LINEA: Terra libera

Dopo un periodo di silenzio ecco ritornare sulla scena una di quelle band italiane che erano riuscite qualche anno fa a scaldare il cuore facendomi ricordare perché amo questa musica. I Linea sono figli di quella generazione che è stata positivamente traumatizzata da una band chiamata, The Clash. Joe Strummer e soci sono stati tra i primi a fondere punk e ska (oltre a tante altre influenze) all’impegno sociale. Proprio in questo filone si inserisce questo “Terra Libera”, un disco figlio di quel sound e di quei forti e veri ideali.

“Terra Libera” segna una evoluzione nel loro sound. Continuando a seguire il combat rock militante clashiano in questo disco si presentano con un sound più potente e con delle melodie più aggressive e graffianti. Il precedente disco “Frontiera” era un ottimo disco ma che forse in alcune parti mancava di quella grinta necessaria, questa volta il quartetto milanese affila le unghie e si presenta con un sound veramente Combat-ivo.

Il disco si apre con “Terra Libera” traccia che dà il nome all’album, un punk rock grezzo e ruvido che con rabbia rivendica giustizia e libertà per i compagni siciliani da anni costretti al giogo mafioso. L’eco dei Clash si sente forte e chiaro in “Cani neri”, una sorta di “Milano calling” dei Linea in cui con occhio cinico analizzano le derive lobotomizzanti della loro città.
“Luce sul cantiere” tratta un tema che ai Linea è sempre stato caro, soprattutto in tempi non sospetti, le morti bianche. Purtroppo ancora oggi lavoro e morte troppe volte sono sinonimi e l’arena del cantiere diviene una spirale di sofferenza ove dignità e umanità vengono cancellate per mano dei padroni.

Il disco procede tra ritmi skankeggianti e pezzi decisamente più punkrockeggianti in cui Mauro e Gianmarco dimostrano ottime doti canore con una voce che sembra levigata dal whisky. Ho trovato interessante come in “Cash is not my king” in poche parole riescano, come solo i grandi come Joe riuscivano a fare, a descrivere lo stato della politica italiana: “parlare bene e agire male è un vizio nazionale, catastrofe morale”.
Nei loro mille travestimenti sonori, i Linea non si lasciano sfuggire neanche una gita sulle assolate spiagge di Kingston, o forse sarebbe meglio dire nei fumosi pub di Brixton nella Londra di Joe e Laurel, in “Info@reggaesoundsystem” quando il reggae era ancora una musica vera di pace e giustizia e non solo di sterili canzoncine sulla ganja infarcite di omofobia.

Un disco che tutti gli amanti del punk rock e generi affini non possono farsi proprio sfuggire, da inserire nella propria collezione tra Gang, Banda Bassotti e il filone di Area COMBAT ROCK.

Voto: 8 + (Punk Combat Rock old style)
Tracklist:
1. Terra libera2. Cani neri3. Luce sul cantiere4. L’unica cosa giusta5. Cash is not my king6. Ricomincia da qui7. The correct use of religion8. Spazio9. Blindati e contenti10. Info@reggaesoundsystem 11. A metà12. Red wild docking blues

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