L’INVASONE DEGLI OMINI VERDI: 8bit

Il 22 Febbraio 2019, a sei anni di distanza dalla pubblicazione de “Il banco piange” (2013) e dopo il doppio album celebrativo “16 Anni Dopo” (2015), la band bresciana è tornata con un nuovo capitolo discografico.”8 BIT” il nome del nuovo album, nasce dall’urgenza artistica e dal bisogno di tornare a far parlare la band tramite testi e musica. Il titolo del disco e la grafica della sua copertina dai toni retrò/arcade ben si allacciano alla manciata di canzoni proposte che vanno dal punk rock degli anni novanta e all’hardcore melodico di stampo californiano, e nelle quali la band espone il proprio punto di vista sulla società, urla la propria rabbia, denuncia le ingiustizie, ma soprattutto parla di speranze e sogni.
L’album si apre con “Credimi”, un pezzo da un minuto e venti in classico stile Omini Verdi, in cui il ritmo incalzante e veloce dalla batteria ben si miscela con la voce melodica, il suono dolce della chitarra e il giro di basso semplice ma incisivo. Nel pezzo la band sottolinea quanto sia importante la necessità di continuare ad esprimersi (“morirei se non potessi esprimermi macchiando di pensieri fogli vuoti”) e invita a non abbattersi, a non farsi piegare dalla società, spingendoci a non fermarci. Il pezzo che riecheggia molto di California e che senza dubbio farà felici gli amanti del punk rock anni 90, ci presenta una band in gran forma. 9
Il secondo pezzo “La nostra storia” dal sapore decisamente nostalgico e in cui molti punk rockers potranno rispecchiarsi, riprende la struttura con tanto di assolo finale che avevamo già visto per “Novantotto” (Dall’album Contro del 2010) in cui la band si guarda indietro e ripercorre la propria carriera: dalle giornate passate a provare e riprovare alle notti insonni, dai viaggi in furgone ai grandi concerti quali Radio Onda d’Urto con i Nofx; e poi il pubblico, il pogo, i cambiamenti, gli scazzi e i litigi, gli addii e i nuovi arrivi, i sorrisi, gli abbracci il tutto racchiuso in 20 anni di amicizia. Un remake che si presenta più curato del lontano pezzo di 10 anni fa, e soprattutto con una visione più ottimista e meno critica, chiuso poi con un vero e proprio omaggio ai fans: “Noi siamo qui per voi, ci siamo grazie a voi”. 10
Il ritmo si fa decisamente più duro e più cupo con il terzo pezzo “Rinuncia” che va a focalizzare l’attenzione sulle ingiustizie sociali e sulla voglia di riscatto: “Come un respiro io sarò, finché non riuscirò a trovare la mia strada e la mia libertà’, e ancora io non troverò il senso di una vita”. Nel pezzo, che nulla aggiunge e nulla toglie alla storia della band ritroviamo quelle influenze metal, rock’n’roll e stoner e che avevano contraddistinto l’ultimo album “Il banco piange”. 6
A seguire “Funerale della verità” uno dei pezzi più veloci e più hardcore dell’intero album. Poco meno di due minuti di puro skate punk che a tratti sembrano quasi ricordare i Satanic Surfer in cui esplode tutta la rabbia della band: “Corri speranza non farti scappare un nuovo giorno di opportunità”. 7
Passiamo dunque al quinto pezzo, nonché uno dei miei preferiti. Sarà che ricorda tanto lo stile dei Bad Religion, ma “Vorrei” è una di quelle canzoni che dopo solo il primo ascolto ti entra in testa e non ne esce più, con un ritornello semplice da memorizzare e che ben si presta ad essere urlato in coro sotto palco. La band vomita il proprio disgusto verso le ingiustizie, verso i pregiudizi, verso l’arrivismo come segno indiscutibile di una generazione nata sterile, verso il degrado sociale e le frasi fatte di qualunquismo da social e verso il perbenismo che dilaga mentre tutto muore. 8
A seguire è, personalmente il pezzo più bello e meglio riuscito di tutti: “Un nuovo giorno”: melodicamente ben costruito per la voce di Ale, con parti più veloci che si alternano a quelle più lente, dove il suono della chitarra di Gio si fa penetrante tra diverse strofe e Mauri alla batteria che non sbaglia un colpo. Nel testo la band conserva la speranza nel nuovo giorno che sorgerà, dove gli angeli sono come noi e usano i sogni per volare via lontano verso la libertà della quale siamo in continua ricerca. E una canzone che ti entra dentro prendendoti il cuore per poi non uscirne più. 10
“8 bit” il primo singolo estratto da questo album, è invece la canzone che meno di tutte mi ha preso. Nel video ritroviamo i membri della band protagonisti degli scontri contro i vari rapper e trapper. La band si prende la propria rivincita (almeno nella finzione di un arcade) contro chi spesso usa la parola punk con troppa leggerezza. Il brano è una vera e propria frecciata al mondo trap e rap, ma il fatto che sia stata creata come sigla per gli youtuber Fada e Barlow, non convince purtroppo fino in fondo. 5
C’e’ ancora un ultimo pezzo nel quale l’hardcore melodico torna a farla da padrona. Se nella parte iniziale ci sembra quasi a che fare con una canzone dei Punkreas, ben presto noterete che il ritmo si farà più veloce e l’hardcore che sarebbe tipico di casa Fat Wreck ne uscirà predominante. Il brano si intitola “Fine” ma sembra tutto purché una fine, anzi “la fine è un nuovo inizio per chi non si arrende mai, la fine è una nuova evoluzione che col tempo capirai”. Il testo, è uno dei più belli dell’intero album, va oltre la sua semplice definizione, e si rilancia per essere una vera e propria filosofia di vita: Non fermarti mai, rischia più che puoi, nulla ti può fermare se solo tu lo vuoi! Non voltarti mai, sguardo fisso e poi lasciati sorprendere da ciò che incontrerai (Se l’hai già ascoltata, di sicuro avrai riletto le righe cantandola mentalmente). 9
Si chiude così, dopo solo 8 pezzi il nuovo lavoro che segna il ritorno degli alieni. Un album che seppur non raggiungendo per tematiche e musiche i livelli di “Nel nome di chi?”, si presenta tuttavia ben assemblato e in pochi pezzi in grado di spaziare tra le diverse sfumature del punk rock, impreziosito poi da qualche nuovo spunto che fa trafelare una nuova luce, e che di certo non vi deluderà.
Che voto? Bhe… Se l’album è l’ottavo, se le canzoni son otto e se il titolo è 8 Bit…. il voto non può che essere 8.

TRACKLIST
1. Credimi
2. La nostra storia
3. Rinuncia
4. Funerale della verità
5. Vorrei
6. Un nuovo giorno
7. Arcade Boyz
8. Fine

 

(by Alessandro Pentassuglia)

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