LORENZO DINELLI tra SEED’N’FEED e progetto solista: intervista al musicista viareggino

Lorenzo Dinelli è un musicista conosciutissimo nella scena punk e hardcore toscana, ma non solo. Il suo percorso nei Seed’n’Feed prima e nel mondo del punk rock acustico poi ne fanno uno dei personaggi più amati dai punk rockers della costa tirrenica.
In occasione dell’uscita dell’album solista “Tiny Seeds” e del nuovo album dei Seed’n’Feed “Punk Rock Zombies”, abbiamo fatto due chiacchiere col gigante di Viareggio.

1) Ciao Lorenzo, presentati per chi ancora non ti conoscesse.
Ciao A tutti qui Lore voce dei Seed’n’Feed. Oggi vi presento mio nuovo disco solista: il progetto si chiama DINELLI e ” Tiny Seeds” è il secondo disco che faccio, questo ultimo in inglese, disco a cui tengo molto!

2) Partiamo dal tuo progetto solista Dinelli: cosa ti ha spinto a togliere il distorsore e cimentarti in un progetto acustico?
Sono già diversi anni che tolgo la distorsione a momenti alterni nella mia vita! Mi serve per raccogliere meglio le idee e decomprimerle. La veste acustica mi è sempre piaciuta. Trovo che sia una componente importante per un buon songwriting anche in ambito punk.

3) Il 18 giugno scorso è uscito il tuo nuovo album solista “Tiny Seeds” (NoReason Records, Inconsapevole Records): parlaci di questo disco.
E’ un disco scritto e prodotto quasi in solitaria durante questi ultimi 2 lockdown, un disco che parla in prima persona di riflessioni sulla mia vita di questi 2-3 anni appena trascorsi, ma interpretabile e condivisibile perché i temi sono ampi e possono tranquillamente riguardare la maggior parte delle persone. Il silenzio della chiusura appena passata ha dato un grosso input alla stesura e scrittura dei pezzi, facendo un analisi profonda dei pensieri e stati d animo.

4) Il punk rock acustico è un argomento molto divisivo nella scena punk italiana: quale è il tuo punto di vista a riguardo?
Non sono così’ integralista o chiuso rispetto a questo. A me la musica piace tutta, ho seguito punk rockers cimentarsi in progetti acustici in passato, e mi sono piaciuti! Trovo che sia bello poter far tante cose diverse come musicista. Fare altro rispetto al punk, non significa rinnegare il proprio passato, anzi, proprio perché il punk è libertà di espressione credo che sia giusto che un punk rocker faccia un disco dance o jazz o di musica lirica o quel che cazzo vuole. Questa è vera libertà. Altrimenti se nasce subito un giudizio al riguardo c’è da chiedersi chi sia veramente punk: esserlo è più uno stato mentale e non un adesivo marcio su un skate o l’abbigliamento giusto, come dicono i Propagandhi. Ecco questo credo sia sacrosanto! la libertà di espressione e la tolleranza sono temi molto importanti nell’etica punk.

5) Sono pochissime le realtà del punk italiano ad aver fatto uscire un album in questa pesantissima situazione (sia per le band che, purtroppo, per i locali) dettata dal covid: che ha significato per te l’uscita di “Tiny Seeds”? Quanto può la musica incisa su disco puo’ dare una spinta a questa situazione di stallo dei live?

Credo sia impossibile fermare la musica, anche durante una catastrofe. Per molti musicisti scrivere è un bisogno fisiologico e spesso serve per alleviare le pesantezze dell’esistenza. Non è qualcosa che si fa a comando per poter far soldi, almeno per me, quindi è normale che in un momento duro come quello che stiamo attraversando si vedano molti musicisti scrivere.
Per il punk rock è tutto un po’ più un casino, nel senso che un disco come il mio lo si può anche ascoltare stando seduti, ma un concerto punk a sedere?? Non credo che né musicisti né spettatori abbiano voglia di una cosa del genere, ma ripeto ” you can’t stop the rock”. Abbiamo deciso di far uscire “Tiny Seeds” con quasi un anno di ritardo data la situazione generale, nonostante il disco fosse pronto a luglio 2020, lavorando sui singoli e i video. Vediamo cosa ci aspetta in futuro, si naviga a vista e lo sappiamo tutti. Fare dischi rimane importante, in attesa poi di poter tronare a gustarsi dei super live. Forse sarà ancora più bello e meno scontato veder concerti.

6) Passiamo ai Seed’n’Feed, band che affonda le radici nel punk hardcore e che, negli anni si è aperta anche al rock in italiano: raccontaci questa storia iniziata nel 1994.

Cavolo ci vorrebbe troppo tempo, ma sicuramente ci sarebbero storie molto molto divertenti e interessanti! Come ti dicevo sono un musicista aperto e un ascoltatore di tanti tipi di musica; ecco credo che nei SNF questa cosa si percepisca piuttosto bene. Non siamo mai stati un gruppo punk hc standard, abbiamo sempre sperimentato in tante direzioni. Ognuno di noi aveva gusti e provenienze diverse, questo ha fatto si che che dei 5/ 6 dischi fatti, nessuno somigliasse all’altro. Poter avventurarsi in tanti territori ci ha fatto sempre star bene e della critica e degli integralismi ce ne siamo sempre fregati proprio perché siamo un gruppo punk e non un cliché di qualcosa.

7) Il nuovo album “Punk Rock Zombies” (NoReason Records, Spaccio Dischi, Duff Records, Inconsapevole Records) segna un ritorno al punk rock: parlaci di questa volontà di tornare al punk dopo alcuni dischi abbastanza lontani da questo mondo, almeno nelle sonorità.

Ecco tutto quello che ti ho detto poco fa sopra scordatelo! ahahhahahhahahha!!!
Punk Rock Zombies è un disco da “Plug-in and Fucking Play!” Punk Rock melodico nineties super super super standard!
Abbiamo voluto fare un disco veramente easy, ma comunque sentito. Siamo ormai degli zombie! i SNF si sono ufficialmente sciolti nel 2012, quindi avendo a tempi alterni rifatto qualche concerto, abbiam deciso che siamo prima di tutto 4 amici che si divertono a suonare insieme, niente di più. Ma nella pratica essendo in qualche modo già morti, siamo resuscitati facendo quello che ci viene più facile, cioè punk rock, ma come degli zombie! Metà del disco lo abbiamo registrato a distanza ed è stato mixato e masterizzato dal mitico Alex Gavazzi a Hell Smell Studios di Roma! pezzi che non abbiamo manco provato sono arrivati direttamente dagli anni 90: come vedi siamo degli Zombies a tutti gli effetti, ma ci divertiamo e venderemo, come sempre, cara la pelle ad ogni live! Sperando di poter tornar presto a far un po’ di bei concerti con circle pit, pogo e stage divings!

8) Cosa significa suonare il punk per Lorenzo Dinelli?
Il punk è la musica più bella, intelligente e divertente che esista.
Poche cose mi danno tanta serotonina come questa! C’è poco da fare, a 43 anni lo posso dire senza alcun dubbio: il punk è libertà, tolleranza, lotta intelligente, sarcasmo, felicità e coraggio! Tutto questo questo per me è il punk, la musica più bella!

9) Sia Dinelli che SNF sono usciti con nuovi album: quali sono i vostri piani per il futuro?

SUONARE! SUONARE! SUONARE! REGISTRARE NUOVI DISCHI! SCRIVERE BELLE CANZONI! SUONARE! SUONARE! SUONARE!

10) Grazie per la chiacchierata!
Graziea te Matteo! Grazie per lo spazio concesso e grazie a Punkadeka!

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