Ecco ritornare sulla scena la band che solo pochi anni fà era considerata una delle migliori realtà dell’affollato panorama ska-punk. Dopo lunga militanza su Capitol records e una breve parentesi in Fat Wreck sono giunti su Warner Bros. Anche se hanno cambiato label i ragazzi di Gainsville “Rock”City sono sempre gli stessi e ci regalano un altro epico album fatto di potenza, velocità e qualche spruzzata di sezione fiati per condire il tutto al meglio.
“Borders and boundaries” aveva segnato una svolta nella carriera perchè dopo tanti anni di sano ska-punk avevano avuto un’inversione di rotta passando ad un punk (o meglio melodic hardcore) con i fiati che ricordava molto il sound degli Snuff (di cui la band è grandissima fan). In questo “Anthem” continuano appunto la strada intrapresa con il precedente album sfornando il più potente tra i loro album.
Purtroppo bisogna ammetterlo, ma la sezione fiati ha perso grande peso all’interno del loro sound e questa volta più che mai ne viene centellinato l’uso. Il fatto che è stato ridotto l’uso della sezione fiati non significa che non sia più uno dei loro punti di forza, canzoni come “Escape from the a-bomb house” o la nuova versione di “Look what happened”(già èresente su Borders and Boundaries) sono a dir poco spettacolari. Oltre che essere l’album più “rock” da un punto di vista del sound e anche probabilmente l’album più vario perchè vi sono continui cambi di ritmo.
Possiamo trovare l’hardcore melodico di “Plastic cup Politics” fatto di ritornelli che come proiettili ti si infilano in testa, lo ska-reggae molto ballabile di “The science of selling yourself short”, il catchy-poppy punk di “Motown never sounded so good” giusto per citare qualche esempio.
La band in passato era stata anche accusata di produrre solo testi disimpegnati e che parlano solo di “having fun” ma questa volta smentiscono tutti e si possono trovare in “Anthem” liriche profonde che parlano del grigiore della quotidianità, dei problemi tra genitori e figli e dell’importanza dei sentimenti.
L’unico appunto che mi sento di fare è l’aver scelto “She’s gonna break soon” come loro primo singolo essendo questa la canzone più decisamente commerciale dell’album e probabilmente l’unica che possa piacere ad un pubblico nutrito per anni a pane e Britney Spears dal music system americano.
All’interno dell’album poi vi è anche il video del loro singolo interpretato dalla stupenda Alexis Bledel che oltre ad essere una delle promesse del cinema americano è anche amante dei Less Than Jake e della musica punk in generale. In pratica la donna ideale per ogni amante del punk!!
Purtroppo questo album a quanto mi risulta non è ancora distribuito in Italia e le poche copie che si trovano sono tutte di importazione, la Warner Bros probabilmente non ci reputa degni di apprezzare un simile album. Se ciò non bastasse è anche impossibile scaricare le canzoni da Internet essendo tutte protette con i nuovi sistemi contro la pirateria. Qualsiasi canzone scaricherete sentirete sempre il loro singolo.
La speranza che tutti i fan italiani di questa band hanno è di poterli vedere presto in concerto dalle nostre parti visto che probabilmente sono una delle migliori band dal vivo(provare per credere). Nulla a che vedere con tutte quelle emo band, scusate la volgarità, sfrantuma palle!!
Sfortunatamente però trovo questa cosa alquanto difficile visto che la loro tour-agency italiana negli ultimi tre tour europei della band non si è sognata nemmeno una volta di portarli da noi e anche questa volta le cose non si prospettano migliori.
Voto : 9 (Less Than Jake : c’è bisogno di aggiungere qualcos’altro?!)
Tracklist.
1. Welcome to the new south2. The ghosts of me and you3. Look what happened4. The science of selling yourself short5. Short fuse burning6. Motown never sounded so good7. The upwards war and the down turned cycle8. Escape from the a-tomb house9. Best wishes to you black lung10. She’s gonna break soon11. That’s why they call it a union12. Plastic cup politics13. The brightest bulb has burned out/ Screw fall out14. Bonus Track : Surrender