LIMP: Limp

Lo dico subito a scanso di equivoci; i Limp non mi hanno mai entusiasmato, anzi i loro dischi da queste parti non si son mai fatti troppo apprezzare.Certo è però che per molti questo è un disco atteso; il quartetto della bay area non dava infatti alle stampe un lavoro dal febbraio ’99, tre anni spesia suonare ovunque, arrivando persino nel paese del Sol Levante. Un tempo che comunque non ha fatto male alla band, che appare in piena forma e con 11brani che sicuramente faranno la gioia dei fans, complice un power pop che seppur a tratti appaia scontato è indubbiamente piacevole. L’iniziale “Ohno”, già presente in nell’ultima compilation della label, si muove bene tra echi sixties ed influenze emo, con una chitarra ruvida quanto basta a dettar legge. Il resto non si discosta molto da questo esempio e gli undici episodi su cui si snoda questo album sono tutti mediamente piacevoli, ma a volerne segnalare due su tutti scelgo “Atom Bomb” e “Get Away”. Anche la produzione è quanto di più classico possa esserci per un gruppo Honest Don’s; Ryan Greene ed i suoi Motor Studio hanno infatti visto la creazione di moltissimidischi della label, e la sua mano è di quelle che forniscono certezze. Il peggior difetto di questo disco è che non è “brutto”, ma semplicementeinutile. Il punk è già di per se un gigante che si muove a fatica, ma se ci mettono anche gruppi come questo, cioè bands dotate comunque delle cartein regola per “suonare”, a cadere nel già sentito la situazione diventa ancora più statica. Chiedo a gran voce un qualche sussulto, qualcosa che mi faccia apprezzare la creatività, che sappia, anche vagamente, di “nuovo”; se voglio i brani carini ed allegri li posso trovare qui, ma sarebbe ora dicercare anche altro.

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