sera?

Dipende, in genere abbiamo una scaletta fissa per tutto il tour, ogni tanto però aggiungiamo o leviamo qualcosa nel corso dello show a seconda della reazione della gente.

Quindi c’è una gran differenza tra le reazioni che ottenete in Usa e qui in Europa?
Beh si, in Usa possiamo parlare di più fra un pezzo e l’altro, lanciare messaggi, la gente ascolta di più ciò che diciamo anche nei pezzi, questo perché parliamo la stessa lingua, succede anche in Uk…però in Usa lo fanno in modo più distaccato. Qui in Europa vi intendete maggiormente di musica dobbiamo suonare meglio, ma essere coinvolgenti facendo i cazzoni perché qui volete ballare e sapete davvero come divertirvi ad un concerto. 
Perché avete deciso di far uscire un album, live?

Ci sembrava il momento giusto nella nostra carriera per fermarci, fare il punto della situazione di ciò che abbiamo fatto finora e riassumere il tutto, appunto con un album live…pensiamo che un album live che sia anche una sorta di greatest hits sia un modo perfetto di celebrare la nostra carriera fin qui.

Vi piace andare ai party dopo i concerti o siete gente tranquilla che se ne va direttamente a dormire in albergo?
Dipende…solitamente nei weekend, il venerdì e il sabato ci facciamo portare in qualche locale o restiamo nel posto dove abbiamo suonato a far casino, bere, insomma a fare le cose che fanno gli amici quando sono in giro…in settimana magari stiamo più tranquilli anche perché nelle città in giro magari c’è meno vita, meno cose da fare. A meno che però il concerto non ci ha messi veramente nel mood di fare casino allora anche se è lunedì tendiamo a stare su fino a tardi a ubriacarci e far danni.

Conosci qualche band italiana magari affine a voi come genere musicale?
No…aspetta, abbiamo suonato un sacco di volte in Italia…possibile che non ricordo niente?Ah, si! Gli Shandon, sono molto bravi!
Ehehe piacciono anche a me. siamo alla fine: Qual è il tuo album dei Mad Caddies preferito per ora?
Rock the Plank E’ il più completo e professionale anche dal punto di vista delle melodie

E qual è la canzone che ti diverte di più suonare dal vivo?

Le canzoni che mi divertono di più in sede live sono quelle più swingeggianti, in cui i fiati hanno un’ importanza maggiore: Macho Nachos, Monkeys, ecc…mi piace molto suonare su quel tipo di ritmica molto allegra e vedere la gente come reagisce.

 

 

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