LOCKED IN: l’intervista esclusiva per Punkadeka!

In collaborazione con Gab De La Vega ed Epidemic Records, pubblichiamo in esclusiva per Punkadeka l’intervista alla band hardcore perugina Locked In!

I Locked In sono una band hardcore di base a Perugia che è stata molto attiva in Italia tra il 2007 e il 2013. Poi, per varie vicissitudini, le loro attività si sono fermate. Fino all’anno 2020, momento in cui il gruppo è tornato all’attivo, con qualche nuovo elemento in line up, ma soprattutto con un EP esplosivo targato Epidemic Records, cinque tracce che trovano i cinque di Perugia in forma smagliante, sotto al titolo, che quasi sembra uno statement, “Not Dead Yet”. E la cosa non sembra fermarsi qui, dato che è già stato annunciato un seguito nel 2021. Punkadeka ha fatto due parole con Marco, cantante dei Locked In.

Siete tornati in attività dopo 7 anni di silenzio. Perchè? E perchè proprio adesso?

Il 2020 è stato un anno complicato, duro e svuotato di prospettive. È un po’ che ci risentiamo, nel 2018 abbiamo pubblicato un pezzo per un nostro amico scomparso. Ma appena cominciata la pandemia rabbia, depressione e senso di smarrimento andavano convertite in qualcos’altro. Questa è stata l’esigenza. La nostra risposta è stata scrivere musica, quella musica che maggiormente ci ha accompagnato in quei momenti della vita dove non proprio tutto andava bene, ma la stessa che ci ha aperto le porte. Questi EP sono la nostra risposta e la nostra valvola di sfogo allo stesso tempo.

Cosa è rimasto invariato e cosa invece è cambiato tra i Locked In del 2013 e quelli che nel 2020 hanno annunciato il proprio ritorno? 

Intanto direi la lineup. Oserei dire che questa lineup ci fa sentire più in forma che mai. E forse lo avete sentito anche dal sound proprio. Ci siamo lasciati andare, molto più che in altre release. Abbiamo tirato fuori tutto senza vincoli di tempi e di ragionamenti. Abbiamo tolto un grande velo da davanti la nostra band. È più un nuovo inizio che un vero e proprio cambiamento. Anche se infondo siamo sempre noi con una decina di anni in più e diversi figli e famiglie.

“Not Dead Yet” è il primo di due EP che avete deciso di pubblicare con Epidemic Records. Qual è il filo conduttore tra i due? Cosa dobbiamo aspettarci?

L’uno è la conseguenza dell’altro. Non sono una monografia e non sono concept, parlano di argomenti generali diversi e internamente lasciano spazio a temi diversi e spontanei. Sicuramente “Not Dead Yet” è il nostro modo di dire “rialzarci in piedi”. Il prossimo EP, del quale desecreteremo a breve il titolo, parla di scelte da fare una volta che hai deciso di rialzarti. Per c erti versi quest’ultima sembra essere la parte più difficile almeno ai nostri occhi. 


Cosa avete combinato in questi anni lontano dalle scene? Vi siete dedicati alla musica o avete esplorato anche altri mondi? 

La musica non ha mai abbandonato nessuno di noi. Abbiamo sicuramente fatto lavori che non sono neanche lontanamente pertinenti a quello della musica (salvo il sottoscritto). Cosa fondamentale è che tra di noi non ci siamo mai abbandonati. Altro fatto è stare lontano dalle scene, quello è un po’ fisiologico e un po’ una scelta. Capite bene che andare avanti con gli anni e stabilizzarsi è un impegno che richiede sforzi sovrumani in un mondo come quello di oggi che è a dir poco disumano. Ma questo non vuol dire che abbiamo perso di vista il tutto, né che la nostra attitudine sia realmente cambiata. Anzi direi che ci ha accompagnato anche in tutto quello che è stato fare scelte nella vita e penso che valga davvero per ognuno di noi.

“Dying City” è stato il primo singolo a vedere la luce e annunciare questo nuovo capitolo. Cosa potete dirci di questa città morente? Perugia, la vostra città, è una città morente? E cosa si può fare per far vivere le nostre città?

Cominciamo col dire che non è riferito a Perugia, anzi direi che ci dissociamo dalle polemiche provinciali che dicono che la città in cui si vive non è più quella di prima e che sembra agonizzare ogni giorno di più. La città a cui facciamo riferimento nel pezzo è una città fittizia. Il pezzo è dedicato ai social. Ora che vi ho dato questa chiave di lettura capirete il perché di alcune frasi che apparentemente non ci azzeccavano con il titolo. Questo penso sia il modo in cui abbiamo percepito i social, una città morente. Di giorno in giorno qualcosa nasce e diventa vecchia in un istante e muore. Questo il destino inesorabile delle scelte che si fanno ogni volta che si accede ad un social, aderire a qualcosa che sta per morire o è già morto. Non credete? Questa comunque rimane la nostra visione.
Ad ogni modo Perugia spacca, siamo un po’ burberi ma poi sappiamo accogliere. Veniteci, magari di inverno dove sferza un vento gelido bellissimo, vento che ho chiamato in causa sulla prima frase di Night Kills del primo disco “This cold has always kept me awake”. Se ci pensate è una roba bella, non brutta.

Ci sono gruppi italiani che vi piacciono e coi quali vi piacerebbe poter suonare una volta che sarà ancora possibile organizzare concerti? 

Sì certo. Ci piace quello che stanno facendo Absolute e i nostri conterranei Hard To find. In realtà penso che ci piacerebbe condividere il palco anche con i giovani che non conosciamo. Siamo curiosi di farci sorprendere da qualche nuova leva. Vorremmo vedere ragazzi di 19-20 anni che salgono sul palco e aprono il cervello e ci spaccano le orecchie. Se ce ne sono ben venga che si vada a suonare insieme.

Il vostro EP è accompagnato da un artwork particolare, dove traspare una certa connessione col mondo dei tatuaggi. L’artista che l’ha realizzata ha anche creato delle tavole ad hoc per ogni pezzo del disco. Che rapporto avete con i tatuaggi? Che significato possono avere all’interno delle tribù “punk, metal e hardcore”, ora che sono ampiamente sdoganati nella società in maniera trasversale? 

Proprio perché sono belli che sdoganati e complicato non essere banali. Quando eravamo più ragazzini siamo stati ammaliati da certi stili, poi ognuno di noi ha coltivato i propri significati e la propria estetica. Non abbiamo una visione univoca della cosa, se poi ci mettiamo che Tommy non ne ha nemmeno uno! Quello è il bello, che sia estetica o un’immagine con un significato, o che sia un esperienza come un’altra che si fissa sulla pelle, di sicuro sono parte della cultura che abbiamo approcciato. Nico, il tattoo artist che ha curato la copertina e alcuni flash, è stato uno dei primi a tatuarci e noi tra i primi che lui abbia mai tatuato. In questo c’era un senso di appartenenza, un senso di supporto per qualcuno che stava iniziando e voleva emergere. È stato importante per noi e non potevamo non pensare a lui e a tutti gli artisti che gravitano nello Skull Society Tattoo Shop. Ripeto, per noi è stato importante coinvolgere qualcuno che ha fatto parte della scena quando eravamo ragazzi e continua a farne parte e fare la sua parte.

Quali sono le emozioni che vorreste suscitare in chi ascolta Not Dead Yet?

Le solite: voglia di spaccare la prima cosa a tiro appena si schiaccia play. Ma, visto che non siamo così presuntuosi, ci auguriamo che almeno in chi ascolta l’EP ci sia un senso di potenza ben chiaro. Mi auguro che le persone che lo ascoltano non abbiamo difficoltà a capire cosa stiamo dicendo e cosa vogliamo trasmettere. Se parliamo di neofiti allora spero solo che siano dello stato d’animo giusto…e che spacchino la prima cosa che gli capiti a tiro appena schiacciano play.

Quali sono i dischi hardcore o i gruppi hardcore che maggiormente hanno influenzato i Locked In nella loro prima vita…e in questa nuova esistenza?

Innegabile che siamo dei fan sfegatati di Comeback Kid e Sick Of It All, ma di influenze ne abbiamo avute a tonnellate. A partire dall’old school di Gorilla Biscuits, Minor Threat, ecc, tutta la falange newyorkese, e quella di Boston con i nostri amati Bane. Ai tempi ci innamorammo dei Set Your Goals e sempre della west coast siamo fan dei Terror. Poi abbiamo amato The Ghost Inside e molti molti altri. ognuno di noi ha i propri amori. Di sicuro in questa ultima release abbiamo lasciato andare tutto. Abbiamo aperto le porte e fatto scorrere tutto quello che ci ha influenzato fino ad oggi, senza censure o remore, ma solo cercando di trovare il modo per fare della buona musica.

LINK social e EP:
Locked In Facebook: https://www.facebook.com/locked.in.hc 
Locked In Instagram: https://www.instagram.com/lockedin_hc
Epidemic Records Facebook: https://www.facebook.com/epidemicrecordshc 
Epidemic Records Instagram: https://www.instagram.com/epidemicrecordshc 

https://epidemicrecordshc.bandcamp.com/album/locked-in-not-dead-yet

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